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Ex Ilva, gli operai in protesta occupano l’Appia: “Situazione disastrosa”. Sospeso il tavolo, tutto rinviato

Occupazione simbolica della statale Appia da parte dei lavoratori ex Ilva di Taranto durante lo sciopero e il vertice a Palazzo Chigi. I sindacati denunciano una crisi senza precedenti.

Taranto – Il tavolo sull’ex Ilva tra sindacati e governo “è stato sospeso e riprenderà all’inizio della prossima settimana”. Lo dice Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, lasciando Palazzo Chigi al termine dell’incontro che, dice, “non è andata bene”. Salta dunque la trattativa tra sindacati e governo a proposito del destino delle ex acciaierie. “Abbiamo chiesto garanzie, una prospettiva, ma non ci sono state risposte adeguate e quindi abbiamo deciso di aggiornare il tavolo”. Aggiunge il segretario Fiom, Michele De Palma: “Lo Stato deve garantire la continuità dell’azienda, questo per noi è il punto fondamentale: gli investimenti per la decarbonizzazione e la garanzia dei livelli occupazionali”. 

Al vertice erano presenti i soggetti finanziari coinvolti, Invitalia e, in rappresentanza di Acciaierie d’Italia, i tre commissari Giovanni Fiori, Giancarlo Quaranta e Davide Tabarelli. Per i sindacati, oltre a Palombella e De Palma, c’erano Ferdinando Uliano (Fim-Cisl), Francesco Rizzo (Usb), Daniele Francescangeli (Ugl Metalmeccanici) e Gherardo Zei (Federmanager) .

La protesta dei lavoratori

Intanto stamani alcune decine di lavoratori e delegati sindacali dell’ex Ilva avevano occupato questa mattina un tratto della statale Appia, nei pressi dello stabilimento siderurgico di Taranto, in concomitanza con lo sciopero di quattro ore indetto dai sindacati.

Una parte dei manifestanti, in segno di protesta estrema, si è sdraiata sull’asfalto, bloccando simbolicamente il traffico per attirare l’attenzione sulla crisi dell’ex Ilva, che definiscono “senza precedenti”.

I sindacati: “Chiesta chiarezza, la situazione è drammatica”

Le sigle metalmeccaniche coinvolte nello sciopero (Fim, Fiom, Uilm, Usb) denunciano l’assenza di risposte concrete da parte del Governo e dell’azienda: “Abbiamo chiesto più volte, in tutte le sedi istituzionali, di ricevere risposte chiare e definitive sul destino dell’ex Ilva – dichiarano –. Si constata invece un quadro disastroso, sia dal punto di vista aziendale che occupazionale.”

Il disagio dei lavoratori è alimentato dalla crescente incertezza sul futuro degli oltre 10mila dipendenti e di tutto l’indotto, che rischia il tracollo in assenza di un piano industriale concreto e condiviso.

Mantovano: “Momento difficile, faremo la nostra parte”

La situazione, inutile negarlo, è difficile. “E’ inutile sottolineare quanto sia particolarmente drammatico il momento in cui cade questo incontro, certamente uno dei più drammatici se non il più drammatico in assoluto da quando abbiamo iniziato a vederci”, ha detto il sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano aprendo il tavolo sull’ex Ilva con i sindacati. “Ci assumiamo fino in fondo la responsabilità di governare questa crisi”, ha ribadito Mantovano, spiegando “la prendiamo come se fosse stata una calamità naturale, anche se calamità naturale non è”. Di qui la necessità di gestire due fasi: emergenza e ricostruzione.

Dobbiamo individuare delle vie d’uscita, confidando che anche gli altri soggetti di questa partita abbiano un senso di responsabilità. Confido nel fatto che se ognuno faccia la sua parte fino in fondo”, ha affermato Mantovano, concludendo “la situazione non è ancora definitivamente compromessa, però questo deve avvenire da parte di tutti e, certamente, il passaggio dal tavolo di oggi è un passaggio importante per condividere come affrontare l’emergenza ed anche la prospettiva, con le mille incertezze e le mille variabili che sono in corso”.

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