ROMA – RIDERS ANCORA SUL PIEDE DI GUERRA: SFRUTTATI COME SCHIAVI PER UNA MANCIATA DI EURO

Lavoratori senza diritti che si ritengono sfruttati e licenziabili in qualsiasi momento con compensi da fame. Le aziende: tutto legale e secondo contratto collettivo.

Roma – Non c’è pace per i Riders, nonostante il boom delle consegne di cibo a domicilio guadagnano sempre meno. I lavoratori del settore spiegano che nel 2017 riuscivano a guadagnare sino a 7,50 euro per ora lavorata. Da gennaio, con il nuovo contratto di settore, è stata introdotta la paga in base alla distanza coperta e al tempo impiegato. In poche parole: pedala se vuoi guadagnare. Che strazio.

I fattorini in bicicletta non sanno nemmeno quanto percepiscono per ogni chilometro percorso, accusano di guadagnare sempre meno e faticare sempre di più perché il loro compenso a parità di tempo e distanza è diminuito. Si stima che i riders siano circa 30.000, 3.000 solo su Roma, ma non si sa quanti siano in realtà. Fra quelli in regola e quelli a nero.

I nuovi schiavi protestano a Milano

Lavorano per diverse piattaforme on-line intermediarie tra i ristoranti e i clienti come Glovo, Just Eat, Deliveroo. La pandemia ha aumentato le richieste ma i sindacati di settore ritengono che non ci siano contratti o tutele adeguate per questi lavoratori che ormai si considerano i nuovi schiavi.

Faticano ad arrivare a fine mese (anzi non ci arrivano proprio) e il cambiamento di tariffe e la riduzione dell’importo pagato per le stesse consegne li ha ulteriormente destabilizzati:“… Ci fanno lavorare per 10 anche 14 ore di fila – racconta Pietro, 23 anni, universitario italianopoi lesinano sui soldi e se protesti sei già fuori senza tanti complimenti. Sindacati? E che fanno? Mai visti…“.

Il 16 febbraio scorso la Cisl ha organizzato un sit-in nel corso del quale il segretario generale Fit Cisl ha definito il lavoro del rider come “il moderno cottimo”, rammaricandosi che i lavoratori siano gestiti da un algoritmo. I sindacalisti Cisl e i ciclo-fattorini di Deliveroo lamentano la diminuzione dei compensi a parità di distanza percorsa e che per la stessa consegna per la quale un rider tempo fa percepiva 4,50 euro da adesso in poi ne prenderà 3,77 euro lorde.

Deliveroo, come sempre, respinge al mittente le accuse e risponde con una nota ufficiale: “…E’ priva di ogni fondamento la notizia secondo cui la nostra azienda abbia inviato una mail ai rider per comunicare – scrivono i vertici di Deliverooun presunto abbassamento delle tariffe minime per consegna da 4,50 euro a 3,77 euro lordi o abbia ridotto le tariffe per consegna, i cui minimi sono regolati dal Contratto collettivo nazionale tra Assodelivery e Ugl, che stabilisce il “minimo per consegna” applicabile. Tale parametro varia in funzione del tempo stimato per il completamento della proposta di consegna eventualmente accettata dal rider. E non è vero che i rider non hanno “nessuna tutela”. Il contratto collettivo applicato da Deliveroo prevede un compenso minimo pari a 10 euro lordi l’ora, parametrati sul tempo stimato per svolgere una consegna. Deliveroo ha introdotto ulteriori condizioni migliorative prevedendo un minimo di 11 euro lordi…”.

Sit-in Cgil con i riders

Due sono le cose o mente l’azienda, o sono bugiardi i lavoratori. Non c’è altra ipotesi da fare. Ma c’è di più “…Sono previste anche indennità integrative – conclude l’azienda in questione – oltre a tutele e diritti sindacali...”. Insomma i riders stanno in un ventre di vacca dunque perché protestano sentendosi sfruttati come i braccianti oppressi dai caporali?

Dal canto loro i vertici dell’azienda sono forti della sentenza del tribunale di Firenze che ha respinto il ricorso per condotta antisindacale presentato dalla Nidil Cgil. Una sentenza che la società di delivery ha inteso come una legittimazione del suo operato e una conferma che la collaborazione con i riders è di natura autonoma.

Sfruttati senza diritti

Il sindacato al contrario non ritiene la decisione del giudice una vittoria giudiziale per i colossi delle consegne a domicilio ma solo un provvedimento nel quale pare mancassero gli elementi necessari per definire la qualificazione giuridica del rapporto di lavoro.

Anche perché gran parte delle sentenze su casi individuali vanno in senso opposto. L’ultima in ordine cronologico è quella del tribunale di Palermo che ha obbligato Glovo ad assumere un suo fattorino a tempo indeterminato. Si tratta dunque di lavoro subordinato per migliaia di riders in tutta Italia.

 

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