Processo Open Arms, Salvini: “Io non mollo”. E riunisce d’urgenza la Lega

Prosegue la polemica sull’incursione dei pm di Palermo sulla politica. Il ministro: “Arrendermi? Mai”. Anm: “Reazioni scomposte”.

Roma – Dopo la richiesta, da parte della procura di Palermo, di una condanna a sei anni di carcere sul caso Open Arms per Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, la situazione nella Lega resta tesa. “Grazie a tutti per il sostegno. Arrendermi? Mai. Io non mollo”, ha scritto in un post il ministro delle Infrastrutture e leader del Carroccio. Ma intanto il vicepremier ha convocato d’urgenza il consiglio federale. L’appuntamento è per oggi pomeriggio, in presenza o in collegamento. Lo fa sapere Via Bellerio. Un unico punto all’ordine del giorno: “Iniziative della Lega per difendere la Democrazia, il voto popolare e la sicurezza dei cittadini messi a rischio da una sinistra anti-italiana che usa i Tribunali per le sue vendette politiche”.

Quelle vendette di cui ha parlato lo stesso Salvini mentre a Palermo era in corso la requisitoria dei magistrati. Assente dall’aula bunker del Pagliarelli, in un’intervista a Libero senza mezzi termini aveva affermato che il caso Open Arms è una “responsabilità politica della sinistra, che ha deciso di vendicarsi del sottoscritto mandandomi a processo. Una mossa disperata, di chi non sa vincere nelle urne e allora prova a eliminare i rivali per via giudiziaria. Un film già visto con Silvio Berlusconi e che stiamo vedendo – per certi aspetti – perfino con Donald Trump”. Non solo.

Il vicepremier aveva annunciato ancora prima della requisitoria che la “Lega ha già previsto per i prossimi due fine settimana la mobilitazione in centinaia di città italiane – con tanto di raccolta di firme – per sostenere che il processo di Palermo non è un processo al segretario della Lega o all’ex ministro, ma un processo all’Italia e alla coerenza di chi ha fatto quello che aveva promesso”, conclude Salvini. E ora il ministro ha pubblicato un instant book, dal titolo ‘Processo a un italiano’, un testo scaricabile dalle pagine del quotidiano Libero e dal sito di Radio Libertà. “Le pagine a seguire, per gentile concessione dell’editore, sono un aggiornamento di due capitoli del libro di Matteo Salvini ‘Controvento’ pubblicato per Piemme da Mondadori Libri SpA nel 2024″, viene spiegato.

“La sinistra e i pm di Palermo vogliono Matteo Salvini in galera. La sua colpa? Aver fermato gli sbarchi, riducendo le tragedie del mare. Il Vicepremier e Ministro racconta l’incredibile vicenda Open Arms: una vicenda senza precedenti in tutto l’Occidente”, si legge nell’introduzione alle 13 pagine messe a disposizione dal leader della Lega. La richiesta della Procura palermitana ha sollevato molte reazioni politiche, molte delle quali parlano di un “processo politico”. Il pm Gery Ferrara ha voluto allontanare queste voci: “Questo è un processo politico? È pacifico che qui di atto politico non c’è nulla. Sono stati compiuti atti amministrativi, il rilascio di un pos è un atto amministrativo, gli atti politici sono caratterizzati da requisiti ben precisi”. E ancora, “Prima si fanno scendere e poi si redistribuiscono, altrimenti si rischia di fare politica su persone che stanno soffrendo”. 

Salvini e il suo avvocato Giulia Bongiorno

Ma alla precisazione di Ferrara ribatte la difesa di Salvini: “E’ una requisitoria un pò contraddittoria, direi, perché la premessa è ‘non stiamo processando il governo’ poi, però, finora ha detto che il decreto sicurezza bis ‘è in contrasto con la Costituzione’ e che ‘non è accettabile prima redistribuire e poi sbarcare’. E che ‘il tavolo tecnico è un tavolo che ribaltava dei principi fondamentali’. Per ora sta parlando di linee di governo che lui contesta. Quindi, non c’è una condotta di Salvini sul banco degli imputati ma sul banco degli imputati c’è una linea politica’”, ha affermato l’avvocata Giulia Bongiorno, durante una pausa della requisitoria. Anche il senatore e vicesegretario della Lega Claudio Durigon lancia il j’accuse.

“Il Pm chiede 6 anni di carcere per Salvini che da ministro ha difeso i confini italiani, ridotto drasticamente gli sbarchi, combattuto trafficanti di esseri umani e organizzazioni criminali. Non è un reato, – dice Durigon – ma un dovere che il ministro ha compiuto agendo nel solo interesse del Paese, nel pieno di un mandato popolare e nel rispetto delle leggi. Pretendere una condanna è ingiusto e vergognoso. Totale solidarietà al Ministro Salvini, ostaggio di un processo politico unico nel suo genere in tutto l’Occidente”. Lo segue nella difesa del vicepremier anche Roberto Vannacci: “Sono certo che la sua condotta, volta palesemente alla difesa dell’interesse nazionale, sarà riconosciuta – dice – conforme alla legge e allo spirito delle istituzioni democratiche”.

Il vicesegretario della Lega Claudio Durigon

E ancora Armando Siri, coordinatore dei dipartimenti della Lega: “se la linea del Governo è soggetta alla censura giudiziaria allora qualcosa non funziona più nel patto sociale e Istituzionale sui cui si fonda la Repubblica”. La magistratura risponde alle accuse. In una nota dell‘Anm di Palermo si afferma che “sono state rivolte nei confronti di rappresentanti dello Stato nella Pubblica Accusa insinuazioni di uso politico della giustizia e reazioni scomposte, anche da parte di esponenti politici e di Governo. Sono dichiarazioni gravi, non consone alle funzioni esercitate, in aperta violazione del principio di separazione dei poteri, indifferenti alle regole che disciplinano il processo, che minano la fiducia nelle istituzioni democratiche e che costituiscono indebite forme di pressione sui magistrati giudicanti”.

Ma il caso Open Arms non solo indigna il centrodestra, scatena anche le proteste dell’opposizione. Nel mirino finiscono infatti la Rai, con la messa in onda del monologo del ministro, e la premier Giorgia Meloni che sabato aveva espresso sui social solidarietà nei confronti del vicepremier. “È incredibile che un Ministro della Repubblica Italiana rischi 6 anni di carcere per aver svolto il proprio lavoro difendendo i confini della Nazione, così come richiesto dal mandato ricevuto dai cittadini”. Insorge l’opposizione: “Questo continuo attacco da parte del governo alla magistratura è davvero fuori posto, non è opportuno commentare dei processi che sono in corso e soprattutto trovo molto grave questo uso da parte del governo del servizio pubblico, della Rai” dice la segretaria dem Elly Schlein, parlando alla festa del Pd di Modena.

La segretaria dem Elly Schlein

Schlein aggiunge che “dopo il caso di Sangiuliano – 18 minuti di intervista – c’è stato un altro caso, i 4 minuti di video di Salvini senza alcun contraddittorio che abbiamo denunciato in Vigilanza. Ma trovo gravissimo che la Lega se la prenda anche con il comitato di redazione di Rainews. Evidentemente è un governo a cui la libertà di stampa non piace, sta scomoda, però è un principio costituzionale”.

E mentre a Roma si è svolto il consiglio federale, la Lega al Parlamento europeo lancia un’altra accusa: “La Lega e il gruppo dei Patrioti per l’Europa avevano proposto di inserire nell’ordine dei lavori della plenaria di questi giorni il caso Open Arms, la difesa dei confini e il processo a carico di Matteo Salvini, che rischia sei anni di carcere per aver protetto l’Italia dall’immigrazione illegale. Ma la maggioranza Ursula ha vergognosamente votato contro. La sinistra come Ponzio Pilato, prima manda a processo Matteo Salvini per aver fatto il proprio dovere e difeso i cittadini italiani, poi si rifiuta di discutere del caso in aula al Parlamento Europeo. Non vogliono fermare l’immigrazione clandestina, vogliono mettere dietro le sbarre chi protegge i confini, e non vogliono parlarne. Una vergogna europea, di cui dovranno rendere conto ai cittadini”.

E uscendo dal consiglio federale la senatrice Giulia Bongiorno, legale del vicepremier sottolinea che “armi non ce n’è. Non c’è nessuna voglia di acutizzare scontri con la magistratura. C’è assoluta e piena fiducia nei confronti della magistratura ma nel contempo c’è consapevolezza che nell’ambito di questo processo ci sono
alcune anomalie. Confidiamo in una conclusione favorevole”. “Open Arms – ha detto la senatrice leghista a chi chiedeva a quali anomalie si riferisse – è stata assistita minuto per minuto durante il suo viaggio. Ha avuto una continua e grande attenzione da parte delle istituzioni, chi non stava bene è sceso. Nessuno è morto e nessuno si è sentito male. C’è stata una semplice attesa in vista di una redistribuzione”.

E inoltre, ha proseguito Bongiorno, “siccome casi analoghi ma senza processo e senza contestazione sono esistiti ed esisteranno, l’anomalia è che si è concentrata l’attenzione su un singolo caso in cui c’è stata massima attenzione. Subito dopo Salvini ci sono stati altri ministri, anche nei successivi governi ci sono state vicende uguali che non hanno suscitato iniziative da parte delle procure. Oppure sotto governi di centrosinistra, credo ricorderete speronamenti o altre iniziative. Nessuna chiamata alle armi. Ci sarà
una mobilitazione di cui si valuteranno le modalità”.

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