La pandemia ha ampliato le differenze economiche, sanitarie e sociali. In ogni parte del mondo la ricchezza si sta concentrando nelle mani di pochi mentre si assottiglia la classe media e aumentano i numeri dei sempre più poveri. Allarme rosso per tutti.
Arezzo – Gli avvoltoi si nutrono notoriamente di carogne. Nel mondo non ci sono solo avvoltoi appartenenti alla categoria ornitologica ma anche a quella umana.
Il rapporto Oxfam sulle disuguaglianze ci fornisce oggi una lista dei moderni vampiri che nonostante la pandemia, o grazie alla pandemia, hanno visto aumentare le proprie ricchezze: persone già ricche sfondate che hanno allegramente banchettato sulle rovine del mondo semidistrutto dal Covid.
Un esempio pratico è quello di Jeff Bezos che, tra marzo e dicembre – si legge nel report di Oxfam – mentre la pandemia polverizzava posti di lavoro e gettava milioni di famiglie nella disperazione innescando “la più grave crisi occupazionale degli ultimi 90 anni“, ha visto aumentare il proprio patrimonio di 78,2 miliardi di dollari.
Al signor Bezos l’idea dei Governi di chiudere ogni attività per il maledetto virus deve essere piaciuta moltissimo, con l’intero mondo occidentale praticamente obbligato ad acquistare online.
Se qualcuno ha definitivamente chiuso la propria attività ed ora si ritrova alla fame, che ci vogliamo fare? E’ il capitalismo, quindi chi se ne frega, giusto?
In questo rapporto leggiamo chiaramente che i Paperon de Paperoni hanno recuperato le proprie perdite a causa della pandemia in appena 9 mesi, mentre i più poveri ci impiegheranno 10 anni.
Si potrebbe aggiungere che i poveri continuano a ricevere migliaia di cartelle esattoriali, mentre i Marchesi del Grillo possono tranquillamente far finta di niente, con il tacito benestare delle autorità.
Si allarga sempre più dunque la forbice che divide ricchi e poveri, dandoci uno scorcio di futuro distante anni luce dalla zuccherosa visione offertaci dalla tv e da troppi slogan al limite del patetico.
Da “andrà tutto bene” ad “andrà tutto all’asta” è un attimo.
Lo scenario appare ancora più sconfortante se pensiamo che i 10 uomini più ricchi del mondo hanno visto aumentare la propria ricchezza di una cifra pari a 540 miliardi di dollari dall’inizio della malattia infettiva. Oxfam calcola che si tratta di una cifra più che sufficiente ad acquistare il vaccino per ogni abitante del pianeta.
Nella sola Italia da marzo 2020 sono 36 i miliardari che hanno avuto un incremento dei propri guadagni, per una somma che equivarrebbe a 7.570 euro per ognuno di quei 6 milioni di cittadini italiani che rappresentano il 10% più povero.
Il quadro globale è il seguente: per la prima volta in 100 anni, si sta registrando un aumento del divario economico. E il dato riguarda quasi tutti i Paesi, in contemporanea.
295 economisti, tra i quali Jayati Ghosh, Jeffrey Sachs e Gabriel Zucman, hanno svolto un sondaggio che confermerebbe questo scenario. L’87% delle persone intervistate dice di aspettarsi “un aumento” o un “significativo aumento” della disparità di reddito nel rispettivo paese.
“…Il virus della disuguaglianza mostra come la pandemia abbia acuito le disuguaglianze economiche e sociali, razziali e di genere preesistenti” si legge in una nota del rapporto, che sottolinea l’iniquità del sistema economico in cui “un’élite di miliardari ha continuato ad accumulare ricchezza nel corso della più grave crisi dai tempi della Grande Depressione, mentre miliardi di persone sono state spinte sull’orlo della povertà…”.
I mercati non fanno altro che confermare questo stato di cose, con la ricchezza complessiva dei miliardari che nel dicembre scorso ha toccato la soglia degli 11.950 miliardi di dollari. Una cifra che equivale a quella stanziata dai Paesi del G20 per far fronte al disastro lasciato dalla pandemia.
Cifre inquietanti in mano a pochi uomini, spesso soggetti a complessi di superiorità degni dei Faraoni dell’antico Egitto.
Oxfam avvisa che la ripresa sarà “lunga e dura”, considerando che anche prima dell’avvento del virus “metà dei lavoratori dei Paesi più vulnerabili versava in condizione di povertà e i tre quarti della forza lavoro non godeva di alcuna forma di protezione sociale come l’indennità di malattia e i sussidi di disoccupazione”.
Non si parla semplicemente del Terzo Mondo ma anche di Europa. E l’Italia non è distante da questo resoconto, con tanti saluti ai sindacati evaporati nel mondo della casta.
Le più colpite sarebbero le donne, i cui settori lavorativi sono stati quelli maggiormente segnati dalla pandemia. Essendo la categoria femminile quella maggiormente impiegata nei settori sanitari o nel sociale (oltre il 70%) è anche quella più a rischio. Per guadagnare l’equivalente di un amministratore delegato in un solo anno, un’infermiera dovrebbe lavorare 127 anni.
Si prova vergogna anche a scriverlo, tanto è assurdo.
C’è poi la questione razziale, che colpisce in modo differente. Il rapporto Oxfam ci fa sapere che “i brasiliani di discendenza africana hanno il 40% di probabilità in più di morire di Covid-19 rispetto alla popolazione bianca”. Mentre in America “22.000 cittadini afroamericani sarebbero ancora vivi se il loro tasso di mortalità fosse stato uguale a quello dei bianchi”.
Gabriela Bucher, direttrice di Oxfam International, afferma che con ogni probabilità assisteremo ad un ulteriore aumento delle disuguaglianze “…Come mai prima d’ora. Una distanza tanto profonda tra ricchi e poveri da rivelarsi più letale del virus stesso. Mentre un’élite di pochi miliardari ha tratto enormi profitti dalla pandemia, le piccole e medie attività stentano a resistere, e sempre più persone perdono il lavoro, finendo in povertà…”.
Proprio le donne e le minoranze etniche sono in cima alla lista dei più colpiti: in molti paesi sono già numeri importanti di chi è letteralmente alla fame, privato persino dell’assistenza sanitaria.
Mentre qualche megalomane sogna di costruire una civiltà su Marte, c’è gente che non ha cibo e cure. Un paradosso. Si parla di droni che ci porteranno la posta, mentre la gente non avrà più alcuna sussistenza.
Un mondo come quello appena descritto, è un mondo già fallito in partenza. Una società destinata ad implodere velocemente, che corre sul filo della tensione sociale fino all’accensione della miccia che darà inizio all’incendio.
Un appello in particolare va rivolto ai governanti dei cosiddetti “Paesi civili”, pregandoli di smettere di sprecare occasioni con paroloni e luoghi comuni. È la sostanza ciò di cui abbiamo bisogno e subito.
A meno che non si voglia davvero dar vita ad un Mondo Nuovo, parafrasando Huxley, che si andrebbe a comporre di due universi anni luce distanti tra loro ed inconciliabili. Con tutte le conseguenze del caso, dato che l’umana sopportazione ha un limite:
“…Ecco, secondo me, come nascono le dittature – scriveva Platone – Esse hanno due madri. Una è l’oligarchia quando degenera, per le sue lotte interne, in satrapia. L’altra è la democrazia quando, per sete di libertà e per l’inettitudine dei suoi capi, precipita nella corruzione e nella paralisi“.
Allora la gente si separa da coloro i quali ritengono siano responsabili di averla condotta ad un tale disastro e si prepara a rinnegarla prima coi sarcasmi, poi con la violenza che della dittatura è pronuba e levatrice. Così la democrazia muore: per abuso di sé stessa. E prima che nel sangue, nel ridicolo.
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