Domani il via al processo per l’omicidio di Giulia Cecchettin (ma Turetta non ci sarà)

In Corte d’Assise di Venezia sfileranno una trentina di testi per l’accusa, il solo medico legale per la difesa. Se sarà provata la premeditazione, il giovane rischia l’ergastolo.

Venezia – A meno di un anno dall’omicidio di Giulia Cecchettin, parte domani il processo a Filippo Turetta, il giovane che ha confessato di aver ucciso a coltellate – ben 75 -l’ex fidanzata l’11 novembre scorso, nel parcheggio davanti a un’azienda di Fossò (Venezia) per poi occultarne il cadavere in un canalone in Friuli e fuggire in Germania, dove è stato catturato una settimana dopo.

Con ogni probabilità Turetta non sarà in aula, una linea difensiva scelta dal suo legale Giovanni Caruso nell’intento di non spettacolarizzare ulteriormente una vicenda che è già stata al centro di un caso mediatico senza precedenti per quanto concerne i femminicidi e la violenza di genere.

Giulia Cecchettin

Turetta deve rispondere di omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà, efferatezza e stalking, oltre che di occultamento di cadavere. E il cardine su cui ruota il processo è proprio la premeditazione. Negli interrogatori, Turetta aveva ammesso di aver portato in macchina la notte dell’omicidio due zainetti, uno con alcuni regali per Giulia, l’altro con un kit per il delitto. Nel cellulare del giovane, sottoposto a sequestro, gli inquirenti hanno inoltre trovato una lista-vademecum di cose da fare e oggetti da procurarsi, stilata quattro giorni prima dell’omicidio: “Fare il pieno, controllare sportelli, ferramenta, lacci di scarpe, calzini, sacchetti immondizia, nastro adesivo, legare sopra caviglie e sopra ginocchia, spugna bagnata in bocca, coltello”. Un vademecum dell’orrore, aggiornato aggiungendo le spunte verdi accanto alle cose già fatte o procurate, che dimostrerebbe come lui abbia pianificato con cura tutti i dettagli del femminicidio, che non sarebbe quindi effetto di un raptus improvviso – come lui ha sostenuto davanti all’accusa – ma un’azione premeditata e voluta. Il che, se sarà provato, potrà comportare per Turetta il massimo della pena, ossia l’ergastolo.

Venerdì sera la trasmissione tv “Quarto Grado” in onda su Retequattro ha mostrato in esclusiva parte del video dell’interrogatorio, durato in tutto circa 7 ore, in cui il 1° dicembre 2023 Turetta, nel carcere Montorio di Verona, racconta agli inquirenti i dettagli dell’omicidio. Ore in cui il giovane, rispondendo alle domande, non ha mai versato una lacrima e ha parlato rivolgendo spesso lo sguardo a terra.

A quanto si apprende, per Turetta sarà chiamato a deporre un solo teste, il medico legale Monica Cucci. Una trentina sono invece quelli invocati dal pm Andrea Petroni: tra loro figurano i carabinieri che hanno condotto le indagini, il padre di Giulia, Gino, la sorella Elena e le amiche, poi i consulenti medico legali e l’uomo che aveva chiamato il 112 segnalando la lite e la prima aggressione nel parcheggio di Vigonovo, vicino alla casa di Giulia. La parte civile per la famiglia Cecchettin non ha depositato liste di testimoni.

I comuni di Fossò, dove è stato commesso il delitto, e di Vigonovo, dove abitava Giulia con la famiglia, hanno dato incarico a legali per una costituzione in giudizio, che verrà valutata dal collegio.

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