Milioni di italiani stanno attraversando un periodo terribile che sembra non avere fine. Tutte le spese sono in costante aumento e la povertà assoluta è una condizione che si diffonde sempre più. Nonostante le rassicurazioni del Governo la situazione non cambia. In certi casi è pure peggiorata.
Roma – Continuano ad aumentare le disuguaglianze sociali ed economiche. La quota di famiglie in povertà assoluta fra il 2005 e il 2022 è più che raddoppiata. In effetti a causa dell’inflazione, una grave erosione del potere d’acquisto delle famiglie che sta colpendo gran parte della società determinando un impoverimento sempre maggiore. L’affitto, le bollette alle stelle, il carburante per andare al lavoro, i farmaci per un familiare malato cronico, sono tra le cause del divario sociale che si sta registrando con sempre maggiore incremento. La considerazione generale è che non si riesce a pagare tutto, o meglio se si dovesse far fronte a tutto non avanzerebbe niente per pranzo e cena.
Tante, insomma, le cose indispensabili a cui si deve rinunciare. Se si assolve ad una esigenza si è costretti a rinunciare all’altra. Per esempio se si pensa alla spesa non si può pagare la benzina. Però, mentre la benzina non la regala nessuno i pasti sì. Ecco allora che cominciano ad attivarsi una serie di scelte ed opzioni per resistere alle varie necessità e soddisfare almeno i primari bisogni di una famiglia. Una spirale tortuosa e poco dignitosa. Negli ultimi tre anni il numero delle persone che hanno chiesto aiuto per mangiare è salito di un milione, il 64% al Sud, il 22% al Nord e il resto nelle aree del Centro Italia. Oltre 2 milioni di persone hanno ricevuto sostegni alimentari in modo continuativo, il resto si è rivolto ai programmi e alle strutture di assistenza solo in modo saltuario, come soluzione per momenti di estremo bisogno.
Il Banco Alimentare e le tante strutture caritative sul territorio diventano un argine alla povertà alimentare. La stragrande maggioranza di chi è stato costretto a ricorrere agli aiuti alimentari lo fa attraverso la consegna di “pacchi spesa” che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri che, per vergogna, prediligono questa forma di sostegno piuttosto che il consumo di pasti gratuiti nelle strutture di assistenza. Nel paniere della solidarietà si trovano un po’ tutti i prodotti non deperibili, che vanno dal latte a lunga conservazione UHT, alla pasta, dalla salsa di pomodoro ai legumi, dai succhi di frutta e zucchero al caffè e biscotti, senza dimenticare carne e tonno in scatola, farina, marmellate, formaggio, fette biscottate.
Tra i nuovi poveri ci sono anche coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani, ma anche professionisti, che hanno dovuto chiudere il proprio esercizio commerciale, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività colpite dalla crisi e dal balzo dei costi energetici. Con l’inflazione alimentare, più alta da quasi 40 anni, salgono a oltre 3,1 milioni i poveri che hanno chiesto aiuto per cibarsi facendo ricorso alle mense per i poveri o ai pacchi alimentari, per un totale di 92mila tonnellate di cibo distribuite negli ultimi 12 mesi.
Questa è la situazione secondo Coldiretti sui dati Fead nel suo studio “Poveri, il lato nascosto dell’Italia”, presentato in occasione del grande mercato contadino di Campagna Amica a San Pietro. Un mercato dedicato alla solidarietà con la “spesa sospesa”, la tavola della fraternità per i più bisognosi, il cestino solidale per i senzatetto.
Le famiglie italiane, secondo l’analisi della Coldiretti, sembra si preparino a vivere l’estate a tavola più cara da decenni. Il numero dei bambini sotto i 15 anni bisognosi di assistenza per mangiare ha superato quota 630mila, praticamente 1/5 del totale degli assistiti, ai quali vanno aggiunti 356mila anziani sopra i 65 anni. A ciò si aggiunge una platea della fame e del disagio che coinvolge più di 2,1 milioni di persone fra i 16 e i 64 anni. Fra tutti coloro che chiedono aiuto per il cibo ci sono anche oltre 100mila senza fissa dimora che vivono per strada, in rifugi di emergenza, in tende o anche in macchina e quasi 34mila disabili.