Truffa del Superbonus da 16,5 milioni di euro in Molise: sequestri e denunce

Un sistema fraudolento che simulava l’esistenza di requisiti per ottenere le agevolazioni, attraverso crediti d’imposta fittizi.

Campobasso – Ancora una truffa legata al cosiddetto Superbonus commessa in Molise. La Guardia di Finanza, sotto la direzione della Procura, ha infatti eseguito – a seguito del provvedimento emesso dal gip – il sequestro di crediti d’imposta giacenti sui cassetti fiscali di numerose società e persone fisiche. Truffa aggravata ai danni dello Stato e fatturazioni per operazioni inesistenti per circa 16,5 milioni di euro, sono i reati ipotizzati.

Di fatto, il provvedimento rappresenta l’epilogo di complesse indagini, svolte dal Gruppo della Guardia di Finanza di Campobasso in stretto coordinamento con questo Ufficio Giudiziario, che permetteva di disvelare un articolato sistema fraudolento, perpetrato mediante l’utilizzo coordinato della contabilità di taluni soggetti economici (aventi sede anche in Molise), finalizzato a simulare la sussistenza dei requisiti necessari per l’ottenimento delle agevolazioni previste dal D.L. 11. 34/2020 (Cd. Decreto rilancio) e la costituzione di ingenti crediti d’imposta fittizi sulle piattaforme telematiche.

All’esito delle attività d’indagine, tra l’altro, venivano deferiti all’autorità giudiziaria gli amministratori di fatto, residenti nella provincia di Benevento, di due società con sede nel capoluogo per la creazione dei “falsi crediti d’imposta” per complessivi circa 12,5 milioni di euro, con la successiva cessione dei medesimi a favore di soggetti giuridici conniventi e la parziale monetizzazione degli stessi presso Poste Italiane S.p.A., totalmente ignara dell’illecita provenienza.

Oltre ai crediti, il Giudice per le indagini preliminari ha accolto anche la richiesta della Procura dell’ulteriore misura di sequestro preventivo in via diretta, funzionale alla confisca, anche nella forma per equivalente, di immobili, quote societarie e disponibilità finanziarie per circa 4 milioni di euro, nei confronti di tre persone fisiche collegate al contesto investigativo.

In particolare, il sequestro preventivo disposto sui beni nella disponibilità degli indagati volto a conservare il profitto del reato ai fini della successiva confisca, si inserisce nel contesto delle linee di intervento della Procura volte alla repressione dei reati da realizzarsi, non soltanto intervenendo sui presunti autori, ma anche aggredendo i beni che ne costituiscono il profitto; questo in un’ottica di deterrenza e di recupero alla collettività di quanto illecitamente acquisito, avvalendosi del contributo specialistico della Guardia di Finanza.

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