Sparo di Capodanno: a Biella il processo a Pozzolo, tra i testimoni c’è Delmastro

Dopo il risarcimento al ferito il deputato deve rispondere di porto illegale di arma e munizioni proibite. La prossima udienza il 7 aprile.

Biella – Nella prima udienza del processo a Emanuele Pozzolo, deputato – ora sospeso – di Fratelli d’Italia, per lo sparo di Capodanno, è stato chiarito che i capi d’imputazione riguardano i reati di porto illegale di arma comune da sparo e porto illegale di munizionamento da guerra. Non è stato raggiunto, infatti, un accordo per evitare il processo per gli ultimi due reati contestati, legati allo sparo avvenuto durante i festeggiamenti di Capodanno 2024 a Rosazza, nel Biellese. Ma c’è una novità sulla lista dei testimoni che sfileranno nel processo: è stata richiesta e accolta, tra gli altri, la testimonianza del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro.

Il giudice Cristina Moser ha respinto la richiesta avanzata dal legale di Pozzolo, Andrea Corsaro, confermando la linea stabilita nella fase preliminare dalla gup Francesca Tortora. Quest’ultima aveva già disposto il non luogo a procedere per altre tre ipotesi di reato inizialmente contestate dalla procura. Un lungo elenco di testimoni quello presentato dalla difesa del deputato vercellese. Tra i citati il sottosegretario Andrea Delmastro, il consigliere regionale Davide Zappalà, il presidente del consiglio comunale di Biella Luca Zani (citato anche dal pubblico ministero Paola Francesca Ranieri) e la sindaca di Rosazza Francesca Delmastro, unico nome su cui il giudice Cristina Moser ha posto qualche dubbio, sull’ammissione si è quindi riservata.

Andrea Delmastro e Emanuele Pozzolo

Più breve l’elenco della procura con il pm Ranieri che ha spiegato di averlo molto sfrondato dato che i reati per cui Pozzolo è a processo sono rimasti due, il porto abusivo di armi e l’uso di proiettili vietati. Sono rimasti tra gli altri il ferito dallo sparo, Luca Campana e l’ex caposcorta di Delmastro Pablito Morello, oltre naturalmente ai carabinieri che hanno seguito l’indagine a periti e specialisti del Ris. In avvio di udienza l’avvocato del parlamentare ha chiesto di riqualificare le accuse e risolvere con una nuova oblazione. Il giudice, così come aveva già fatto il gup, non ha accolto la richiesta. Prossima udienza il 7 aprile.

Un caso scoppiato a inizio 2024: nelle prime ore dell’anno, un proiettile aveva colpito uno dei partecipanti a una festa appena terminata presso la Pro Loco del paesino di Rosazza in provincia di Biella. Pozzolo è imputato per “porto illegale di arma comune da sparo” e “porto illegale di munizionamento da guerra”. Rispetto al quadro iniziale, le accuse sono più circoscritte: Luca Campana, il 31enne elettricista rimasto ferito, aveva ritirato la querela per lesioni dopo avere raggiunto un accordo economico. Mentre per le ipotesi di esplosioni pericolose e omessa custodia d’armi il parlamentare ha invece presentato una domanda di oblazione – cioè il pagamento di una somma di denaro per azzerare il procedimento – che è stata accolta, e si era dunque giunti a una sentenza di non luogo a procedere.

Non ci sono dubbi che si sia trattato di un incidente di natura colposa. Pozzolo spiegò di avere la pistola perché in possesso di regolare porto d’armi. Secondo la procura di Biella, però, era un oggetto da detenere solo “in regime di collezione”. E ora la parola passa al giudice. Lo giudicherà il Tribunale di Biella in composizione monocratica. Pozzolo è difeso dall’avvocato Andrea Corsaro di Vercelli, già sindaco della città piemontese. Pozzolo, che si era presentato alla festa alla sede della Pro Loco, organizzata dalla sindaca Rosazza, Francesca Delmastro, sorella di Andrea, sottosegretario alla Giustizia, anche lui presente, ha sempre dichiarato di essere innocente. 

Unico indagato per il ferimento di Campana, compagno della figlia di Pablito Morello, agente della polizia penitenziaria e all’epoca capo scorta del sottosegretario alla Giustizia, ha sempre negato di essere stato lui a sparare, e ha detto che il colpo sarebbe partito accidentalmente mentre Morello maneggiava la sua pistola. A gennaio tuttavia era risultato positivo alla “prova dello stub”, un test che serve a trovare eventuali residui lasciati da un colpo d’arma da fuoco sul corpo e sui vestiti di una persona.

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