L'argomento "immigrati" tiene sempre banco ma se non vuoi avere grane ne devi parlare bene. In ogni caso. Anche quando feriscono e stuprano. Sennò sei fuori dal coro, fuori da certi affari…
Torino – In tempi in cui dire la verità è quasi un miracolo sentire chi parla papale, papale sorprende e ci fa ben sperare. Se poi l’argomento riguarda i migranti, apriti cielo. Meglio stare zitti e cambiare l’assunto perchè come parli sbagli, senza requiem. Evidentemente il questore di Torino se ne frega altamente di certa politica negazionista e spiattella il suo pensiero dicendola la verità. Nuda e cruda. Da tempo sotto gli occhi di tutti:”… Gli immigrati delinquono di più, sono più violenti, arroganti e per questo bisognerebbe accelerare sui rimpatri…“. A queste parole sono seguite le inevitabili polemiche ma Giuseppe De Matteis, capo della questura torinese, non ha battuto ciglio ed ha tirato dritto per la sua strada continuando a fare il suo lavoro di poliziotto pensando esclusivamente alla sicurezza dei cittadini e alla tutela dei suoi agenti e delle forze dell’Ordine in generale:
“…Se molti dei migranti che troviamo nelle statistiche non fossero così aggressivi, violenti e dediti a reati, la nostra attività si ridurrebbe del 45% – ha aggiunto De Matteis – nell’ultimo mese su 23 episodi di violenza, minaccia resistenza e lesioni ai danni di operatori delle volanti 11 sono stati posti in essere da stranieri, in stato di alterazione per alcol e droga. In molte circostanze gli stranieri reagiscono con maggiore violenza e crescente senso di sfrontatezza dato dalla consapevolezza delle fragilità del nostro sistema normativo che, salvo in rari casi, consente la liberazione immediata dell’arrestato. In realtà molti migranti che commettono reati come ad esempio lo spaccio di droga temono di più l’espulsione degli effetti penali della legge. Per questo motivo sarebbe meglio accelerare le procedure dei rimpatri e rivedere le norme sull’immigrazione, frutto di un’epoca differente…“.
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Insomma è la realtà, cooperanti fatevene una ragione. E non certo per colpa nostra. La violenza dei cittadini extracomunitari è dimostrata dagli episodi atroci degli ultimi sei mesi che vanno dagli stupri alle rapine, dai furti alle lesioni gravi a tutta una serie di delitti contro le forze dell’ordine che sono culminati con continui ferimenti di poliziotti e carabinieri, nell’impossibilità, palese, di difendersi per evitare guai. Sotto tutti i punti di vista.
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Chi invece non pensa agli interessi della collettività e rema contro, tanto per fare un esempio e rimanere nel territorio piemontese, è tale Marco Grimaldi, consigliere regionale di “Liberi, Uguali e Verdi”, che si rivolge al questore con una pantomima dietrologica e strumentale. E anche un po’ ingenua:”… Il questore dovrebbe chiarire se ritiene la mafia nigeriana più arrogante di quella nostrana – ha aggiunto il consigliere – o se fa riferimento a profili etnici e culturali. In questo caso potrebbe essere utile che la questura avvii un confronto con mediatori culturali e le comunità di migranti…”.
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A giustificare una certa categoria di migranti o, meglio, senza farne la dovuta distinzione è Monica Cristina Gallo, Garante per i detenuti del Comune di Torino, che pare viva al di fuori del mondo reale: “…I criminali sono una minoranza, tutti gli altri cercano un futuro – continua la Garante – senza mediatori, i migranti non capiscono che cosa succede intorno a loro quando vengono a contatto con gli istituti penitenziari. Ci presentano problemi linguistici e culturali…”. Invece lo capiscono benissimo e sanno che pagare qualche mese di carcere per una coltellata è senz’altro meglio che essere rimpatriati. Meglio comodi in un cella del Bel Paese che scontare qualche mese di galera nei loro penitenziari dove se beccano un italiano non vanno tanto per il sottile quando si tratta di sganassoni e torture. Ma forse questo la garante non lo sa dunque i suoi rimangono solo problemi linguistici e culturali che dovremmo affrontare con le buone maniere.
Per chi ancora fingesse di non aver capito e si ostinasse a fare il finto tonto consiglio un bel viaggetto a Lampedusa. Non si limiti a vedere la tv e a leggere certi giornali. Vada di persona e si renderà conto con chi ha a che fare. Parli pure con i nostri connazionali, da anni e anni costretti a convivere, loro malgrado, con chi piscia e vomita per terra dopo essersi ubriacato in piazza. Per poi magari incendiare l’hot-spot e fuggire altrove con l’infezione in corpo. Anche alla presenza di quei pochi turisti che hanno giurato di non tornare mai più. Specie in tempi bui come questi. Altro che migranti che cercano un futuro. Una prospettiva di vita migliore con spranghe di ferro e coltelli in mano? Ma roba dell’altro mondo.
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