Nel casolare di Casalcipriano, in Molise, la donna ha vissuto isolata dal mondo, soggetta a continue umiliazioni e in precarie condizioni igieniche.
Campobasso – Condannati a cinque anni di reclusione per maltrattamenti in famiglia e sequestro di persona il fratello e la cognata di una donna di 67 anni, segregata dalla coppia per oltre 22 anni in una rimessa a Casalciprano, un piccolo comune del Molise. Il giudice Federica Adele Dei Santi ha accolto la richiesta del procuratore Nicola D’Angelo, che ha commentato: “Oggi la donna è veramente libera”.
La vicenda ha inizio nel 1995, quando la donna, rimasta vedova, accetta l’ospitalità del fratello in un casolare tra Casalciprano e Castropignano. Inizialmente accolta nella stanza dei genitori defunti, la convivenza si trasforma in un calvario. Dopo pochi anni, la donna diventa un “peso” per il fratello e la cognata, che la costringono a trasferirsi in una rimessa angusta accanto alla legnaia, priva di riscaldamento e accessibile solo tramite una scala a chiocciola esterna.
La stanza, dotata di un rudimentale sistema di chiusura dall’esterno, diventa la sua prigione: le viene impedito di uscire quando la coppia non è in casa, isolandola dal mondo. Le indagini, avviate dai carabinieri di Bojano nel settembre 2022 dopo una segnalazione anonima, hanno portato alla luce una realtà agghiacciante. La donna, trovata in condizioni disumane, non aveva accesso a cure mediche, salvo rare visite accompagnate, e poteva fare il bagno solo una volta al mese in una vasca arrugginita usata per il bucato. Priva di servizi igienici nella rimessa, subiva continue umiliazioni, come il divieto di visitare la tomba del marito o di parlare con estranei. Le uscite, come le rare visite dalla parrucchiera, avvenivano sotto la stretta sorveglianza della cognata. Per 22 anni, la donna ha vissuto in un isolamento totale, senza contatti sociali e in condizioni igieniche precarie.