Una serie di ritardi e, forse, di omissioni non avrebbero evitato la tragedia. La Procura aretusea indaga anche in questo senso mentre i due presunti assassini del piccolo Evan rimangono in carcere.
Rosolini – “…In tanti sapevano, in tanti tacevano. È per me terrificante la sorte del piccolo Evan di Rosolini, morto per maltrattamenti e percosse. Una situazione scioccante, hanno detto i medici che lo hanno soccorso. L’ipotesi: ucciso di botte perché piangeva. Ma non era la prima volta che il piccolo subiva maltrattamenti, a quanto pare. Meglio il silenzio, lo stesso che, in molte situazioni simili, alimenta la connivenza dei violenti… Quali servizi alla persona sono mancati, quali i percorsi per la fragilità umana? Qual è l’interesse per i piccoli che assistono alle scelte sbagliate degli adulti e piangono? Domande senza risposta. Anche Gesù pianse e piango anch’io, anche noi vogliamo piangere e gridare…”.
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Sono le parole accorate di don Fortunato Di Noto, il sacerdote fondatore dell’associazione Meter Onlus che si occupa di combattere la pedofilia ed il disagio dei minori. In effetti la vicenda della morte di Evan Lo Piccolo, 21 mesi, deceduto all’ospedale Maggiore di Modica, in provincia di Ragusa, il 16 agosto scorso per violente percosse ad opera del patrigno Salvatore Blanco di 30 anni e con la complicità della madre Letizia Spatola di 23 anni, lascia ancora sconvolti e increduli.
Perché, parliamoci francamente, la tragedia poteva essere evitata se gli apparati dello Stato preposti ad intervenire lo avessero fatto in tempo. Al di là delle singole responsabilità, che ci sono, ma che appartengono alla sfera di competenze della magistratura inquirente investita del caso, Evan Lo Piccolo è certamente una vittima della società odierna, sempre più aliena al grido di dolore di migliaia di bambini che soffrono la medesima esperienza di degrado vissuta dal bimbo di Rosolini.
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Al momento l’accusa per i due conviventi è di omicidio volontario e maltrattamenti in famiglia e nonostante lo scarica barile della donna che addosserebbe a Blanco ogni responsabilità dell’omicidio consumatosi nella loro abitazione popolare di via Eloro, entrambi rimangono in carcere su disposizione della Procura di Siracusa, che indaga anche su eventuali omissioni. Evan, però, in ospedale c’era finito altre tre volte. Presso il nosocomio di Noto, infatti, il bimbo era stato visitato in pronto soccorso e pare che i medici avessero riscontrato sul suo corpicino i segni di percosse che la stessa Spatola aveva giustificato come cadute accidentali. La Procura, infatti, indagava la donna per maltrattamenti già il 2 luglio scorso. I Servizi Sociali di Rosolini, però, avrebbero effettuato l’ultimo sopralluogo in casa dei due conviventi alcuni giorni prima dell’omicidio senza rilevare, come pare, nulla di anormale.
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Ma c’è di più: il padre della piccola vittima, Stefano Lo Piccolo, artigiano di 26 anni, aveva presentato denuncia il 6 agosto scorso presso la Procura di Genova, dove risiede, ma pare che l’incartamento sia stato spedito con un ritardo di quasi due settimane. E sarebbe giunto in cancelleria a Siracusa soltanto il 22 agosto scorso, a tragedia avvenuta:
“…Sono stato minacciato più volte di morte su Whatsapp dal nuovo compagno della mia ex – dice Lo Piccolo – perché non avevo ancora tolto la residenza dalla casa dove convivevo con la madre di Evan. Anche la famiglia di lei era a conoscenza della situazione dunque perché non è intervenuta? Evan era il mio bambino, ma era anche loro nipote. E hanno permesso che facesse quella fine. Sono responsabili quanto chi ha martoriato quel povero corpicino. Per la giustizia non lo so, ma per me sicuramente…”.
Di persone che sapevano pare ce ne fossero un buon numero. Sembra un intero quartiere ma nessuna segnalazione sarebbe arrivata al tribunale dei Minori che, in genere e per molto meno, avrebbe fatto prelevare il bimbo per affidarlo ad una casa-famiglia. Stavolta salvandogli la vita:”… La mamma di Evan è un’altra vittima di questa situazione e non è il mostro che tutti dipingono – aggiunge l’avvocato Natale Di Stefano, difensore di Letizia Spatola – l’errore che non si perdonerà mai è quello di non aver avuto la forza di opporsi al soggetto che l’ha manipolata…”. Letizia Spatola e Salvatore Blanco si dichiarano innocenti. Questo si vedrà al processo.
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