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Vassallo non si fidava dei carabinieri

Il sindaco-pescatore, amatissimo dalla popolazione, aveva scoperto un vasto giro di droga che coinvolgeva anche personaggi intoccabili. Con i suoi vigili urbani, non fidandosi della Benemerita locale, aveva iniziato indagini e appostamenti che stavano per sfociare in una dettagliata denuncia. E’ stato crivellato di colpi prima che potesse parlare.

PollicaForse un punto di arrivo, o di partenza, sul caso insoluto che riguarda la morte di Angelo Vassallo, il sindaco-pescatore barbaramente ucciso il 5 settembre del 2010 mentre tornava a casa. A finire nel mirino della Dda di Salerno, oltre che sul registro degli indagati per l’omicidio Vassallo, il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo ed altre 8 persone di cui altri due militari, Luigi Molaro e Lazzaro Cioffi, quest’ultimo detenuto per spaccio di droga.

Il sindaco-pescatore

E a questo punto la vicenda si fa ingarbugliata perché fra la montagna di atti in possesso del Procuratore di Salerno, Giuseppe Borrelli, e del suo collega Aggiunto, Marco Colamonici, della Direzione distrettuale Antimafia, ci sarebbero anche le “interessanti” intercettazioni ambientali che riportano i colloqui fra la moglie dell’ex brigadiere Lazzaro Cioffi, già indagato per il delitto Vassallo sin dal 2018 oltre che carcerato per droga, e la sorella.

Registrazioni che lasciano sospettare un ruolo determinante dei vertici dell’Arma e di alcuni sottoposti nell’uccisione del povero Vassallo che avrebbe denunciato, di lì a breve, lo sporco quanto vasto commercio di cocaina e chi c’era impelagato:”…Glielo hai detto che lui era della squadra?...”, avrebbe chiesto la germana alla moglie di Cioffi, ricevendo come risposta una promessa lapidaria: “…Glieli vado a fare io i nomi – dice la signora Cioffi – se è così, io parlo“.

Il colonnello Fabio Cagnazzo

Per la Dda di Salerno dalle intercettazioni in questione se ne ricava:”…L’intenzione della donna, qualora il marito fosse stato effettivamente coinvolto nelle indagini sull’omicidio, di fornire agli organi investigativi i nomi di tutti i carabinieri della  squadra che in quelle contingenze temporali erano stati ad Acciaroli e di disvelarne lei stessa – qualora non l’avesse fatto il marito – il loro coinvolgimento nei fatti che, in quel momento, sembravano essere contestati solo a Cioffi…”.

Insomma che cosa avrebbero fatto i militari in quella tragica occasione? Avrebbero avuto a che fare con gli assassini? O che altro di peggio? I Pm della Distrettuale antimafia salernitana, nel provvedimento, evidenziano come il delitto di Angelo Vassallo:

Ammazzato a colpi di pistola per evitare che facesse nomi e cognomi

“…Sia stato posto in essere per impedirgli di rivelare quanto aveva appreso circa il coinvolgimento di soggetti, da lui individuati, in un traffico di stupefacenti che coinvolgeva il porto di Acciaroli, luogo di approdo di gommoni che scaricavano la droga…Appare pacifico che alla fine del mese di agosto 2010 il sindaco Vassallo avesse iniziato una personale attività di contrasto al fenomeno dello spaccio di stupefacenti in Acciaroli e che, evidentemente non fidandosi del locale presidio dei carabinieri, avesse coinvolto in questa attività alcune unità della polizia municipale, cui aveva affidato servizi di appostamento sul porticciolo per cercare di individuare i gommoni che portavano lo stupefacente sulla terraferma e quanto scoperto aveva provocato all’amministratore un forte senso di delusione oltre che forti timori per la propria incolumità…”.

L’ex sottufficiale Lazzaro Cioffi

Un fattaccio rivoltante che coinvolge appieno la Benemerita, ovviamente su base presuntiva, e che si conclude con un omicidio. Dall’altra parte c’è chi si difende:”…L’atto garantito per me è una liberazione – afferma il colonnello Cagnazzo per bocca del suo difensore, l’avvocato Ilaria Criscuoloperché per oltre 10 anni ho convissuto con una spada di Damocle sul capo, a causa di accuse del tutto infondate e frutto di mere illazioni e suggestioni che saranno finalmente e definitivamente chiarite, nonché a causa della devastante gogna mediatica che ne è conseguita. Tutto ciò ha irrimediabilmente minato la mia serenità familiare e la mia carriera. Ora potremo discutere di tutta la vicenda nelle sedi opportune. Sono serenissimo e come sempre a disposizione della Giustizia…”.

Nel massimo riserbo degli inquirenti la tanto agognata quanto improvvisa svolta sembra ad un passo:”…Sono stati commessi dalle forze di polizia errori mai visti, neppure nei film – ha dichiarato Antonio Vassallo, figlio della vittima – per molto tempo ci siamo chiesti se ciò fosse accaduto per incapacità, negligenza o invece volontariamente per creare confusione e depistaggi. Oggi le ipotesi della Procura ci forniscono una prima risposta…”.

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