In zona le sette dedite al culto del demonio si sarebbero moltiplicate negli anni ed alcuni avvenimenti drammatici lo proverebbero. Dei due scomparsi, in cinque anni, nessuna notizia eppure in zona qualcuno sa e tace. La sparizione dei due conoscenti, entrambi con qualche problema psicologico, ha diversi punti in comune ma ricerche e indagini non hanno portato ad alcun risultato.
Cave-Palestrina (Roma) – Ancora buio su due casi di scomparsa, avvenuti a distanza di tre mesi l’uno dall’altro. Le sparizioni dei due uomini sembrerebbero legate da un medesimo tragico destino: presunte vittime di rituali satanici?
I due conoscenti, pare entrambi in cura presso il locale centro di Igiene mentale, sono spariti dalla frazione di San Bartolomeo che ricade in parte nel territorio del comune di Palestrina ed in parte in quello di Cave, entrambi municipi in provincia di Roma. Il primo a sparire nel nulla è stato Stefano Scuderi, 54 anni, residente nella frazione di San Bartolomeo nella porzione urbana ricadente nel territorio di Palestrina il 9 marzo del 2017.
Un amico dell’uomo, per altro assistito da un tutor, era andato a trovarlo come faceva da anni. Appena arrivato in casa di Scuderi l’amico di famiglia rimaneva sconvolto alla vista dell’abitazione aperta e messa a soqquadro con diversi mobili danneggiati e l’auto aperta davanti all’ingresso del fabbricato.
Scuderi si sarebbe allontanato a piedi e senza portare nulla con sé, compreso il cellulare, effetti personali e alcune medicine salvavita che l’uomo doveva assumere con regolarità. Il profilo di Stefano Scuderi lo descrivono i suoi stessi amici: una persona dolce, bonaria e senza malizia che alternava momenti di euforia ad altri di sconforto e rabbia. L’uomo avrebbe lasciato a casa anche il cane Pupa, a cui era affezionatissimo, e financo le scarpe, quelle che usava di solito.
La sera prima Stefano era stato a cena da amici ma dopo la riunione conviviale nessuno l’avrebbe più visto, né in zona né a Palestrina, men che meno a Cave. E poi perché quei mobili rotti? E quel cane spaventato che si nascondeva alla vista di chiunque? Scuderi si è dovuto difendere da un’aggressione? Chi può avere avuto interesse e perché?
Scattava così la denuncia di scomparsa ai carabinieri che si mobilitano sin da subito con ogni mezzo disponibile assieme a volontari della Protezione civile, parenti e amici del pover’uomo sparito come un fantasma:”… Stefano sembra sparito nel nulla – diceva l’avvocato Umberto Chialastri, amministratore di sostegno di Scuderi, all’epoca dei fatti – non credo all’ipotesi rapimento ma non posso nemmeno escludere che qualcuno possa avergli fatto del male. Del resto basta notare il disordine in casa e la posizione spaiata delle scarpe e delle ciabatte. Sembra che qualcuno lo abbia preso con la forza. Inoltre il fatto che non ci siano macchie di sangue nell’appartamento non è di per sé una prova. Mi chiedo dove possa essere andato da solo Stefano, non aveva una gran quantità di denaro e ha bisogno di cure urgenti…”.
Scuderi, qualora fosse fuggito intenzionalmente come qualche altra volta aveva fatto, ma per poche ore, avrebbe dovuto utilizzare un autobus o un treno magari per recarsi sulle montagne di Udine che diceva di amare tanto ma nessuno lo ha notato in stazione oppure al capolinea dei pullman a percorrenza urbana ed extraurbana. Dunque dove potrebbe essere andato?
Quasi identico copione per Giancarlo Chialastri, 46 anni, che si dilegua dalla medesima frazione, quella in territorio di Cave, l’1 giugno del 2017. L’uomo, dopo aver ritirato la pensione alle Poste del paese, non avrebbe dato più notizie di sé e anche lui necessitava di medicine salvavita che avrebbe lasciato a casa. Il suo cellulare, primo di risultare irraggiungibile, avrebbe agganciato una cella di un ripetitore vicino l’abitazione di Scuderi poi più nulla.
I due pare si conoscessero appena ma la loro sparizione, a tre mesi di distanza l’una dall’altra, appare assai sospetta. In zona si parlava e si parla molto, sembra anche a livello istituzionale, di una recrudescenza di fenomeni legati al satanismo e alle messe nere assai frequenti, negli anni, nei boschi laziali, dal mare all’entroterra:
”… Fatemi sapere come sta mio figlio – ripeteva Nazarena Foschi, 82 anni, mamma di Giancarlo – chi sa parli, non lasciateci ancora cosi. Tutta la famiglia è disperata…”. Pare infatti che presso il tempio della Dea Fortuna, a Palestrina, si riuniscano nottetempo diverse persone, al momento ignote, dedite a rituali diabolici e che di questo siano a conoscenza Curia e forze dell’ordine. Ma nulla che possa portare a qualche indizio utile agli inquirenti per eventuali fermi o arresti.
In provincia di Roma era stato ucciso un santone polacco di 45 anni, appartenente ad una setta definita “La cascina dei ricostruttori di San Feliciano” con sede a poche centinaia di metri dal cimitero che ricade fra i comuni di Palestrina e Zagarolo. Secondo gli inquirenti e la procura di Tivoli, che procedevano per omicidio, sia il movente che gli assassini andavano ricercati nell’ambiente delle sette sataniche:
“…Da trent’anni in Italia non c’è più il reato di plagio e per le forze dell’Ordine è quasi impossibile contestare a uno pseudo-santone la circonvenzione di incapace – ha detto più volte don Aldo Buonaiuto, responsabile del servizio anti-sette della Comunità Papa Giovanni XXIII di Rimini – Il mondo dell’occulto è sottovalutato dalle istituzioni. Sempre più vicende efferate sono riconducibili all’azione delle sette. La santeria associa riti vudù brasiliani e cubani alla magia nera e molti italiani vi fanno ricorso per preordinare il male verso qualcuno. Fino a qualche anno fa si andava dai santoni per cercare guarigione, adesso per vendicare tradimenti o dissidi economici. L’ultima mappa ufficiale risale al 1998 e fu realizzata dal ministero dell’Interno. Da allora, anche a causa dell’immigrazione, in Italia le sette si sono moltiplicate...”.
A cinque anni di distanza dei due uomini nessuno notizia. Nemmeno una segnalazione di avvistamento verificata. Solo bocche cucite e indagini che segnano il passo.