Tra formazione e IA, il futuro del lavoro secondo il World Ecocomic Forum

Il “Future of Jobs Report” del WEF analizza le tendenze del mercato del lavoro fino al 2030. Quali professioni sopravvivranno all’Intelligenza Artificiale?

Ed eccolo, finalmente, si fremeva dal desiderio che arrivasse da un momento all’altro, l’ennesimo report del World Economic Forum (Forum Economico Mondiale). E’ una fondazione senza fini di lucro, con sede a Ginevra, nota per l’organizzazione ogni inverno presso Davos, località sciistica svizzera, di un importante meeting tra esponenti di primo piano della politica e dell’economia internazionale con intellettuali e giornalisti selezionati, per discutere delle questioni più urgenti che il mondo si trova ad affrontare, anche in materia di salute e ambiente. Inoltre, il Forum organizza ogni anno un meeting in Cina e negli Emirati Arabi Uniti e diversi incontri a livello regionale. Infine produce anche una serie di rapporti di ricerca e impegna i suoi membri in specifiche iniziative settoriali.

In quasi tutti i Paesi occidentali, la forza lavoro, in larga maggioranza, non sarà soggetta a formazione continua

L’8 gennaio scorso è stato pubblicato il “Future of Jobs Report” (Rapporto sul Futuro del Lavoro), uno studio biennale sulla direzione intrapresa dal mondo del lavoro e le professionalità necessarie per accedervi. La ricerca ha coinvolto 1043 aziende, con minimo 500 dipendenti e 55 Paesi, che costituiscono l’88% del PIL (Prodotto Interno Lordo, la ricchezza prodotta da uno Stato) globale. Uno sguardo panoramico su un settore in continua trasformazione.

Uno dei temi maggiormente trattati è stata l’importanza della formazione del personale da qui al 2030. Attraverso questi dati, InfoData, il blog de Il Sole 24ore, ha esaminato la situazione europea. E’ emerso che in quasi tutti i Paesi occidentali, la forza lavoro, in larga maggioranza, non sarà soggetta a terapie di formazione continua. Mentre nel Belpaese, nelle aziende con oltre 500 dipendenti, la percentuale riguarda il 37% di lavoratori. In Paesi come Lettonia, Estonia, Austria e Portogallo il numero più alto è riferito a lavoratori che saranno formati ma continueranno a svolgere le stesse mansioni, che in Italia raggiunge il 31%. Poi ci sono dipendenti che dopo essere stati formati, svolgeranno un lavoro diverso da quello attuale. Nel nostro Paese, questa sorte riguarderà 1 lavoratore su 5.

Un ruolo decisivo, nella fase di sovvertimento dei rapporti produttivi e sociali, sarà svolto dall’Intelligenza Artificiale (IA)

C’è una caratteristica comune a tutti i Paesi: una fetta rimanente di lavoratori per i quali si considera inutile la formazione. Per questi dipendenti, la perdita del lavoro è altamente probabile ed è pari, per quanto riguarda l’Italia, ad 1 lavoratore su 10. Un ruolo decisivo, in questa fase di sovvertimento dei rapporti produttivi e sociali, sarà svolto dall’Intelligenza Artificiale (IA), la nuova Dea che con la sua furia devastatrice cancellerà tutto il vecchio scibile umano.

Per la cronaca l’IA, nel suo significato allargato, è la capacità o il tentativo di un sistema artificiale informatico, di simulare l’intelligenza umana attraverso l’ottimizzazione di funzioni matematiche. Con la prima non è che ci sono stati grandi risultati finora, con la… seconda si spera in meglio! Il report ha analizzato quelle aziende che hanno già introdotto l’IA nell’organizzazione manageriale. Le imprese dell’Austria hanno raggiunto il 100% di inserimento. L’Italia l’86%, mentre i livelli più bassi sono stati raggiunti da Portogallo e Slovenia al 75%. A confermare, comunque, che questa tecnologia sta diffondendo con successo, ormai, i suoi tentacoli nei processi aziendali. Piaccia o no, la realtà è questa. La tecnologia c’è e non se ne fa a meno rifiutandola, anzi potrebbe rivelarsi ancora più subdola. Ma va gestita con sapienza e lungimiranza. Il problema fondamentale, forse, è proprio questo: “C’è una classe politica, imprenditoriale e dirigenziale, dotata delle idonee competenze per affrontare l’ardua sfida?” I dubbi aleggiano sconfortati nell’aria!

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