Un milione di euro in droga e ragazze: il cliente da record della Gintoneria milanese

Emergono nuovi elementi nell’inchiesta sul locale di via Napo Torriani. Stefania Nobile ha chiesto la revoca di un sequestro da 900mila euro.

Milano – Milano, 7 aprile 2025 – Un rampollo di una ricca famiglia milanese, disoccupato dal 2008 ma con un ingente patrimonio alle spalle, avrebbe speso circa un milione di euro in tre anni per i “pacchetti” di lusso offerti dalla Gintoneria di Davide Lacerenza e dal privé La Malmaison. Non solo bottiglie di champagne di pregio, ma soprattutto cocaina ed escort, spesso consegnati direttamente a casa con un servizio “delivery”. La cifra choc emerge dagli atti depositati per l’udienza odierna al Tribunale del Riesame, dove Stefania Nobile, figlia di Wanna Marchi, ha chiesto la revoca di un sequestro da 900mila euro disposto nell’ambito dell’inchiesta che il 4 marzo ha portato agli arresti domiciliari suoi, di Lacerenza e del presunto factotum Davide Ariganello.

L’indagine, partita da segnalazioni dell’Unità di Informazione Finanziaria di Bankitalia per operazioni sospette sui conti di Lacerenza, aveva inizialmente quantificato in 641mila euro i versamenti del cliente principale tra il 2020 e settembre 2023. Nuovi accertamenti bancari e la recente testimonianza dell’uomo hanno però fatto lievitare il totale a un milione di euro, con pagamenti proseguiti fino a due giorni prima degli arresti. “Continuavo a ordinare, mi arrivava tutto a casa,” ha ammesso il cliente, descrivendo un sistema ben oliato che combinava alcol, droga e prestazioni sessuali a domicilio.

Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza, coordinato dalla pm Francesca Crupi, ha ricostruito un giro d’affari milionario attorno ai locali di via Napo Torriani, vicino alla Stazione Centrale. La Gintoneria, ufficialmente un cocktail bar, e il privé La Malmaison sarebbero stati il fulcro di attività illecite, con prezzi gonfiati e servizi extra per clienti facoltosi.

Oggi, davanti ai giudici del Riesame, Stefania Nobile, assistita dall’avvocato Liborio Cataliotti, ha tentato di smontare il provvedimento di sequestro da circa 900mila euro, confermato dal gip Alessandra Di Fazio dopo il blitz di marzo. La difesa punta a dimostrare che non ci sarebbero profitti personali diretti per Nobile, che figura formalmente come dipendente e non socia del locale. Tuttavia, gli investigatori hanno rintracciato solo una frazione del presunto tesoro: 80mila euro, di cui 33mila su un conto in Lituania, lasciando aperti interrogativi su dove siano finiti gli altri fondi.

L’accusa parla di autoriciclaggio, spaccio di stupefacenti e sfruttamento della prostituzione, reati che avrebbero generato guadagni milionari, in parte reinvestiti all’estero, forse in Albania, come sospettato dalla Procura. Il cliente record, pur non essendo indagato, è considerato una figura chiave per aver acceso i riflettori su un sistema che coinvolgeva anche altri habitué disposti a spendere cifre da capogiro.

Dagli atti emerge un quadro di decadenza e illegalità: serate con bottiglie da migliaia di euro, cocaina servita al tavolo o spedita a casa, escort reclutate per “spingere” i consumi e soddisfare i desideri dei clienti. Il rampollo, descritto come un habitué ossessivo, avrebbe alimentato questo mercato parallelo fino all’ultimo, ignaro o indifferente all’imminente crollo dell’impero di Lacerenza e Nobile.

La revoca della licenza alla Gintoneria da parte del Questore di Milano, Bruno Megale, e il sequestro dei locali hanno segnato la fine di un’epoca per il “re della notte” Davide Lacerenza, un tempo celebrato sui social per le sue “sciabolate” di champagne. Ora, mentre il processo si avvicina, il Riesame dovrà decidere se alleggerire la pressione su Nobile o confermare la linea dura della Procura.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa