Suicidi in aumento tra le forze dell’ordine: una tragica realtà

Il caso di Luca Sabene, quarta vittima dall’inizio dell’anno, e la questione dei suicidi tra le forze dell’ordine: una tragedia sempre più diffusa e complessa da affrontare. E fin troppo sottaciuta.

Roma – Sono purtroppo in aumento i suicidi fra i rappresentanti delle forze dell’ordine. Nel 2022 sono state ben 72 le divise che si sono tolte la vita: nel 2021 erano state 57 contro le 51 del 2020 e le 69 del 2019. I dati sono di InfoDifesa e dell’Osservatorio suicidi in Divisa che monitorano il triste andazzo forse causato dalla maggiore disponibilità di un’arma, dalla natura stressante del lavoro e dall’esposizione alla violenza che fanno aumentare la percentuale di gesti estremi rispetto alla media della popolazione.

Luca Sabene in uniforme

Ma è proprio cosi? Il quarto suicidio del 2023 si è consumato il 10 marzo scorso ad Anagni, in provincia di Frosinone. A porre fine ai propri giorni con un colpo di pistola, quella d’ordinanza, è stato Luca Sabene, 48 anni, agente di polizia, in forza presso gli uffici del Ministero dell’Interno da alcuni anni. L’uomo, sposato con due figli, è stato ritrovato esanime nella sua abitazione di frazione Le Sassere dai genitori che rientravano in casa.

La coppia, affranta dal dolore, avvisava il 112 ma i soccorritori, giunti sul posto in pochi minuti, non potevano fare altro che constatare il decesso del bravo poliziotto, benvoluto da tutti e dal carattere allegro e generoso. Sono in corso, e nel massimo riserbo, le indagini da parte dei carabinieri che mirano a scoprire le motivazioni che hanno spinto l’agente a togliersi la vita atteso che nulla avrebbe fatto pensare ad una tragedia di tale portata. Sabene era entusiasta del suo lavoro che svolgeva con professionalità e passione.

Prima di indossare la divisa l’uomo militava nelle fila delle squadre giovanili dell’A.S. Fontana Anagni. Una volta lasciato il calcio si era arruolato nella polizia di Stato. I funerali si sono celebrati il 12 marzo scorso nella chiesa di Santa Maria Annunziata di Anagni alla presenza della vedova, distrutta dalla disperazione, e dei due figlioletti accompagnati dai nonni, oltre a centinaia di amici e conoscenti:

La casa dove è avvenuta la tragedia

”Ci sono notizie che arrivano all’improvviso e che lasciano sconvolti – ha scritto sui social Daniele Natalia, sindaco di Anagni –  La scomparsa del nostro concittadino Luca Sabene, già agente della polizia di Stato, è una di queste. Sentite condoglianze alla famiglia, cui ci stringiamo in un abbraccio in questo momento di dolore”.

Pare che l’uomo non avesse problemi sul lavoro, men che meno d’ordine personale, almeno apparenti, dunque un vero e proprio fulmine a ciel sereno si è abbattuto sulla famiglia che non sa spiegarsi le ragioni di un simile gesto estremo:

” In tutto il mondo è ormai stabilito che tra forze dell’ordine e l’esercito l’incidenza di suicidi è più che doppia rispetto alla media della popolazione – spiega Roberto Tatarelli, professore ordinario di psichiatria alla Sapienza di Roma – Il suicidio è un evento multifattoriale che può avere moltissime motivazioni. In genere per ogni suicidio riuscito ci sono da quattro a otto tentativi, ma avendo un’arma in mano questa statistica salta completamente”.

Della stessa opinione Anna Maria Giannini, psicologa e professoressa ordinaria di psicologia, anche lei alla Sapienza di Roma:

” È molto delicato determinare per quali fattori il suicidio tra le forze dell’ordine sia più alto della media – aggiunge la docente – il dato è influenzato dal fatto che si ritrovano tra le forze dell’ordine alcune caratteristiche di maggiore incidenza suicidaria, quali la prevalenza di uomini. Rilevanti fattori di rischio sono inoltre la natura stressante del loro lavoro e l’esposizione alla violenza che esso comporta. Bisogna però ricordare che il personale delle forze dell’ordine è attentamente selezionato sia dal punto di vista fisico che psicologico proprio per far fronte a queste condizioni”.

A volte però dietro queste morti inspiegabili ci sono vicende che hanno sconvolto la vittima come storie di mobbing sul lavoro, segreti divenuti insopportabili, problemi gravi con i superiori, minacce per sé e la propria famiglia e non solo. Fatto sta che si fa davvero poco per approfondire il tristissimo fenomeno:

”Luca è stato un padre e marito sempre presente – scrive Alessandro Caciolo, cognato della vittima – ci proteggerà da lassù come faceva in vita”.

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