Con la speranza che si aprano davvero le porte della galera per chi evade il Fisco, per i cittadini modello dovrebbero scattare bonus e tolleranza per gli errori minori, purtroppo non è cosi…
Il DL fiscale 124/2019 pone un particolare accento alle misure di contrasto all’evasione e alle frodi fiscali.
Il testo normativo prevede un inasprimento delle pene edittali minime e massime per le fattispecie penal-tributarie ed insieme l’introduzione di nuove circostanze attenuanti; l’abbassamento della soglia di rilevanza penale dell’imposta evasa o dell’importo sottratto all’imposizione fiscale, al fine della configurazione dei reati fiscali; la previsione di una nuova fattispecie di rilevanza penale per il contrasto alla somministrazione illecita di manodopera; l’estensione della confisca allargata di cui all’art. 240 bis cp a specifiche fattispecie penal-tributarie; l’inserimento dell’art. 2 D.Lgs 74/2000 ( Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti) tra i reati-presupposto della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche di cui al D.Lgs 231/01.
Basteranno queste misure di contrasto al crescente fenomeno dell’evasione fiscale?
I dati riportati dall’Istat hanno offerto uno spaccato drammatico e preoccupante: l’evasione fiscale nel nostro Paese vale il 12% del PIL nazionale, ovvero più di 100 miliardi di euro.
Questi numeri sono ancora più rilevanti se si considera che le statistiche non rappresentano fedelmente la realtà e che, quindi, verosimilmente, valutando una quota di sommerso, l’evasione fiscale rappresenta un volume ancor più alto.
Da una relazione della Commissione UE è emerso che l’Italia è il Paese dove si paga di meno l’IVA anche se è pure uno dei Paesi con l’IVA più elevata. Dallo stesso rapporto emerge inoltre che l’Italia da sola copre il 25% dell’intero evaso comunitario con un buco di 33,5 miliardi di euro: un dato di cui certo non possiamo vantarci e che non aiuta a metterci in buona luce nel panorama UE. D’altro canto, è necessario anche considerare che nel nostro Paese il gettito fiscale è molto (forse troppo) elevato e questo non agevola i corretti versamenti dei tributi.
Questi dati dimostrano che un intervento di prevenzione e lotta dura all’evasione e alle frodi fiscali è più che doveroso e necessario anche per la ripartenza dell’economia della nazione che per ora “vanta” un debito pubblico superiore a 2.460 miliardi di euro, secondo gli ultimi dati della Banca d’Italia.
Se sia poi il carcere la giusta misura, questo sarà da valutare meglio nella pratica concreta. Il concetto di pena come rieducazione forse poco si attaglia al carcere per gli evasori fiscali. Il carcere è certamente la misura più semplice e che raccoglie i maggiori consensi anche da parte dell’opinione pubblica, ma purtroppo i dati mostrano che la recidiva in Italia è molto alta e che delle misure alternative e diversamente retributive e rieducative potrebbero raggiungere migliori risultati nel lungo periodo, anche con funzione di deterrenza.