L'impegno del Governo mirerà anche all'eliminazione dei divari di genere, rafforzata con una estensione triennale dello sgravio contributivo, potenziandola nelle aree dove maggiore è il fenomeno di un basso livello di occupazione femminile. Seguono altri benefit per le classi sociali meno abbienti.
Roma – Il Governo tenta di riformare il fisco con una proposta legislativa che accontenti tutti e tenga conto della particolare situazione di crisi che stanno attraversando aziende e professionisti. Con la riforma saranno anche razionalizzate le spese fiscali onde evitare un aggravamento della depressione economica. Certamente non si farà ricorso a condoni. E sarebbe la prima volta.
L’alleggerimento della pressione fiscale è una delle componenti più importanti del programma di Governo e dopo il taglio del cuneo partito da luglio, si sta lavorando ad una riforma complessiva della tassazione, diretta e indiretta, per disegnare un fisco equo, semplice e trasparente per i cittadini, che riduca in particolare la pressione fiscale sui ceti medi e le famiglie con figli. “Si accelera, anche, la transizione del sistema economico verso una maggiore sostenibilità ambientale e sociale“, è quanto si legge nella bozza del Piano Nazionale di Riforma (PNR) che accompagna il Def e che dovrebbe essere varato dal prossimo Consiglio dei Ministri. Con la riforma saranno rivisti anche i sussidi ambientalmente dannosi.
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L’esecutivo è intervenuto in questi mesi per “contrastare i devastanti effetti economici dell’epidemia Covid-19” e ora non vi è tempo da perdere per evitare “una fase di depressione economica”, afferma il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri nella premessa del documento in cui sono indicate le linee del Piano di Rilancio, che l’Italia metterà a punto per settembre. Il piano è basato su tre pilastri: modernizzazione del Paese, transizione ecologica e inclusione sociale, territoriale e parità di genere. In definitiva le “…Notevoli risorse che l’Unione Europea ha messo in campo – continua ancora Gualtieri – devono essere utilizzate al meglio…”.
Peraltro con il sostegno dei fondi “Next generation Ue“ nei prossimi quattro anni sarà possibile raggiungere un livello di investimenti pubblici superiore al 3% del Pil, che avrà come “obiettivo prioritario quello di incrementare fortemente gli investimenti pubblici“. Nel lavoro che Conte ed i suoi stanno programmando per modernizzare il Paese si cerca di garantire, a tutte le principali aree urbane dell’Italia peninsulare, tempi di accesso a Roma non superiori a quelli oggi garantiti dal sistema Alta Velocità sulla sua tratta di maggior lunghezza (cioè 4h e 30min).
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Altra novità è rappresentata, secondo indiscrezioni contenute nella bozza del piano nazionale di riforma, dall’organo esecutivo che si accinge a varare un ulteriore provvedimento, che interverrà in ambiti nei quali appare necessario un nuovo ampliamento delle risorse di bilancio, in particolare il sostegno agli ammortizzatori sociali e agli enti territoriali. Si conferma cosi l’intenzione di chiedere un nuovo sconfinamento dagli obiettivi di deficit per finanziare ulteriori misure per far fronte all’emergenza Coronavirus. In tre anni si prevedono 7 miliardi in più per istruzione e ricerca. Così per il rilancio post-Covid si punterà ad incrementare la spesa pubblica per la ricerca e per l’istruzione, in special modo terziaria, in misura pari complessivamente a 0,4 punti percentuali di Pil nei prossimi tre anni. In particolare parte della maggiore spesa sarà destinata al finanziamento di progetti di ricerca che perseguano obiettivi di sostenibilità ambientale e digitalizzazione e che contestualmente abbiano un rilevante effetto sull’incremento della produttività.
L’impegno del Governo mirerà anche all’eliminazione dei divari di genere, rafforzata con una estensione triennale dello sgravio contributivo, potenziandola nelle aree dove maggiore è il fenomeno di un basso livello di occupazione femminile (come annunciato nel Piano per il Sud 2030). La partecipazione delle donne sarà incentivata specie nel mercato del lavoro con il rispetto del principio costituzionale della parità di genere nelle retribuzioni.
Infine è necessario essere prudenti ed usare meglio i Fondi Europei, con interventi green, inclusione sociale, riforma del fisco e controlli anti evasione. La bozza del Pnr, il Piano nazionale di riforma, dovrebbe essere finalmente pronta per essere valutata dal Consiglio dei Ministri insieme al Decreto Semplificazioni. L’Italia, peraltro, è l’unico Paese europeo che ancora non ha inviato a Bruxelles il proprio Pnr ma non c’è più tempo da perdere dopo i devastanti effetti della pandemia, per altro tutt’altro che superata.
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