Basta fare un giro in una qualsiasi città italiana e osservare il comportamento delle persone per rendersi conto dell’infimo livello raggiunto dalle relazioni umane.
Roma – Quando si esce di casa è come se si indossasse l’elmetto per essere pronti alla battaglia quotidiana. Litigi per un nonnulla, aggressioni verbali e spintoni. E si è pure fortunati se non si arriva ad un vero e proprio scontro fisico, che qualvolta si verifica, purtroppo! Oggigiorno qualsiasi parvenza di idea o respiro dell’opinione pubblica viene sezionato da tutta una serie di sondaggi, che sono diventate oggetto di discussione in molti talk show televisivi.
È molto probabile che questi ultimi non abbiano nulla da dibattere riguardo la serietà e si affidino al chiacchiericcio del momento. Il problema è che a questi strumenti si affidano pure i partiti politici e i governi per saggiare l’umore degli elettori. Sarà per questo che, forse, invece di pensare a realizzare il programma per cui sono stati eletti, si segua l’onda del momento. C’è da segnalare la loro diffusione capillare, tanto che qualche esperto ha cominciato a storcere il naso, perché si tratta di sondaggi su campioni talmente ristretti che si corre il rischio che perdano la loro rappresentatività.
Nel dicembre scorso un particolare sondaggio è assurto agli onori della cronaca, tanto che se ne sono occupati i maggiori quotidiani della stampa nazionale. Il tema ha interessato i cittadini in quanto lo vivono sulla propria pelle. Ci si riferisce a una ricerca condotta da Preply, una piattaforma di e-learning (apprendimento a distanza) con sede negli USA e succursali in tutto il mondo, che ha intervistato 1.558 cittadini italiani per una classifica sulle città “più maleducate” d’Italia. Al campione di residenti di 19 capoluoghi più popolosi del Belpaese è stato chiesto di elencare una graduatoria di “scorrettezze” in cui è facile imbattersi quando si viaggia in treno, in bus, si gira per la città.
Insomma, quando si svolgono le più normali attività quotidiane. In particolare, evidenziare i comportamenti più fastidiosi e insopportabili. Infine, al campione è stato chiesto un giudizio complessivo sui comportamenti più oltraggiosi nel proprio territorio di residenza. Per fare questo, è stata data la possibilità di esprimere un voto che oscillasse tra 1 (il livello più alto di buona educazione) e 10 (il più elevato della maleducazione). In dettaglio i quesiti hanno riguardato quante volte una serie di comportamenti si fossero verificati e la loro diffusione nella propria città. Ovvero: utilizzo del cellulare in pubblico, gesto del saluto all’entrata in un negozio o in un locale pubblico, fare rumore o parlare ad altra voce in presenza di altre persone: abbandonare cartacce e altri piccoli rifiuti, lasciare la mancia al ristorante, rallentare quando si è alla guida di un’auto in prossimità delle strisce pedonali, saltare la corsa quando si è in fila per un servizio pubblico.
Per la cronaca, Venezia ha raggiunto la prima posizione nella classifica delle città più maleducate. Al secondo posto Catania, seguita da Parma. Nelle prime 10 rientrano anche Milano, Brescia, Roma, Genova, Trieste, Torino e Taranto. C’è da dire che sondaggi di questo tipo vanno presi con le molle, sia per la loro scientificità sia per i risultati. Spesso contraddicono infatti studi effettuati da istituti di spessore come l’Istat ed il Censis. In questo particolare elenco, ben 7 città sono settentrionali, 1 del Centro e 2 meridionali. Quindi: dove la situazione socio-economica è più rosea, i cittadini sono più maleducati. Mentre, nelle città che vivono un disagio sociale ed economico più accentuato, gli abitanti sono più signorili. Può anche essere vero, perché le variabili dei processi sociali sono infinite, ma qualche dubbio di attendibilità del risultato è lecito manifestarlo!