TRAPANI – MATTEO SULLE GINOCCHIA DELLO ZIO TOTO’.

Era il suo preferito e presto sarebbe diventato il suo degno erede. Matteo Messina Denaro non ha seguito le orme dello zio di Corleone, anzi l'ha tradito. Fosse solo questo.

Trapani‘U zu’ Totò coccolava Matteo tenendolo tra le sua ginocchia, era il suo preferito e presto sarebbe diventato il suo degno erede. Matteo Messina Denaro, però, le orme di Totò Riina non le ha seguite. Ma ha tradito perché ha capito che con le bombe si faceva solo rumore e ci si metteva contro lo Stato mentre nel silenzio si possono fare affari milionari. “…Tu hai vinto – scrive il giornalista Giacomo Di Girolamo nel suo libro Contro l’Antimafia rivolgendosi direttamente al Boss di Castelvetrano– perché hai reso la mafia invisibile”.

Invisibile lo è diventato anche lui e mentre tutti lo cercano, e sul suo conto nascono leggende e ognuno sa dove potrebbe trovarsi, la Corte d’Assise di Caltanissetta processa Matteo Messina Denaro per le stragi di Capaci e Via D’Amelio e per gli omicidi dei giudici Falcone e Borsellino. Nel corso della requisitoria, il Pm Gabriele Paci ha descritto Messina Denaro come un fedelissimo di Riina sin dagli anni ’80.

Il boss mafioso Totò Riina

“...Della vicinanza di Matteo Messina Denaro a Riina – ha detto il pubblico ministero – non hanno parlato solo i collaboratori di giustizia ma ne parla lo stesso Riina in carcere come di uno che era la luce dei suoi occhi. Il padre lo aveva messo nelle sue mani. E io l’ho fatto buono, diceva ricordando questo mafioso che gli era cresciuto sulle ginocchia. Ne parla come un padre affettuoso ma all’improvviso esplode la rabbia perché questo giovanotto che lui aveva cresciuto aveva tradito i suoi insegnamenti e così anziché mettere bombe cominciò a fare affari…“. Matteo Messina Denaro ha bruciato le tappe scalando cosa nostra e macchiandosi di omicidi anche eccellenti. È latitante dal 1993.

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