Nuove metodologie al servizio dell'uomo e della terra sembrano promettere bene per raccogliere prodotti agricoli di elevata cultura a prezzi competitivi. Contadini e braccianti saranno capaci di sostenere i nuovi impatti dell'alta tecnologia?
Roma – L’agricoltura va oltre il virus, con l’aiuto di droni e robot. Nessuna più fervida fantasia avrebbe potuto far presagire, ai nostri antenati, l’utilizzo della tecnologia avanzata, soprattutto nella coltivazione della terra. Certo, niente e nessuno potrà mai sostituire la sapienza contadina, così come le “braccia” di centinaia di migliaia di lavoratori stagionali che ogni anno permettono i raccolti di buona parte dei prodotti agroalimentari nostrani.
Ma in un periodo gramo come quello che i campi stanno attraversando, alle prese con una eccezionale penuria di lavoratori, diventa ancora più importante il ruolo di quella che si chiama ormai “agricoltura 4.0” e che altro non è che l’applicazione su vasta scala della digitalizzazione e dell’innovazione tecnologica per le coltivazioni e gli allevamenti. Eppure attraverso droni ed robot si riescirà a ripartire meglio, tra l’altro questa nuova nicchia di mercato rappresenta una risorsa dal valore di circa 450 milioni di euro.
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Ultimamente la Coldiretti, Filiera Italia e Bonifiche Ferraresi con il primo “Innovation Day”, cioè una giornata riservata alle tecnologie a disposizione delle imprese agricole, ha presentato i diversi processi tecnologici in continua evoluzione. Una svolta virtuale di grande importanza. Entro due anni il traguardo da raggiungere è il 10% della superficie coltivata in Italia posta sotto controllo delle diverse applicazioni digitali. Una vera rivoluzione che può salvare ed ottimizzare sia la produzione e la qualità che ridurre i costi aziendali.
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Gli investimenti in nuove tecnologie nel settore agricolo si concentrano in particolare sui sistemi di monitoraggio e controllo delle produzioni (49%), sulle attrezzature e software gestionali (34%) e sulle tecnologie di mappatura delle superfici, nonché la raccolta di dati per il supporto alle decisioni (14%). È il regno, questo, non solo dei droni, che consentono di tenere sotto osservazione vaste estensioni di terreno ma di seguire, anche, lo sviluppo delle coltivazioni e le possibili malattie delle piante o lo stato idrico dei campi. Così con Agricoltura 4.0 si potranno usare sistemi informatizzati di sorveglianza per irrigazioni e fertilizzanti, l’impiego di trappole tecnologiche contro i parassiti dannosi ed i meccanismi di tranciabilità del prodotto, dal campo fino al consumatore finale. Il problema, al di là di ogni chiacchiera salottiera o convegnistica è programmare una serie di interventi necessari da parte della “politica” per agevolare il settore agricolo italiano e renderlo competitivo nel mondo. Certo molta strada rimane ancora da fare ma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini sembra soddisfatto:
“…Le nuove tecnologie digitali, per l’agricoltura 4.0 di precisione – dice Prandini – sono uno strumento strategico per ripartire da un presente che deve fare, purtroppo, i conti con l’emergenza del Covid-19, che sta mettendo comunque a dura prova tutti i settori merceologici…”
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Mentre Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, precisa che proprio l’innovazione verso un agroalimentare più sano e sostenibile è al centro della nuova strategie europea “Farm to fork” (dal coltivatore al consumatore), occorre capire come si vuole raggiungere questo obiettivo. Non si possono stravolgere i sistemi naturali e di qualità, orientandosi esclusivamente verso un modello sintetico e artificiale. La scommessa è proprio questa.
La pandemia, infatti, offre all’Ue l’opportunità di rivedere il proprio sistema agricolo e alimentare: renderlo più verde e più conforme ai diritti, con catene di approvvigionamento più eque, prezzi adeguati per agricoltori e consumatori e garantire i diritti dei lavoratori. Bisogna stare attenti e sapere come raggiungere la qualità di un prodotto. Il comparto agricolo e’ rientrato in quella fetta di attività ritenute – a ragione – indispensabili per il normale prosieguo della vita anche in tempo di lockdown del Paese, ma questo non significa che il settore sia esente da crisi, come ben evidenziano le richieste di aiuto che produttori agricoli e vinicoli continuano ad avanzare al ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Una difficoltà dalle molte cause che vanno esaminate con competenza, accelerando la transizione digitale anche nei campi e fornendo agli agricoltori il supporto indispensabile per ogni decisione agronomica. Altro passo importante sarà quello di sviluppare brevetti basati su tecnologie che abbiano uno standard tecnologico tutto italiano.
Il governo pare concordare con le istanze degli agricoltori, infatti attraverso il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, l’esecutivo sembra convinto: “…Il manifesto della filiera agroalimentare 4.0 va nella giusta direzione: bisogna creare aggregazione e sinergia tra produzione agroalimentare e mondo dell’innovazione tecnologica…”. Però quanto vale una produzione biologica locale che conserva profumi, sapori e ricordi di un tempo… La vera scommessa è sotto gli occhi di tutti.
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