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Una scuola a due velocità: il Nord accelera, il Sud resta indietro

Secondo il rapporto di Fondazione Agnelli e Fondazione Rocca, gli studenti meridionali hanno competenze inferiori fino a due anni rispetto ai coetanei del Nord. E i divari non sono solo geografici.

L’ennesima conferma del forte divario tra Nord e Sud del Paese, questa volta in ambito scolastico. Secondo una ricerca a cura di Fondazione Agnelli, centro ricerche sul futuro della società italiana nell’ istruzione e formazione e Fondazione Rocca, ente non profit che opera in Italia con lo scopo di promuovere e sostenere iniziative di carattere educativo, sociale, sanitario e culturale, tra un liceale del Nord e uno del Sud c’è una differenza di apprendimento in matematica pari a più di 2 anni.

I divari tra gli studenti costituiscono un grave problema per la scuola italiana come nessuno in Europa. Ma la disparità, oltre che geografica, è anche all’interno dei diversi indirizzi scolastici. Le cause sono tante e varie, come è emerso dalla ricerca “Divari scolastici in Italia”, presentata il 29 maggio alla Camera dei Deputati. Nelle Regioni meridionali gli studenti hanno manifestato competenze scolastiche al di sotto del livello minimo, in italiano e matematica. Ad incidere su questo fenomeno anche l’origine sociale, il genere e la formazione culturale. Ad esempio un ragazzo mostra lacune in italiano, mentre le ragazze in matematica. Gli studenti stranieri, invece, in entrambe le materie.

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Nelle Regioni meridionali gli studenti hanno manifestato competenze scolastiche al di sotto del livello minimo, in italiano e matematica

Anche le disparità tra diversi indirizzi di scuola gioca un ruolo fondamentale sul livello di competenze. Su questo punto, i ricercatori hanno proposto un rafforzamento nelle scuole medie dell’orientamento alla scelta degli studi susseguenti. Ma, soprattutto, una revisione della struttura didattica della scuola superiore per offrire a tutti gli studenti la stessa condizione di competenze di base, a prescindere al tipo di scuola scelto. Il divario, in parte, può essere anche determinato dai comportamenti dell’istituto scolastico in questione, dai docenti e dallo stesso management. Le differenze sono evidenti, conclamate, così come è stata constatato che la singola scuola nel suo complesso potrebbe incidere sul processo mettendo in moto la propria organizzazione e autonomia.

Anche le disparità tra diversi indirizzi di scuola gioca un ruolo fondamentale sul livello di competenze.

Quest’ultimo aspetto è considerato fondamentale più della carenza di personale docente, che risulta, comunque, essere tra la più alta d’Europa. L’indagine, poi, ha riguardato la selezione di 5 scuole (tre professionali, un tecnico e un liceo di Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e Puglia), i cui risultati, paradossalmente, si sono rivelati contrastanti rispetto al contesto territoriale.

Come succede spesso nelle ricerche sociali non mancano mai i consigli, dispensati con prodigalità, in quanto come cantava il grande cantautore Fabrizio De Andrè nel 1979 nel testo “Bocca di Rosa”: “Si sa che la gente dà buoni consigli, sentendosi come Gesù nel Tempio”. Potrebbero scaturire effetti positivi, come recita il testo, con: un modello organizzativo basato sulla cooperazione tra dirigenti e insegnanti, una produttiva comunicazione con le famiglie, una gestione dinamica e proattiva delle risorse finanziarie e materiali, capace di orientare i progetti finanziati dall’esterno, una gestione collegiale della didattica e dei curricoli, da attività extracurricolari ricche e dinamiche, in rete con gli enti locali, con le imprese e il terzo settore, orientate alle competenze di base e al supporto degli studenti più svantaggiati. Se qualvolta spiegassero come mettere in pratica questi concetti roboanti, forse, saremmo, già, alla metà del percorso risolutivo!

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