Il pericolo della truffa telefonica denominata “Vishing” nel mondo del trading online ed i consigli per difendersi dalle rapine telematiche.
Roma – Che brutto… vishing che hai! Sin dalla notte dei tempi l’essere umano ha manifestato la sua naturale indole alla truffa, al raggiro, all’inganno. E, ogni volta, l’ha messa in campo adeguandosi rapidamente ai cambiamenti avvenuti nella società. Oggi che è tutto on line, anche la truffa si adegua e con capacità sempre più sconvolgenti, tanto che il trend tende a crescere a dismisura. Negli ultimi tempi se ne sta imponendo un’altra il “vishing!, la truffa del trading online. In realtà non è proprio una novità, ma di un ritorno con ritrovata veemenza.
E’ molto simile al phising, che, com’è noto, si palesa con una mail che fa da esca, cercando di convincere la malcapitata vittima a fornire informazioni personali, dati finanziari o codici di accesso. Il vishing utilizza il vecchio caro telefono, “la tua voce” come recitava una pubblicità del 1982 del secolo scorso, in cui internet era ancora in là da venire e per parlare con le persone c’era solo il telefono fisso. La vittima viene contattata da un falso consulente finanziario che la convince ad investire online. All’inizio i guadagni appaiono elevato, cosa che spinge la vittima a versare altri soldi, fino ad avere il conto svuotato. Ci si rende conto della truffa quando l’utente vuole riscattare i ricavi.
Gli viene detto che ci sono delle tasse di svincolo da pagare. In seguito, il falso consulente autore del raggiro risulterà irreperibile e le credenziali d’accesso alla piattaforma saranno bloccate. E’ difficile spiegare la facilità con cui le persone cadano in questi trabocchetti, però accade più di quanto si possa immaginare. Tanto che la polizia postale ha consigliato di “consultare il sito della Consob (Commissione Nazionale per le società e la Borsa) per verificare la reale esistenza e l’abilitazione alla professione delle società proponente il contratto”.
Le truffe, sia fatte direttamente di persona, oppure al telefono o tramite email, sono, ahinoi, un fenomeno difficile da estirpare. Come detto, quelle telematiche sono in continua crescita e, sembrano non mostrare cenni di rallentamento. Secondo i dati diffusi dalla polizia postale per quanto riguarda l’anno appena trascorso, ci sono state ben 3541 persone coinvolte, con relative aperture delle indagini. Rispetto al 2021, l’incremento è stato del 4%. I settori più visitati sono stati l’e-commerce e il marketpalce, una sorta di supermercati digitali. I casi trattati sono aumentati del 3%, pari a 15508 e del 58% le somme sottratte, pari a ben 114,4 milioni di euro.
La crescita più vistosa ha riguardata il trading online, con 3020 casi e 130 persone indagate. Ma fosche nubi si addensano all’orizzonte. Le previsioni sull’anno appena iniziato, allargate al tema della cyber security sono pessimistiche anche sul fronte delle imprese, con gravi ripercussioni sui consumatori. Gli esperti suggeriscono un più intenso utilizzo dell’Intelligenza Artificiale (IA) e del machine learning, sottocategoria dell’IA che permette un’analisi dei dati che possono essere gestiti poi in maniera autonoma, a scopi difensivi.
Il cosiddetto “uomo della strada” quello che si alza all’alba per andare a lavorare per uno stipendio al limite della sopravvivenza, quando ritorna a casa, nel pomeriggio, fa appena in tempo a salutare moglie e figli, per poi crollare su una poltrona, stanco come se avesse scalato l’Everest. Non ha proprio il tempo di fare trading online, anche perché spostare anche solo 100 euro, impreviste, dal suo magro conto corrente lo fa andare in default. Quindi non si riesce a capire con tutta ‘sta crisi in giro, dove si trovano tempo e soldi per fare degli investimenti. Comunque si inchiniamo all’inesorabilità dei dati. Un antico proverbio partenopeo così recita: “Chi va per questi mari, questi pesci piglia”