La scuola riapre sotto i peggiori auspici. Il test sierologico si attuerà su base volontaria. Se il docente risulterà positivo seguirà un tampone oppure salterà comunque le lezioni? Domande a cui non seguiranno risposte.
Docente positivo al pungidito, salta la lezione dei cosiddetti “corsi di recupero“. Sulla gestione del personale, lo abbiamo visto, è confusione assoluta. Il rientro a scuola, già avvenuto per gli studenti ammessi alla classe successiva con insufficienze, è uno dei temi più caldi: da una parte si pensa appunto agli studenti, se fargli fare lezione in classe o da casa, se usare banchi a rotelle, i monoposto o i classici banchi doppi usati però da un solo studente, dall’altra c’è l’enigma sul personale docente e non docente. Soprattutto perché la possibilità di sottoporsi allo screening Covid 19 e l’inizio delle lezioni è, grosso modo, “contemporanea“.
Ma andiamo con ordine. Prima di tutto: gli insegnanti possono essere considerati “lavoratori fragili”? Nell’attesa di una presa di posizione, o meglio, di una definizione giuridica precisa sull’argomento – perché parliamoci chiaro si tratta chiaramente di una novità in tema di diritto del lavoro – numerosi dirigenti scolastici stanno chiedendo al personale docente e non docente dei propri istituti le autocertificazioni che attestino di essere in buona salute e senza virus in corpo.
Sorge però qualche dubbio non appena si legge il “…Modello di consenso informato per l’adesione volontaria a screening sierologico da parte del personale docente e non docente, operante negli asili nido, nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie pubbliche, statali e non statali, paritarie e private e negli istituti di formazione professionale di Regione Lombardia…”.
Adesione volontaria? “…È necessario – si legge sull’informativa allegata al modulo – che la persona a cui viene data la possibilità di sottoporsi al test aderisca in maniera volontaria e sia a conoscenza del significato dell’esito e delle azioni conseguenti...”. A Vigevano, per esempio, piccolo comune in provincia di Pavia, da lunedì scorso gli insegnanti hanno la possibilità di sottoporsi al pungidito, test che solo in caso di esito positivo fa scattare immediatamente la prova del tampone, con tutto ciò che ne consegue: quarantena fiduciaria fino all’esito definitivo e così via. Al fine di riuscire a garantire una certa organizzazione, l’Ats (l’ex Asl) ha fissato delle giornate precise per ogni istituto scolastico ed è finita che i professori di alcune scuole superiori si sono visti convocati -sempre volontariamente – in ambulatorio il giorno prima dell’inizio dei corsi di recupero. Risultato? Alcuni docenti sono risultati positivi al pungidito, quindi via alla raffica di chiamate alle famiglie degli studenti ammessi con debito e rinvio, ancora tutto da organizzare, dell’ora o delle ore di lezione.
Sul modello di consenso informato per l’adesione volontaria a screening sierologico che gli insegnanti devono compilare, c’è scritto che:
- l’adesione al test è volontaria ed integrale, ovvero a tutte le fasi del percorso di screening;
- il test fornisce risultati preliminari, pertanto non è prevista la consegna di referto alla persona che si sottopone al medesimo;
- la positività al test comporta l’invio della persona ad accertamento diagnostico di ricerca dell’Rna virale mediante effettuazione di tampone nasofaringeo;
- la positività al test comporta l’attivazione da parte del personale sanitario, coinvolto nella lettura dell’esito, delle procedure dispositive relative all’isolamento domiciliare fiduciario, che dovrà essere rispettato dalla persona sino ad esito del tampone;
- in caso di esito dubbio al test, il soggetto segue lo stesso percorso previsto per esito positivo;
- l’esecuzione del prelievo avviene attraverso la digitopuntura (raccolta di sangue capillare attraverso una piccola puntura del polpastrello), procedura praticamente priva di rischi clinici per il paziente.
Come già detto lo screening è una possibilità, si può scegliere se farlo o meno e, proprio per questo, viene richiesta un’autocertificazione volta in primis a sollevare da qualsiasi responsabilità i dirigenti dei diversi istituti, che, per chi non lo sapesse, sono equiparati ai datori di lavoro anche per gli insegnanti cosiddetti di ruolo e quindi dipendenti dal Ministero dell’Istruzione.
Ma se il docente risultato positivo al pungidito non avesse aderito e quindi non avesse eseguito il test, in questi giorni avrebbe comunque fatto lezione? E, soprattutto, visto che gli studenti dovranno saltare – speriamo solo per qualche giorno – i corsi di recupero, non era meglio organizzare gli screening a fine agosto, in modo tale da avere una certa sicurezza sul numero di docenti disponibili per ogni istituto? Va da sé che nessuno risponderà a questi interrogativi.
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