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Una frase della Premier sulle tasse alza un vespaio

L’affermazione di Giorgia Meloni sulla lotta all’evasione fiscale come “pizzo di Stato” divide l’opinione pubblica e solleva questioni sul sistema tributario e le politiche di riscossione. Ormai indifferibile una vera riforma del Fisco.

Roma – La cronaca di un accadimento può essere esaltata positivamente o negativamente. Dunque sarebbe opportuno analizzare non solo le parole, ma il contesto argomentativo e complessivo del discorso, al solo fine di capire il pensiero altrui. Poi ognuno è libero di concordare o criticare. “La lotta all’evasione fiscale si fa dove sta davvero l’evasione, non sul piccolo commerciante a cui chiedi il pizzo di Stato” è il passaggio incriminato e che continua a suscitare polemiche e dibattiti. Vere e proprie sabbie mobili nelle quali si è imbattuta la presidente del Consiglio durante un comizio a Catania, in occasione della chiusura della campagna elettorale in vista delle elezioni amministrative a cui il centrodestra ha partecipato in sostegno di Enrico Trantino.

Insomma da Catania con furore, sulle tasse e il “pizzo di Stato”, Meloni ha detto che il suo concetto è stato travisato e che non si riferiva all’imposizione fiscale ma di quando lo Stato, invece di fare la lotta all’evasione fiscale, fa caccia al gettito, che tradotto significa di come all’inizio di ogni anno si prevede di come e soprattutto di quanto fare la lotta all’evasione fiscale in termini percentuali. Curioso, per la premier, perché da ciò deriva poi che quegli importi bisogna raggiungerli a tutti i costi, pena non avere i soldi per coprire i provvedimenti legislativi.

Giorgia Meloni alla prova dei fatti – Foto di: L’Espresso.

Dunque, proprio per questi motivi “Si fanno cose bizzarre che sono più simili alla caccia al gettito che alla lotta all’evasione fiscale”. Però, parlare di pizzo in Sicilia, in quel contesto e con quel paragone, è stato comunque discutibile e non sono mancate le legittime critiche dall’opposizione. Ma la replica alle tante contestazioni ha dato la possibilità alla Presidente del Consiglio di chiarire il proprio pensiero, magari scivolando sui vetri appannati dall’indifferenza di una piaga atavica. Così, la premier ha affermato di sapere benissimo di cosa ha parlato e che, comunque, il giudizio, al di là dei commenti, sarà espresso dagli italiani e in ogni caso si è già palesato a Catania, dove si sono svolte le ultime Amministrative che hanno portato FdI al primo posto.

“Tra quello che le persone hanno sentito e quello che, come al solito, una certa stampa ha riportato, c’è differenza. Fortunatamente le persone normali, in giro per l’Italia, vanno a vedere che cosa hai detto e non le ricostruzioni che fa una certa stampa…” ha affermato Meloni. “Certamente non è un bel sentire che una presidente del Consiglio, soprattutto in Sicilia, definisca “pizzo di Stato” i tributi previsti da leggi approvate dal Parlamento in ottemperanza di quanto prevede l’articolo 53 della Costituzione, il quale recita che: ‘tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva‘”.

Detto questo, non arriveremo ad affermare che le tasse sono una bella cosa, soprattutto quando i servizi per i cittadini sono scadenti, lenti e a volte fatiscenti, nonostante le presunte prestazioni si sostengano con il gettito delle tasse. Insomma, è chiaro a tutti che il sistema fiscale vigente è squilibrato e iniquo, debole con i forti e forte con i deboli. Non solo, il tutto è condito con una abbondante spolverata di burocrazia, che rende ogni sistema fiscale incomprensibile quando tutto il resto non funziona.

È naturale che qualcuno possa essersi indignato per l’affermazione meloniana e interpretarla, anche, come un “libera tutti” dalle tasse ed imposte, ritenute inique e provocatorie. Però se si vuole essere onesti con sé stessi e gli altri, non si può disconoscere che la questione della percentuale di gettito evaso da scoprire, ad inizio di ogni anno, condizioni realmente il lavoro degli addetti alle ispezioni. E che, a fine anno, pur di raggiungere il budget stabilito, vanno anche da chi si presume non abbia sacche di evasione importanti. È un problema sollevato tante volte, ma ancora presente.

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