Il potere logora chi non ce l'ha. Ma una volta ottenuto è difficile farne a meno. I 5 Stelle del movimento sono passati ai 5 Stelle del partito: e Il compromesso impera.
Roma – Winston Churchill sosteneva che non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare. Ecco, ora togliamo l’accenno al miglioramento, che non rientra nel nostro caso, e abbiamo il perfetto epilogo della parabola dei 5 Stelle.
Oggi possiamo affermare con certezza pressoché assoluta che poco o nulla è rimasto del movimento originale, quello che si era fatto strada a suon di “vaffa” e che successivamente scandiva il mantra “onestà”. Potere della poltrona, con relativi benefits.
Molto difficile tornare a mangiare tonno in scatola (per restare in tema), quando si è assaggiato il caviale.
Dopo gli ultimi avvenimenti che hanno visto il Governo Conte in bilico a causa delle posizioni prese da Matteo Renzi, possiamo essere certi che i pentastellati abbiano cambiato opinione anche sui senatori a vita.
Probabilmente ci troviamo di fronte a persone con una faccia di bronzo da guinness dei primati, oppure è gente che crede che la memoria degli italiani sia labile quanto la loro coerenza.
Invece, purtroppo per loro, ricordiamo benissimo le parole pronunciate da Beppe Grillo nel lontano 2012 a proposito dei senatori a vita. Il post è ancora lì, sul Blog delle Stelle, data 28 agosto 2012, con tanto di fotografie di personaggi quali Carlo Azelio Ciampi, Rita Levi Montalcini, Giulio Andreotti, Mario Monti ed Emilio Colombo.
Il titolo è il seguente: “Senatori a vita, praticamente eterni”. Nell’articolo troviamo l’ormai tristemente celebre frase: “Non muoiono mai o muoiono troppo tardi”.
Era l’epoca in cui il Movimento 5 Stelle contrastava fortemente i senatori nominati dal Presidente della Repubblica definiti graziati da una “promozione di carattere feudale, baronale, come ai tempi dei valvassini e valvassori”. “Quasi per diritto divino”.
Era un’epoca in cui il partito di Grillo giurava che mai avrebbe stipulato alleanze politiche di qual si voglia colore.
L’ingresso di Mario Monti nello statuto venne salutato, nel medesimo post, da un memorabile “Rigor Montis”. Ironico pensare che si trattasse proprio dello stesso Monti che abbiamo visto porre la fiducia al Governo di cui fanno parte questi stessi personaggi che all’epoca ironizzavano sprezzanti sulla sua nomina “per meriti sconosciuti e immunità parlamentare acquisita”.
Non solo: il 19 scorso è venuto a mancare l’ex Pci Emanuele Macaluso, a cui l’Aula di Palazzo Madama ha voluto dedicare un minuto di silenzio.
Con una nonchalance degna di un’attrice d’avanspettacolo, la grillina Vittoria Casa, presidente della Commissione Cultura, gli ha pure dedicato un addolorato discorso, definendolo “…Punto di riferimento per più classi dirigenti…”.
Dunque, improvvisamente Macaluso non è più “quello della corrente migliorista” di Giorgio Napolitano, come venne definito il dirigente Pci – sempre nello stesso articolo sul Blog delle Stelle – gettandolo nella mischia dei potenziali senatori a vita. “Come si cambia per non morire”, verrebbe da dire.
Volendo essere razionali, condannando con forza i toni che vanno oltre la maleducazione più becera, non è nemmeno così sbagliata l’idea di una revisione dello statuto in questione: oggi la gente si domanda se sia giusto o meno che persone scelte dal Presidente della Repubblica, per meriti certamente importanti, possano influire su scenari politici, in quanto non votati dal popolo. Forse anche l’appannaggio di cui godono andrebbe ridimensionato, soprattutto di questi tempi.
Non era così criticabile, infondo, ciò che i pentastellati di un tempo riassumevano nella frase seguente: “in Senato pochi voti possono determinare l’esito di un voto di fiducia o l’approvazione di una legge non costituzionale. È già successo. I senatori a vita possono risultare decisivi”.
Giustissimo e condivisibile. Esattamente ciò che è successo l’altro ieri: i senatori a vita sono risultati decisivi. Come la mettiamo? Forse, votando a loro favore, hanno improvvisamente assunto un’aura salvifica completamente nuova?
Uno spettacolo che rasenta il limite dell’umana dignità quello offertoci dai 5 Stelle, partito politico di sedicenti incorruttibili, passati con una velocità in grado di sfondare il muro del suono da “mai col PD” a “erano altri tempi”.
Da “basta con la casta” a “ho un mutuo, cercate di capire”. E ancora da “il limite dei due mandati” al “mandato zero”. Da “i voltagabbana, cambiacasacca” allo straordinario “costruttori” (questo, davvero, meriterebbe un applauso per l’inventiva).
Probabilmente, se glielo domandassimo oggi, Monti diverrebbe improvvisamente un saggio luminare. Coerenza? Non pervenuta.
Signori pentastellati se siete stati salvati questa volta, lo dovete a coloro che volevate abolire. Se occupate le cariche attuali, lo dovete alle alleanze con coloro che un tempo disprezzavate.
In una cosa avete fatto centro: siete diventati esattamente ciò che avreste voluto cambiare. A volte la sorte è proprio ironica. Sarà che chi disprezza compra?
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