Gli animalisti dedicano questo giorno anche a tutte le femmine di altre creature viventi rinchiuse negli allevamenti e destinate al macello con i loro cuccioli. Nei mattatoi si consumano veri e propri atti di violenza inaudita prima della morte. Sono anni che si parla di regolarizzare il comparto con leggi più severe a tutela di tutti gli animali.
Nel giorno della Festa delle Donna, le associazioni animaliste e ambientaliste mandano un messaggio a tutte le donne per tutte le femmine di altra specie rinchiuse negli allevamenti e destinate al macello insieme ai loro cuccioli.
Negli allevamenti le femmine di altra specie vivono in gabbia e vengono ingravidate continuamente, fino al giorno del mattatoio. Anime prigioniere costrette a partorire piccoli già destinati al mattatoio come la loro mamma. Creature costrette a mettere al mondo figli nati già schiavi, cuccioli che non vedranno mai la luce del mondo esterno. Esseri ridotti in schiavitù che non possono fare nulla per i loro piccoli mentre glieli portano via.
Chi più di una donna può capire? Chi più di una mamma? La realtà degli allevamenti e dei mattatoi è una triste realtà, una realtà fatta di animali in gabbia, di mamme di altra specie ingravidate fino allo stremo, di cuccioli mandati al macello. La maggior parte degli animali che ogni giorno vanno al mattatoio sono cuccioli di circa sei mesi, è questa la triste verità dei mattatoi. Stabilimenti dove gli animali, in fila uno dietro l’altro, non possono fuggire in alcun modo pur vedendo la fine che li attende davanti ai loro occhi.
L’emergenza climatica, unita a quella sanitaria causata da zoonosi, oltre al problema etico e sociale, impone la necessità e l’urgenza di un cambiamento. E chissà che il cambiamento verso un mondo vegano, un cambiamento così importante per il nostro pianeta, non arrivi proprio dalle donne. La pace inizia da noi stessi, per un mondo migliore per tutti.