Solo campagna elettorale: i gravi problemi degli italiani possono attendere

Come ogni volta il Paese si blocca. Basta parlare di urne che tutto diventa un brulicare di alleanze, divorzi, tradimenti, abbandoni e ripensamenti. Nulla che serva all’Italia che sta attraversando uno dei periodi più brutti dal Dopoguerra. Programmi politici anno zero. Solo gli stessi slogan da un quarto di secolo.

Roma – Il centrodestra è alle prese con la ripartizione dei seggi tra gli alleati, dopo che sono stati stabiliti i cardini principali dell’alleanza e del programma elettorale. Ancora, però, tutto è in evoluzione. In Sicilia infatti non si è chiarito chi dovrà competere, per la presidenza della Regione, contro Caterina Chinnici del Pd. L’uscente Musumeci pare non abbia sponsor all’altezza di imporre la sua nuova discesa in campo. Il perverso gioco a scacchi tra le diverse Regioni impone una rilettura dei gradimenti politici dei partiti su tutto il territorio del Bel Paese.

Musumeci e Chinnici

La scommessa è ormai divenuta più generale e non solo confinata alla Sicilia, tanto che ormai non si parla più, almeno con insistenza, dell’election day. Forse conviene prendere tempo e attendere il mese di novembre per la sfida elettorale. Così come, nel centrosinistra, rimane l’anomalia tutta interna ad una coalizione che, nei fatti, non esiste più tra dem e M5s. Solo in Sicilia si continua a perpetuare il rito propiziatore dell’unità ad ogni costo solo per interessi della “bottega piddina”. Il motivo è semplice ed è quello di non disperdere tutto il patrimonio elettorale in favore della vincitrice dem alle primarie.

Si è sicuri che l’andamento sarebbe stato diverso, da parte del Nazareno, se fosse stata la grillina Barbara Floridia a vincere il confronto. In quest’ultimo caso è probabile che si sarebbe invocato uno schema diverso, d’altronde che interesse avrebbe avuto il Pd a sostenere un esponente del M5s considerato quanto successo a livello nazionale. L’anomalia è anche nella Regione Lazio.

In ogni caso tutto ciò viene percepito dai cittadini con grande imbarazzo perché non convincono le rassicurazioni dei segretari regionali dei rispettivi partiti, vista la decisione di Letta e di tutto il Pd di mettere la parola fine all’alleanza con Conte ed il M5s. Vedremo.

Barbara Floridia

Nel frattempo, si fa strada un terzo polo. “Credo che l’ipotesi terzo polo al centro slegato dall’asse sovranista e dall’abbraccio Pd/ Fratoianni sia la cosa migliore per tutti. Proviamoci!” – scrive su Twitter il presidente di Italia viva e vicepresidente della Camera, Ettore Rosato. Ma anche i cosiddetti moderati vogliono vederci chiaro e comprendere il ruolo che un nuovo polo intende svolgere per potere attrarre l’interesse dei cittadini.

“…Centro? Centrino? Laico? Cattolico? Sono scatole vuote. Io da economista sono abituata prima a cercare il contenuto, poi a trovare il contenitore. Prima di preoccuparci del Centro interessiamoci dei contenuti. Il Centro su cosa si sta costituendo? Vorrei che la classe politica in una settimana facesse un programma di punti chiari: aiuti al sud, cuneo fiscale, magistratura, scuola...”.

Parla senza remore Suor Anna Monia Alfieri, volto noto della televisione, nonché Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana e paladina delle scuole paritarie. Come dargli torto. Letta invece sostiene che “un terzo polo aiuta le destre” mentre sarebbe opportuno dire che “indebolisce il Pd”, che sta orientandosi sempre più a sinistra a causa della sua politica poco lungimirante ed autoreferenziale.

Suor Anna Monia Alfieri

Ma udite, udite, intanto è stato siglato l’accordo tra il ministro degli esteri Luigi Di Maio e l’eterno movimentista elettorale che offre sempre un riparo a chi è senza la copertura di un simbolo onde evitare la raccolta delle firme.

Si tratta del sottosegretario Bruno Tabacci, fondatore di Centro Democratico con l’allora ex capogruppo di Italia dei Valori, Massimo Donadi, che prese parte alle elezioni del 2013. Viene così lanciato il nuovo progetto “Impegno Civico” che già profuma di stantio. Altro che novità, ma per il ministro ex grillino questa è “l’evoluzione di Insieme per il futuro”. Il perché di un voto a Tabacci e Di Maio verrà, comunque, presto svelato agli elettori.

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