sondaggi politici il giornale popolare

Sondaggi politici: FdI in calo, PD accelera, Terzo Polo alla deriva

Meloni rimane in testa anche se in leggerissima flessione, il PD prende un po’ di slancio con Schlein, incerto il futuro del (ex?) Terzo Polo. I sondaggi politici raffigurano un quadro di stabilità o la quiete prima delle tempesta?

Roma – Il primo partito nelle intenzioni di voto rimane Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, che continua a vivere la sua sostanziale luna di miele con il Paese. Anche da questo sondaggio, tuttavia, arriva un altro campanello d’allarme per la presidente del Consiglio con un “impercettibile” meno 0,3% che porta il suo partito al 29,0%. Questo dato può non significare nulla oppure significa più di qualcosa? Lo vedremo nei prossimi giorni.

Elly Schlein e Giorgia Meloni

Ancora staccato di diverse lunghezze il Partito Democratico di Elly Schlein, che sfrutta ancora la scia positiva della nuova segretaria, guadagnando un altro 0,3% passando cosi al 21,0%. Otto punti tondi di distacco netti è la distanza che divide FdI dai Dem, vista la forbice precedentemente esistente dopo il disastro elettorale alle nazionali.

Il dato che non sempre viene fornito dai vari sondaggisti ma che si desume da una attenta analisi è che aumentando le percentuali del Pd, almeno nel consenso virtuale che si ricava dalle rilevazioni, diminuiscono quelle degli altri partiti della coalizione, determinando in tal modo la solita ampiezza della forbice tra centrodestra e centrosinistra, a favore della prima coalizione. Insomma la Schlein disorienta l’elettore. Roba non da poco.

Risale anche il Movimento Cinque Stelle di Giuseppe Conte, dopo settimane difficili ed incerte, con un più 0,3% per i grillini che passano al 15,4% consacrandolo per il momento come terzo partito.

La Lega di Matteo Salvini, invece, prova a risalire verso i dieci punti, con un più 0,6% che si traduce in un 9,4% totale per il Carroccio. A seguire c’è Forza Italia di Silvio Berlusconi al 7,3%, che recupera mezzo punto in meno di un mese, dato che risulta influenzato dall’esposizione mediatica per lo stato di salute del Presidente.

Sondaggi Terzo Polo
Eppure erano così carini…

Poi troviamo uno dei due partiti dell’ormai ex Terzo polo diviso che favorisce Azione e lascia indietro Italia Viva. Le prime valutazioni, nei sondaggi, fanno scoprire Azione di Carlo Calenda – sondato da solo dopo mesi di federazione – al 4,6%. Mentre Italia Viva di Matteo Renzi si attesterebbe, dopo la scissione, al 2,6%, che addirittura viene superato dall’alleanza Verdi e Sinistra – in calo dello 0,1% – che scende al 3,1%.

Chiudono le intenzioni di voto +Europa al 2,3% (meno 0,1%), Per l’Italia con Paragone al 2,1% (più 0,2%). Resiste ancora Unione Popolare stabile all‘1,9%. Tante scorie, discussioni pubbliche, insulti tra Calenda e Renzi che, come in un ordinario stereotipo tipico di una qualunque separazione coniugale o amicale, vengono lanciati strali sul partner per giustificare colpe, responsabilità e gelosie. Questo è emerso dai social dei due leader.

Un liberale non usa il giustizialismo, non confonde un avviso di garanzia con una condanna. Ma Calenda faccia quello che vuole” – afferma Matteo Renzi in una trasmissione televisiva. “Io sono stato accusato, aggredito, insultato. È vero – continua il leader Iv – che faccio conferenze. Come però succede a tanti altri ex-premier. E questa attività la facevo, però, anche 6 mesi fa, quando a Calenda gli serviva il simbolo per non raccogliere le firme alle politiche…! Io penso che quello che sia accaduto sia ingeneroso verso i tanti che vogliono votare Terzo Polo, progetto fallito per le ambizioni personali di qualcuno. Adesso basta con il fango, pensiamo ad altro”.

Anche il segretario di Azione ha chiesto ai suoi di mantenere un rigido silenzio stampa, talmente silenzioso che ne è nata una bufera. In ogni caso Calenda ha detto “di avere spiegato le proprie ragioni, ora basta. Lo spettacolo che stanno dando in queste ore Renzi, Boschi e i renziani di complemento è indecoroso e non dobbiamo parteciparvi“, ha sottolineato l’ex ministro di Renzi. Il leader di Azione, comunque, ha ancora una volta sottolineato che “alle elezioni europee ci saranno due partiti che andranno separati perché è stato fatto saltare un progetto”. La domanda delle domande, in una nota canzone di Zuccaro: “… Per colpa di chi, chi, chi…” Inizia, pertanto, un’altra storia, dai contorni velati ma con proiezioni dubbie. Il tempo per posizionarsi c’è, adesso bisogna pensare alla scadenza elettorale del 2024. E vai.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa