Eclissi bancaria: addio vecchie filiali

La digitalizzazione della società prosegue imperterrita la sua missione che consiste nello spazzare via le sedi periferiche tanto utili ai cittadini, soprattutto agli anziani.

Roma – Da qualche anno si sta assistendo alla chiusura di molti sportelli bancari, con gravi ripercussioni per i piccoli centri e per le persone anziane che hanno poca dimestichezza con la tecnologia. Diventando impraticabile semplici servizi di base come il ritiro del contante o l’accesso al credito. Una maniera per isolare imprese e famiglie col rischio di lasciarle più vulnerabili all’illegalità. L’ultimo caso ha riguardato il gruppo spagnolo Santander Consumer Bank che ha deciso di porre fine alla presenza di sue filiali sul suolo italico. Il fenomeno si sta diffondendo in modo capillare, tanto da essere definito “desertificazione bancaria”.

L’Osservatorio della Desertificazione Bancaria a cura di First Cisl (Federazione Italiana Reti dei Servizi del Terziario), il sindacato dei lavoratori delle banche, delle assicurazioni, della finanza, della riscossione e delle authority, ha diffuso dei dati secondo cui negli ultimi quattro anni si sono eclissati 6388 sportelli, quasi 1277 all’anno. Questo quadro a tinte fosche è ancora più grave perché l’Italia rispetto ad altri paesi è meno propensa all’uso del digital banking e sono ancora tante le persone che utilizzano il contante nelle transazioni. Nonostante questa situazione ici sono meno sportelli bancari, mentre Paesi come Spagna e Francia ne dispongono di un numero maggiore.

Chiusura di numerosissime agenzie bancarie periferiche

Questa particolarità è presente anche a livello nazionale. Nel Nord Italia, dove l’utilizzo delle banche digitali è maggiore rispetto al Sud, gli sportelli bancari, presenti sul territorio, sono superiori numericamente. Una tendenza che riguarda sia gli sportelli che le filiali locali. Ad esempio, Intesa San Paolo ne ha in programma di chiudere, entro il 2025, un totale di 1500 agenzie. Si tratta di quelle realtà che hanno un basso livello di operatività con una produzione di operazioni al di sotto della media ipotizzata, che possono essere rimpiazzate dagli sportelli automatici. Inoltre, questa sorta di “virus” che provoca la chiusura delle banche ha contagiato anche quelle che sono per tradizione e cultura legate al territorio.

Ad esempio la Banca del credito Cooperativo (Bcc) sta calando la propria presenza e in circa 1900 comuni è l’unica banca sopravvissuta alla scomparsa. A questo proposito è da segnalare la campagna “Chiusure filiali? No grazie” promossa da Uilca, il sindacato dei lavoratori del credito, il cui scopo è considerare le banche come punto di riferimento sul territorio, non solo da un mero punto di vista economico e finanziario, ma, soprattutto, da quello sociale, a garanzia dei propri clienti e dipendenti. Altri Paesi, trai cui USA, Gran Bretagna, Svezia e Scozia, da qualche anno, stanno escogitando delle alternative a quello che appare un processo irreversibile.

Aumento dell’utilizzo delle banche digitali

Ovvero, si sta pensando a filiali condivise, a chioschi bancari sotto il controllo di più istituti e a quale debba essere la distanza massima tra i vari istituti. Forse si sta comprendendo che l’annientamento di filiali e sportelli bancari, finora, è stato troppo rapido. Inoltre, si è avvertita l’esigenza di non far crollare un settore, comunque, fondamentale ed essenziale per l’intera economia. Infine, è prioritaria la tutela di milioni di cittadini che hanno diritto a svolgere le proprie attività finanziarie, nel modo più consono possibile. La tecnologia informatica, non solo quella bancaria, dovrebbe al servizio delle persone e non viceversa. Sarà così?

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