Nel giorno dell’anniversario della Costituzione italiana, giova ricordarne con nostalgia i princìpi fondanti, che oggi sembrano così lontani e in via di evaporazione.
Roma – Missione compiuta, il bilancio è stato approvato con 109 sì e 76 no. Nella ricorrenza del 75° anniversario della promulgazione della Costituzione italiana, avvenuta l’1 gennaio 1948, che è stata ripresa nel dibattito pubblico, è doveroso ricordare il prezioso contributo che è stato dato, soprattutto dai cattolici italiani di quegli anni, alla redazione della nuova Carta costituzionale.
Ciò avvenne, come sostiene Giovanni Sale – professore di Storia della Chiesa contemporanea nella Pontificia Università Gregoriana di Roma – dopo la dura esperienza del ventennio fascista e all’indomani della lotta combattuta da molti italiani di diverso orientamento politico contro gli invasori nazisti e i loro complici, i repubblichini di Salò. La Costituzione aveva il compito di rifondare su nuovi princìpi e valori democratici e pluralistici l’ordinamento statale, sconfessando esplicitamente ogni dottrina totalitaria o razzista dello Stato e della società. Il compito affidato dagli elettori ai “padri costituenti” era enorme.
Si trattava, infatti, di iniziare tutto da capo sia sul piano dei princìpi fondamentali, sia su quello più propriamente istituzionale e giuridico. L’apporto che i costituenti cattolici diedero alla redazione della Costituzione italiana fu veramente notevole e di elevata qualità. Dopo quei momenti di grande tensione morale e diversità ideologica che fecero grande il nostro Paese, constatare oggi la banalità d’approccio alle diverse tematiche sociali, fa venire i brividi. Tutto sembra illogico e provvisorio, “come se non vi fosse un domani” a cui pensare. I sociologi sostengono che abbiamo costruito, e stiamo tuttora costruendo, una società sempre più banale, più vuota, più consumatrice di evasioni.
Forse sarà sempre stato così, ma prima si cercava di nascondere questo comportamento, considerato negativo, mentre oggi si accetta la superficialità senza il minimo imbarazzo. È una banalità che colpisce molti aspetti e che si è insinuata nel sistema della vita sociale. D’altra parte, probabilmente essa non riveste tutto il carattere deteriore che a priori siamo tentati di attribuirle, perché l’essere “privi di smalto ed entusiasmo” resta, tutto sommato, una tra le molte opzioni presenti nell’esistenza umana. Sta di fatto che, in generale, tra le nuove generazioni di cittadini occidentali aumentano le attività banali. Per constatarlo basta guardare in che modo si ricevono le informazioni: sempre in eccesso, e tuttavia inconsistenti.
Vengono elaborate queste grandi quantità di informazioni tramite supporti di facile assimilazione, via audio o sullo schermo, tramite messaggi, che quasi non richiedono alcuno sforzo intellettuale, o attraverso le reti sociali. Le generazioni emergenti disertano la stampa e, in particolare, i lunghi articoli di opinione. Insomma, si accontentano, nel migliore dei casi, di occhieggiare i titoli. Per fortuna, c’è qualche eccezione. Questa banalità si compendia “nell’usa e getta”, così diffuso nella nuova società. Indossiamo vestiti usa e getta, mangiamo cibi usa e getta, preparati istantanei e sovrabbondanti, i cui scarti finiranno nella spazzatura e perfino partner e amicizie usa e getta.
Insomma, l’effimero ha il sopravvento in quanto implica uno scarso impegno e i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti. Chi rivolge uno sguardo critico all’insieme di valori della nostra società resta colpito, così, dal fatto che le reti sociali costruiscono la vita come un susseguirsi di banalità pressoché irrilevanti e contengono una buona dose di provvisorietà, dalla quale non si avverte però alcun disagio. Nel frattempo, ci si prepara per il cenone di Capodanno a cui saranno destinati alla tavola 96 euro in media a famiglia. Si prevede che quasi 9 italiani su 10 (88%) consumeranno il cenone nelle case, proprie o di parenti e amici, mentre gli altri si divideranno soprattutto tra ristoranti e agriturismi, dove sono previste oltre 4 milioni di persone.