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Se la sabbia è verde, non significa che sia… green

Il colore verde evoca il rapporto tra psiche e natura. Rappresenta la vita che scorre e si rinnova, segno di equilibrio e crescita.

Roma – Per questo à associato alla giovinezza. Per il suo forte legame con la natura, è diventato il simbolo dei movimenti ambientalisti. Tuttavia, c’è qualche circostanza in cui il colore verde è associato a eventi negativi. Ad esempio “essere al verde” è un tipico modo della nostra lingua sia colloquiale che letteraria, che significa “restare senza un soldo”. La locuzione è molto diffusa, ma sulla sua genesi ci sono tante ipotesi. Secondo una di queste, deriverebbe da un’antica usanza medievale, che consisteva nel far indossare un berretto verde ai falliti, in segno di pubblico scherno. Una notizia degli ultimi giorni ci ha informato che alle Hawaii, l’arcipelago vulcanico che si trova in Usa, simbolo di “relax”, “benessere” e “spiagge cristalline”, si è verificato uno strano fenomeno.

Nell’isola di Hawaii, la più grande dell’arcipelago, comunemente chiamata Big Island, una spiaggia è diventata, in modo inconsueto, verde. Forse è la mano di forze sovrannaturali che ci stanno facendo capire che se non seguiamo il sentiero della sostenibilità, andremo di sicuro a sbattere? Niente di tutto ciò. Questa spiaggia si trova nel distretto di Ka’u, il più grande, a sud dell’Isola. È anche il meno “turistico”, nel senso che si tratta di luoghi visitabili solo da appassionati, curiosi e amanti della natura.

Spettacolare scorcio di Hawaii.

Infatti, spesso per arrivare a destinazione si invitano i visitatori ad immaginare di dover attraversare molte miglia in una fitta distesa di foresta pluviale. In una sorte di grande abbraccio da parte di Madre Natura. Appena dopo si distende l’Oceano Pacifico e come per magia appare una grande spiaggia dalle acque limpide e cristalline. L’anomalia di tutto questo spettacolo magico è costituita dal suo colore. È, infatti, verde! Col tempo è diventata una delle attrazioni del luogo. La spiaggia è denominata “di Papakolea”, che significa “casa del piviere dorato del Pacifico”.

Un omaggio all’uccello migratore che attraversa l’Oceano per sfuggire ai freddi inverni di Alaska e Siberia e si rifugia alle Hawaii. La spiaggia è di un colore verde smeraldo. Non c’è nulla di romantico e metafisico in tutto ciò. La scienza ci viene in soccorso, facendoci tornare sulla terra. La stranezza cromatica è il prodotto dell’eruzione del vulcano Mauna Loa, 49mila anni fa. La spiaggia si è distesa proprio nell’insenatura provocata da questo fenomeno vulcanico. Il colore verde è un mix di sabbia lavica nera e cristalli di olivina.

Il vulcano Mauna Loa.

Ora, che relazione hanno la spiaggia verde e la lotta contro il cambiamento climatico? Beh, secondo il biologo britannico Tom Green (mai nome fu più appropriato), nonché direttore dell’ente di beneficenza Project Vesta, la relazione c’è ed è molto significativa. Project Vesta è una società di pubblica utilità che ricerca ed esegue l’erosione accelerata del minerale olivina come strategia di riduzione del clima al fine di catturarne il carbonio negli oceani. Il progetto lanciato nel 2020 è volto a fronteggiare il cambiamento climatico, sfruttando la naturale reazione chimica, da cui si estrae anidride carbonica dall’atmosfera e nell’acqua, quando la pioggia cade sulle rocce vulcaniche, che si dissolvono.

Secondo Green cospargendo le spiagge di olivina, questo processo sarebbe molto accelerato. È chiaro che qualsiasi operazione per combattere il cambiamento climatico è benaccetta, se i risultati sono soddisfacenti. Tuttavia questi tentativi rischiano di essere sterili se non accompagnati, da un profondo cambiamento di mentalità del genere umano. Se le spiagge vengono cosparse di olivina e si continua ad inquinare come prima, è l’ennesima prova che ci stiamo prendendo in giro, come facciamo da secoli, ormai.

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