Si tratta delle norme di legge che stabiliscono i vincoli di destinazione dei beni del Porto Franco Nord, detto “porto vecchio”, assegnati al patrimonio disponibile del Comune e del ricavato della loro vendita.
Trieste – La I.P.R. F.T.T. – International Provisional Representative of the Free Territory of Trieste ha notificato il 24 febbraio scorso, in italiano ed inglese, ai vertici del Comune di Trieste, dell’Autorità Portuale e della Regione una diffida dal sottoscrivere accordi che costituiscano «violazione delle disposizioni dei commi 618 e 619 dell’art. 1 della L. 190/2014, come integrati dall’art. 1 comma 66 lettera b) della L. 205/2017».
Si tratta delle norme di legge che stabiliscono i vincoli di destinazione dei beni del Porto Franco Nord, detto “porto vecchio”, assegnati al patrimonio disponibile del Comune e del ricavato della loro vendita. La diffida rileva che tali norme obbligano il Comune a vendere tutti quei beni versando l’intero ricavato all’Autorità Portuale, che è obbligata ad utilizzarlo esclusivamente per lo sviluppo del Porto Franco internazionale.
La I.P.R. F.T.T. afferma che i contenuti dell’accordo preannunciati nei giorni scorsi alla stampa dal sindaco Dipiazza costituirebbero «un tentativo surrettizio di consolidare e coprire ulteriormente, coinvolgendovi anche la Regione» violazioni di legge commesse sistematicamente in materia dall’Amministrazione Comunale, per le quali pendono dal 2019 denunce penali «ora rinnovate ed integrate».
La diffida è stata trasmessa per conoscenza anche al Commissario del Governo e Prefetto di Trieste, al Procuratore della Repubblica ed al Questore, e precisa che «la commissione indisturbata da anni» di dette violazioni di legge è stata anche «posta all’attenzione delle sedi investigative centrali» anticorruzione.
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