ROMA – TRAVOLTI DA UN COMUNE INSOLITO DESTINO: I PROCESSI IN STREAMING

I processi a Matteo Renzi si seguiranno su www.guerraarenzi.it che ci ricorda tanto Silvio Berlusconi con le sue reti televisive, all'epoca di Emilio Fede suo strenuo difensore e commentatore di inchieste e sentenze. Il leader di Italia Viva si accontenta di internet.

Roma – La sensazione di déjà vu è perlomeno inquietante. Ci sono i Pm persecutori, il leader politico perseguitato, le indagini in corso. C’è persino un sito per seguire i processi. No, non è di Berlusconi che stiamo parlando, ma di Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva è indagato per finanziamento illecito ai partiti, in relazione all’inchiesta sulla Fondazione Open, insieme a Maria Elena Boschi, Marco Carri, Luca Lotti e Alberto Bianchi. Ne avevamo già parlato su queste colonne.

Il 24 novembre scorso l’ex segretario del Pd si sarebbe dovuto presentare al Palazzo di Giustizia di Firenze per essere ascoltato, ma non si presentato al cospetto dei magistrati giustificandosi con il “legittimo impedimento”. La coerenza è coerenza: appena domenica scorsa aveva annunciato: “ci difenderemo nel processo e non dal processo perché noi facciamo come quelli seri, cresciuti alla scuola democristiana”. L’impedimento invece ha impedito l’interrogatorio, come quelli seri.

Renzi e Boschi 

Formalmente Renzi doveva presidiare in Senato, dove registra un desolante 41,69% di presenze, a sostegno di Al Sisi sul caso Regeni. A tale riguardo il capo di Italia Viva ha dichiarato che “la non collaborazione egiziana è un falso. Al Sisi ha permesso una collaborazione giudiziaria che non è quella che sognavamo, ma è decisamente superiore a quella standard”. Qualcuno di voi ha capito che cosa intendesse dire? Chissà.

Un intervento un po’ confusionario, ed usiamo un eufemismo, che sembra piuttosto un’emulazione di Previti: con l’inizio dei processi, anche lui aveva subìto l’improvviso bisogno di recarsi in aula, rinnegando un recente passato da assenteista convinto. Ma non è finita. Infatti si continua sulla strada dell’inquietante déjà vu con la richiesta di spostare l’inchiesta da Firenze (dove aveva sede Open) per “incompetenza territoriale”.

Giulio Regeni

Molto meglio Roma caciarona, per altro sede del Pd, o Pistoia città natale di Open oppure Velletri, giuridicamente competente per i reati di Pomezia, dove ha sede la Promidis, uno dei primi finanziatori di Open. Sottolineando che il PD non c’entra nulla nella questione e che la Promidis non è indagata. Tanto per essere chiari.

La memoria torna inesorabile a vent’anni di tentativi, da parte dei legali di Berlusconi, per trasferire i processi da Milano a Brescia, o in alternativa, a Perugia o Roma. La vera chicca è il sito www.guerraarenzi.it, dove nei prossimi mesi si potranno seguire indagini e processi. Come “Un giorno in Pretura”. Ovviamente tutto in modo assolutamente trasparente. Infondo Berlusconi aveva le sue reti. Renzi si è dovuto accontentare di Internet. Questione di quattrini.

I bei tempi del Cavaliere

Si accettano anche donazioni, dato che le perquisizioni hanno bloccato i finanziatori di Italia Vivache hanno paura delle conseguenze mediatiche di un sostegno nei miei confronti”. Si era giustificato Renzi. Una vera persecuzione, dunque. Come era avvenuto per il Cavaliere.

Grande assente Ruby, la nipotina di Mubarak.

Nei prossimi mesi potremmo scoprire scenari degni di far rimpiangere i bei tempi di Arcore, mentre guerraarenzi.it ci illustrerà improbabili particolari sui magistrati in questione mentre Carri, Boschi, Lotti e Bianchi fanno volontariato in oratorio, mentre è sacrosanto depenalizzare il finanziamento illecito e, perché no, annullare ogni causa penale agli ex Premier. Per ora la grande assente sembra solo la nipote di Mubarak. Scusatemi se è poco.

 

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