Torna il fondo morosità incolpevole, tra sfratti in aumento e affitti alle stelle

Con l’emendamento alla legge di bilancio 30 milioni messi in campo a sostegno delle famiglie in difficoltà: 20 nel 2025, 10 nel 2026.

Roma – Da una parte c’è l’aumento dei prezzi degli affitti, arrivati in alcune città alle stelle. Dall’altra ci sono gli sfratti – anche questi in aumento – e la questione abitativa che presenta in Italia sempre più criticità. Ecco perché tra gli emendamenti alla legge di bilancio 2025 approvati in Commissione alla Camera c’è anche il rifinanziamento del Fondo morosità incolpevole, con un totale di 30 milioni di euro per il prossimo biennio. Dei 30 milioni di euro messi in campo, 20 milioni sono previsti per il 2025. I restanti 10 potranno essere utilizzati invece nel 2026. Secondo i dati forniti dal ministero dell’Interno, nel 2022 gli sfratti eseguiti in Italia sono stati 30.385. I provvedimenti emessi in totale superavano quota 40mila – 41.849 – e oltre 33.500 di questi erano dovuti alla morosità degli affittuari.

È stato un aumento importante rispetto all’anno prima (+218%). La regione con il numero più alto di questi provvedimenti è stata il Lazio (7.228, +20,75%, di cui 3.718 solo a Roma) seguita dalla Lombardia (6.094, +5,7%) e dalla Campania (4.184, +10,83%). Sfratti e l’impennata dei costi sugli affitti. Tra il 2022 e il 2023 i prezzi delle locazioni delle case sono aumentati in media del 6,1% ma a tirare sono stati soprattutto i prezzi degli affitti nelle 14 città metropolitane con un +10,2% medio. La città che ha registrato l’aumento più rilevante è Milano con un +19,2%, seguita da Trieste con un +16,4% e da Napoli con un +15,8%. A Roma i prezzi degli affitti delle case sono aumentati nel biennio del 7,9%. Firenze è l’unica grande città che registra un calo (-1,5%). Lo segnala il Cresme che ha elaborato i dati semestrali Omi-Agenzia delle Entrate.

Nel secondo semestre 2023 i prezzi di locazione delle abitazioni crescono, in Italia, del 3,8% rispetto allo stesso periodo 2022, mentre nel primo semestre l’incremento tendenziale era stato del +2,9%. Il Cresme segnala un passaggio da tassi di variazione negativi tra il 2015 e il 2019 a incrementi moderati alternati a leggeri cali tra il 2019 e il 2021, fino ai più decisi incrementi del 2022 e del 2023. Per le 14 città metropolitane si registra un aumento medio del 5,4% nel solo secondo semestre 2023 (sullo stesso periodo 2022). Dopo il calo rilevante dei prezzi delle locazioni registrato nel 2015 (-6,7% nel primo semestre e -2,3% nel secondo semestre) in Italia i tassi di riduzione si attenuano notevolmente tra il 2016 e il 2019 portando a contenuti incrementi tra il 2019 e il 2020.  

Se si scompone la dinamica delle 14 città metropolitane a livello di singolo ambito urbano si scopre una forte polarizzazione tra le città che presentano velocità notevolmente differenziate. Dietro alle tre capofila, Milano, Trieste e Napoli si collocano cinque città con incrementi sostenuti: Bologna (+9,1% nel biennio e +6,4% tendenziale nell’ultimo semestre), Torino (+9,1% nel biennio e +6,4% tendenziale nell’ultimo semestre), Roma (+7,9% nel biennio e +3,6% tendenziale nell’ultimo semestre), Palermo (+6,8% nel biennio e +4,0% tendenziale nell’ultimo semestre) e Bari (+6,7% nel biennio e +1,0% tendenziale nell’ultimo semestre).

Tornando al rifinanziamento del Fondo morosità incolpevole, il Fondo stesso è stato istituito nel 2013, con il decreto legge n. 102. Punta a sostenere le famiglie destinatarie di sfratto per morosità a fronte della sopravvenuta impossibilità di pagare i canoni di locazione. Non si tratta però di una misura aperta a tutti, ma sarà limitata a chi rispetta determinati requisiti. Come detto, si rivolge agli inquilini che, per ragioni estranee alla propria volontà, non riescono a pagare i canoni pattuiti (i cosiddetti morosi incolpevoli). Il Fondo è perciò riconosciuto in via ordinaria a chi ha subito una rilevante perdita di reddito per una di queste ragioni: perdita del lavoro per licenziamento; cassa integrazione; mancato rinnovo dei contratti a termine o di lavoro atipico; cessazioni di attività libero-professionali; malattia grave, infortunio; decesso di un componente del nucleo familiare.

Per poter accedere al beneficio, il possibile destinatario deve aver ricevuto un provvedimento di sfratto per morosità. Saranno i comuni e le regioni a stabilire regole e criteri operativi per l’accesso, così come i tempi per fare domanda. Nel 2024, il procedimento da seguire era questo: bisognava presentare richiesta al Comune di residenza in base alle regole previste dagli specifici bandi emanati dagli enti locali. Di norma si possono consultare negli avvisi dell’Albo pretorio online di ogni Comune. La richiesta poteva essere presentata anche attraverso i Caf e i patronati.

Per contrastare il caro affitti, che colpisce molti universitari, la proposta del centro studi di SoloAffitti in collaborazione con la FIAIP – Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali – presentata alla Camera giorni fa. Silvia Spronelli, amministratore delegato di SoloAffitti Spa ha sottolineato di aver “proposto una migrazione degli studenti dalle grandi città, che non sempre sono sinonimo di qualità, alle città di piccole e medie dimensioni che ospitano atenei indipendenti di eccellenza o sedi distaccate. Questo favorisce sia lo studente, che ha la possibilità di usufruire di canoni di locazione più bassi, inferiori anche ai 250 euro, quindi sicuramente molto convenienti, ma possono anche incentivare gli studenti a frequentare università e favorire le città stesse, perché una buona collaborazione fra pubblico e privato potrebbe portare alla riqualificazione del territorio attraverso la creazione di nuovi studentati e favorendo l’economia locale”.

Serve, dunque, una fiscalità di vantaggio sia per i proprietari che per gli studenti per favorire l’aumento dell’offerta abitativa e nel contempo rendere più sostenibile il pagamento dell’affitto. Su questi due elementi poggia la proposta di legge presentata alla Camera, da Fiaip (la Federazione degli agenti e intermediari immobiliari e SoloAffitti. La proposta prevede, da un lato, l’esenzione dell’Imu a favore dei proprietari che affittano a studenti universitari fuori sede tramite la stipula di contratti di natura transitoria (da 6 a 36 mesi). Tramite la leva fiscale si vuole incentivare ad affittare a studenti fuori sede, riferendosi a quei proprietari che, ad oggi, scelgono altre tipologie di locazione o, addirittura, preferiscono lasciare le case vuote (secondo l’Istat su 35 milioni di abitazioni in Italia ce ne sono 9,5 milioni di sfitte).

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