E siccome non ci spiegano mai nulla ipotizziamo che le prime due dosi dei vaccini già somministrati non siano state sufficienti per immunizzarci. Dire che la terza dose serve per combattere le varianti sarebbe una bugia atteso che non ci sarebbe stato il tempo di studiarle tutte e per bene onde mettere a punto una modifica agli antidoti già inoculati.
Roma – Mentre l’Italia ricomincia a vivere il virologo Andrea Crisanti, spegnendo ogni entusiasmo, sostiene che l’Italia marca male. Per lo studioso le Regioni intendono passare dal giallo al bianco nel più breve tempo possibile dunque i loro dati sono affidabili? Le varianti sono state sufficientemente monitorate? I contagi sono sottostimati?
Nella singolar tenzone interviene il ministro Roberto Speranza il quale invita a mantenere le mascherine per non vanificare gli sforzi fatti sino ad oggi ed avverte che sarà molto probabile la somministrazione agli italiani di una terza dose di vaccino anti-Covid, insomma un richiamo che servirà per coprire le varianti.
E’ cosi o le due dosi hanno agito poco o nulla? Verità nemmeno a parlarne? Insomma come al solito il ministro della Salute non dice nulla che possa rinfrancare la popolazione e forse Cristanti, almeno stavolta, non sbaglia.
Che boccata d’ossigeno, che ventata di ottimismo! E che spiegazioni scientifiche, chiare ed esaustive. Non ci facciamo proprio mancare nulla, una vera fortuna. Da Marzo del 2020, sotto il profilo della trasparenza, non è cambiato nulla e gli italiani hanno perso quasi tutte le speranze a disposizione. Ma non è tutto:
“…Va tutto superbene – per Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute – ci aspettiamo che nel giro di 2-3 settimane le vittime diminuiranno in modo ancora più sensibile. I più fragili sopra gli 80 anni e i 70 sono stati protetti. La situazione è nettamente migliorata e ancora migliorerà. Mi auguro però che la gente non dimentichi quello che abbiamo passato. I virus sono microbi infidi. Senza l’uomo non vivono e le escogitano di tutte per continuare a diffondersi. Non bisogna rilassarsi. La mascherina potrà essere abbandonata nei luoghi all’aperto e al di fuori degli assembramenti quando avremo 30 milioni di vaccinati con una dose e 20 milioni con la seconda. Quindi ci siamo. La seconda metà di luglio potrebbe essere il periodo giusto...”.
In buona sostanza ha ragione Speranza o Sileri? Nel frattempo il Bel Paese tenta di ripartire, come stabilito dall’ultimo decreto sulle riaperture. Da oggi, infatti in tutta Italia bar, pub e ristoranti potranno tornare a servire i clienti al banco e ai tavoli. Tra le novità contenute nelle linee guida per la riapertura c’è l’assenza del limite di 4 persone non conviventi sedute allo stesso tavolo.
Da oggi via libera anche agli spettatori per gli eventi sportivi che si svolgono all’aperto, sempre con il limite massimo di mille persone.
Dunque dal 1 giugno si potrà tornare al ristorante per pranzo e cena con servizio all’interno del locale com’era un tempo. Il via libera è già scattato per Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna, che inaugurano il passaggio in zona bianca, anticipando tutte le riaperture. Poi, dal 7 giugno, seguiranno Abruzzo, Veneto e Liguria.
La Sicilia, per pochi casi, 4 ogni 100 mila abitanti, non entra in zona bianca per un pelo ma potrà rientrarci se entro il 21 giugno la curva dei contagi sarà scesa ancora. Le disposizioni governative prevedono comunque che anche in zona gialla, e sempre da oggi, si possa tornare al ristorante con servizio all’interno del locale seguendo però le regole del distanziamento e indossando l’obbligatoria mascherina quando non si è seduti ovvero per andare in bagno, pagare il conto e uscire fuori dal locale.
In merito all’orario è ancora il coprifuoco a farla da padrone. Tra il 7 e il 21 giugno l’orario d’inizio della restrizione notturna verrà spostato alle 24 mentre rimarrà invariato l’orario di prima mattina. Il 15 giugno paletta verde per la partecipazione a matrimoni, parchi tematici e congressi.
Dal 21 giugno il coprifuoco verrà abolito e dall’1 luglio apriranno i battenti alle utenze le piscine coperte, le sale giochi, i centri benessere, i centri termali e gli eventi sportivi al chiuso. Per ora riaprono al pubblico solo strutture sportive all’aperto, con il tetto massimo del 25% della capienza, ma comunque non oltre le mille persone distanziate e con la mascherina.
Insomma un liberi tutti con i fiocchi anche se i contagi, in alcune regioni, tornino ad aumentare nonostante decessi e ricoverati in terapia intensiva siano scesi di molto e, in qualche caso, registrino addirittura indici negativi.
Dunque che dire? Andrà bene, andrà male, chissà. C’è tanta voglia di vacanza in giro ma sarebbe meglio dedicarsi al lavoro se vogliamo ripartire davvero. Il prossimo autunno non promette nulla di buono sotto questo profilo. E siamo stati sempre ottimisti.