Ruspa rimuove la tomba del partigiano Beronio nel Genovese: l’Anpi denuncia lo sfregio

Nel Varesotto non si placano le polemiche seguite alle parole della presidente provinciale dell’Anpi, che ha minacciato di “prendere a sberle” uno studente per un’affermazione non gradita.

Uno “sfregio” che ferisce la memoria della Resistenza: così l’Anpi di Genova definisce la rimozione della tomba del partigiano Federico Beronio, nome di battaglia “Zatta”, dal cimitero di Cichero, frazione di San Colombano Certenoli, nel Genovese.

L’operazione, eseguita con una ruspa su decisione dell’amministrazione comunale di centrodestra guidata dalla sindaca Carla Casella, è avvenuta alla vigilia dell’80° anniversario della Liberazione, suscitando indignazione. Il cippo in granito della Val Graveglia, che segnava la sepoltura di Beronio, è stato sradicato nonostante le proteste delle opposizioni e della famiglia, mentre la salma, ancora incomposta, è stata riseppellita. L’Anpi denuncia un atto di “incuria” che colpisce i valori della Costituzione, nata dalla lotta partigiana, proprio mentre Genova si prepara alla visita del presidente Mattarella per il 25 aprile.

E sempre in vista del 25 aprile non si placano le polemiche nel Varesotto, dove Ester Maria De Tomasi, presidente provinciale dell’Anpi, all’incontro programmato presso l’Istituto Carlo Volontè di Luino proprio per gli 80 anni dalla Liberazione, ha risposto a un’osservazione di uno studente minacciando di “prenderlo a sberle”. In particolar modo, il ragazzo protagonista dei fatti, Samuel Balatri, aveva ricordato che nella Resistenza c’erano anche partigiani che volevano instaurare una dittatura comunista. A stretto giro di posta, l’amministrazione di Lonate Pozzolo (Varese) ha dichiarato De Tomasi persona non gradita alle prossime celebrazioni del 25 aprile.

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