Sono solo congetture anche quelle della madre della vittima ma certamente Alice aveva almeno un nemico. Un assassino che, forse, aveva proposto qualcosa alla giovane mamma di Ravarino a cui la donna si sarebbe opposta. Ed avrebbe pagato il diniego con la morte.
RAVARINO (Modena) – Alice Neri, 32 anni, mamma di una bimba di 4 anni, è stata ritrovata carbonizzata nel bagagliaio della sua auto nelle campagne di Fossa, frazione di Concordia sulla Secchia, nel Modenese. La donna, residente a Ravarino, in via della Costituzione 38, quartiere Rami, era sparita dal 17 novembre scorso dopo essersi fermata in un bar a Concordia con un amico e collega di lavoro. Quest’ultimo indagato a piede libero per omicidio volontario assieme al marito Nicholas Negrini, 34 anni, che non vedendola rientrare in casa ne denunciava la sparizione ai carabinieri.
Alice è stata vista per l’ultima volta allo Smart Cafè di Concordia dove sarebbe rimasta seduta ad un tavolo per tutta la serata in compagnia dell’amico con il quale pare ci fosse molta confidenza. I due sono stati ripresi dalla telecamera del bar e le registrazioni sono nelle mani degli investigatori. La donna ed il suo amico, racconta il barman, hanno scherzato e parlato a lungo per poi fare finta di litigare per chi avrebbe dovuto pagare il conto. L’uomo in compagnia di Alice, di origini sarde, sarebbe stata l’ultima persona ad averla vista viva tant’è che gli inquirenti hanno ritenuto opportuno perquisire la sua abitazione di San Possidonio dove pare non sia stato trovato nulla di importante ai fini dell’inchiesta.
Rimane ancora un mistero che cosa abbia fatto la donna sino ad oltre le 2 di notte del 18 novembre, orario in cui sarebbe uscita dal bar, sino al ritrovamento del cadavere, il giorno dopo alle 21 circa, ad opera di un passante che avrebbe visto una colonna di fumo levarsi da una sorta di slargo tra la vegetazione. Quando sono arrivati i vigili del Fuoco la carcassa della Ford di Alice era calda ma non bruciava più, dunque a che ora sarebbe arrivata l’auto della vittima in quello spiazzo di campagna? La mamma di Alice, Patrizia Montorsi, affranta dal dolore, asserisce cha la figlia aveva una vita normale ed era soddisfatta sia del lavoro che della vita matrimoniale. Addirittura era stata nominata caporeparto nella ditta di vernici dove lavorava dunque, sempre a detta della madre, la donna era più che contenta, da quel punto di vista:
“…Ad oggi l’unica persona che conosce tutta la verità è mia figlia – afferma Patrizia Montorsi – come è possibile che qualcuno sia stato così cattivo da uccidere la mia bambina e ridurla in quel modo? Quelle che possiamo fare sono solo congetture, come quella di qualcuno che voleva qualcosa da lei e mia figlia, solare ma anche combattiva, ha rifiutato e lottato per difendersi...”.
Dalle prime risultanze investigative sembra che la vittima, quando ha preso fuoco la vettura, si trovasse già nel baule dunque qualcuno potrebbe averla prima tramortita e poi rinchiusa nel vano bagagli per poi incendiare il veicolo. Altri particolari importanti, probabilmente, verranno chiariti dall’autopsia e dagli accertamenti tecnici irripetibili il cui incarico è stato affidato dalla Procura ad un medico legale lo scorso 22 novembre. I carabinieri stanno passando al setaccio tutte le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza per ricostruire il tragitto che l’auto della donna avrebbe fatto dal bar sino alla strada sterrata di campagna dove è stata ritrovata senza vita.
La stessa auto, ripresa da una telecamera leggi-targhe, sarebbe passata proprio da Concordia ma chi si trovava al volante? La medesima telecamera avrebbe ripreso anche la vettura con a bordo il collega di Alice. Il Pm Claudio Natalini, che coordina le indagini, ha disposto anche un sopralluogo in casa della vittima dove i militari hanno acquisito agli atti, repertandoli, diversi oggetti personali appartenenti alla mamma morta ammazzata. Il marito è stato già interrogato e pare stia fattivamente collaborando con gli inquirenti. Sembra però che non abbia rivelato nulla che possa dare spunti all’indagine.
Contestualmente sono stati sentiti i vicini di casa della coppia e, nel contempo, gli abitanti della zona dove è stata ritrovata la vittima. Questi ultimi avrebbero confermato che nella mattina del 18 novembre quell’auto bruciata non si trovava nella zona dove poi sarebbe stata rinvenuta unitamente ad una tanica servita per cospargere la vettura con liquido infiammabile. Dunque è probabile che l’omicidio, o comunque l’incendio, sia stato appiccato nella seconda metà della giornata:
”… E’ sempre stata la mia bimba – racconta Matteo Marzoli, fratello della vittima – io ero il suo supereroe, quando Alice aveva problemi da risolvere si rivolgeva sempre a me…Mio cognato Nicholas ed io, grazie al localizzatore del telefono di Alice, siamo riusciti a risalire al posto dove era stata l’ultima volta che il cellulare è rimasto acceso. Per tutto il pomeriggio ho setacciato il paese e la campagna con la speranza di vedere la sua macchina. A posteriori, mi pare di poter dire anche di essere passato vicino al luogo del ritrovamento…Verso sera mio cognato è riuscito a darmi il nome del bar dove mia sorella è stata vista l’ultima volta…La verità deve venire a galla presto…”.
Gli esperti del Ris di Parma stanno verificando ogni traccia sul veicolo distrutto dalle fiamme e su altri reperti ritrovati sul luogo dell’incendio. Chi ha ucciso Alice Neri e perchè?