SCENDE IN CAMPO “LA MORTARA CHE VORREI”

In provincia di Pavia un nuovo sodalizio, con un curriculum di grande esperienza, riscoprirà i valori ideali della cultura e dell’ambiente a tutela dei diritti del cittadino. Dopo lo stop istituzionale delle attività sono previsti convegni e iniziative sociali nell’ambito cittadino

Urbanisti ed osservatori di chiara fama sostengono che le comunità, le associazioni, i movimenti, le istituzioni ma anche le imprese, vivono grazie a molte forme di capitali. Una di queste è il capitale narrativo. Una risorsa preziosa. Diventa essenziale soprattutto nei momenti di crisi di futuro e nei momenti di grande cambiamento. Dai quali dipendono la qualità del presente, la possibilità di futuro, la rielaborazione del passato.

Il patrimonio narrativo è fatto di tante cose, di racconti, di storie, di sogni, di progetti, di miti. È un vero e proprio capitale perché come tutti i capitali è capace di generare frutti e futuro. A nostro modo di vedere anche la città, la nostra, ed in questo caso parliamo di Mortara in provincia di Pavia, potrà diventare viva e vivace, solo se possiederà un grande capitale narrativo. Se c’è capitale narrativo una città si può nutrire di esso per decenni e forse anche per secoli, potrà nutrirsi delle storie e delle visioni di chi vi abita, di chi l’attraversa, di chi la immagina.

Una delle numerose manifestazioni organizzate dal sodalizio “No ai fanghi in Lomellina” che ha dato origine alla nuova associazione.

Ma inevitabilmente ci sono periodi in cui l’abbraccio allo status quo e la fatica dei giorni diventano un ostacolo alla creazione di nuovo capitale narrativo. Insomma si vive oggi con le rendite di ieri. Una città è bella, a nostro modo di vedere, se chi la abita partecipa alla narrazione condivisa dalla medesima comunità. Della città si amano soprattutto le storie meravigliose, quelle che risvegliano la parte più profonda e vera dell’anima, quelle che ti fanno diventare migliore semplicemente ascoltandole.

Più grandi sono i nostri ideali, più grande è la nostra anima, più grande deve essere la promessa contenuta nel capitale narrativo per attirarci e farci diventare parte di quella stessa storia. Le storie piccole attraggono persone con desideri e ideali piccoli, le grandi storie attraggono le anime grandi, quelle straordinarie attirano persone straordinarie.

Altre manifestazioni di protesta in favore dell’ambiente organizzate dal precedente sodalizio.

Ecco a noi sembra che Mortara, da alcuni lustri, non sia più in grado di seguire una narrazione forte. Per questo ci sembra che la città diventi ogni giorno sempre più grigia, come se si rifiutasse di colorare le pareti del proprio vivere civile. Il comitato “No ai fanghi in Lomellina” che da anni si batte contro questa pratica agricola ritenuta distruttrice dell’ambiente e delle sue matrici ecologiche oggi si trasforma e si struttura diversamente, al fine di elaborare proposte e richieste capaci di coprire oltre al tema dei fanghi anche altri temi ambientali. Ricordiamo che già negli ultimi mesi sono stati aperti cantieri di lavoro sui temi della terza caldaia dell’inceneritore di Parona e sul 5G. Il comitato si occuperà ed interverrà anche su temi sociali e culturali, correlati alle questioni ambientali, che ritiene oggi governati in maniera insufficiente e che non trovano nel dibattito pubblico e mediatico della città di Mortara adeguata visibilità. Obiettivo rendere la città più ricca di valori, di attenzioni ai bisogni pubblici, più coesa, solidale e vivibile dal punto di vista ambientale. Una città capace di guardare al futuro con maggior fiducia, facendo della partecipazione di tutti un elemento centrale nella definizione delle politiche cittadine.

I fanghi velenosi sui terreni agricoli

Il comitato “No ai fanghi in Lomellina”, costituitosi nell’aprile 2015 con lo scopo di realizzare un’azione di contrasto informativa, culturale, non violenta, non partitica, contro l’insediamento di aziende altamente inquinanti sul territorio, in particolare ECO-TRASS, preso atto della necessità di perseguire il bene della persona e della collettività nella sua interezza, nell’assemblea del 17 febbraio scorso, regolarmente costituita, ha deliberato di modificare il proprio nome in “La Mortara che vorrei”. L’associazione è apartitica, non ha scopo di lucro e svolge attività di promozione e utilità sociale.

Avendo fra i propri valori fondanti la trasparenza, intesa come chiarezza ed esplicitazione delle proprie azioni, che trovano nell’ascolto e nel confronto i propri metodi di azione, la volontà di affermare la logica della condivisione e della gestione partecipata e dell’interesse comune, frapponendosi a quella ormai diffusa dello scontro, della contrapposizione ideologica e dell’affarismo di tipo consociativo e familistico, persegue i seguenti scopi, attraverso un corretto e sereno dibattito ed un confronto con tutte le componenti della società civile, ha la finalità di promuovere ogni attività culturale, politica, ricreativa e sociale tendente al coinvolgimento ed alla partecipazione attiva dei cittadini, in attuazione dei valori di democrazia, partecipazione, trasparenza, solidarietà e sussidiarietà, partecipare alla vita politica come servizio di interesse collettivo e promuovere attività culturali per la crescita sociale di una comunità in cui ciascuna persona possa trovare realizzazione mettendo a frutto le proprie capacità e competenze, favorire lo sviluppo economico, sociale, culturale, turistico ed ambientale della comunità compatibilmente con le risorse presenti sul territorio.

L’inceneritore di Parona.

Alla carica di Presidente è stata chiamata l’avvocato Luana Ghirello e come vicepresidente l’architetto Piero Gabriele Pezzoli. Del gruppo di lavoro fanno parte Adriano Arlenghi, Claudia Bandiera, Carlo Vandone, Giovanna Zoia, Valentina Epis, Elena Puleo e Alessandra Torquato.

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