Tutti hanno corso durante questa pandemia. Aziende che costruiscono mascherine, guanti e disinfettanti hanno lavorato a ritmi serrati. Stessa cosa per le case farmaceutiche. Occorreva forse una maggiore sperimentazione?
Roma – L’argomento che tiene banco da settimane rimane quello relativo ai vaccini. Le dosi di siero scarseggiano e quelle già distribuite ai centri vaccinali sono praticamente esaurite.
Gli antidoti autorizzati a partire dal 21 dicembre scorso sono stati il Comirnaty di Pfizer-BioNtech a cui è seguito l’Ovford-AstraZeneca, Moderna Niaid e il più recente siero della Johnson & Johnson, quest’ultimo monodose.
I problemi che ha causato l’AstraZeneca, sospeso per alcune settimane dalla nostra Agenzia italiana del Farmaco in via precauzionale e poi riammesso, sono stati numerosi e tutti in via di accertamento scientifico.
Dunque morti per trombosi ed effetti collaterali gravi hanno seminato il panico tanto che, come pare, un italiano su tre non intende vaccinarsi o, per lo meno, non intende vaccinarsi con l’antidoto anglo-svedese sino a quando non verranno chiariti gli effetti collaterali deleteri per la salute.
Anche un medico, fra i tanti altri che storcono il muso all’idea di un vaccino non sicuro e dall’efficacia limitata, si batte contro la somministrazione di questi sieri, contro la diffusione dei tamponi dai risultati fallaci in favore delle cure mediche praticate in casa per non intasare gli ospedali in casi di malati Covid 19 conclamati.
Dopo le esternazioni in pubblico del suo pensiero per il dottor Mariano Amici, 68 anni, medico chirurgo, dermatologo e specialista in malattie dell’apparato digerente, sono iniziati i guai: ”…Sono contrario a questi vaccini non alle vaccinazioni – dichiara Amici – e dopo averne denunciato per mesi la loro inattendibilità e i danni provocati dal loro utilizzo, è giunto il momento di passare all’azione…
…E così, dopo aver presentato il ricorso al tribunale dell’Unione Europea per sospendere la somministrazione dei vaccini genici fino alla completa sperimentazione, siamo pronti per un’altra battaglia giudiziaria che faccia trionfare anche in punta di diritto la verità: un ricorso d’urgenza per l’accertamento della erroneità dei dati scaturenti dai test PCR ed antigeni (tamponi) in quanto non attendibili, sia perché è assente la diagnosi medica sia, soprattutto, perché gli alti cicli di sviluppo in laboratorio ne pregiudicano totalmente il fondamento scientifico…”.
Amici sostiene anche che per curare il virus basterebbero alcuni medicinali di ordinaria reperibilità purché somministrati subito dopo i primi sintomi senza bisogno di rivolgersi agli ospedali evitando cosi l’intasamento dei reparti: ”…Il Covid 19 si cura se trattato tempestivamente a domicilio – aggiunge Amici – e si basa sull’uso tempestivo di Idrossiclorochina, Eparina a basso peso molecolare e al bisogno, secondo la valutazione del medico curante, di Azitromicina o altri antibiotici ed eventuali cortisonici…”.
A questa terapia domiciliare il medico di Ardea, di cui è stato anche sindaco, associa una dieta bio-vitalizzante a base di ortaggi, insalate, frutta di stagione, frutta oleosa e semi vari come girasole, lino, zucca, ricchi di antiossidanti e flavonoidi con riconosciuta azione antivirale anche su SARS-Cov2.
Occorre poi equilibrio tra alimenti proteici (alternando pesce, carne, uova, formaggio) e pasti “vegetariani” (legumi, cereali a chicco intero, stufati di ortaggi), secondo il modello “mediterraneo”. Mariano Amici, con alcuni colleghi fra cui Franco Trinca, biologo nutrizionista clinico, su un bacino d’utenza di circa 6000 pazienti, avrebbe riscontrato la guarigione su numerosissimi malati tampone-positivi applicando le sue tesi cliniche e senza avere alcun decesso:
”…L’Ordine dei medici di Roma aveva aperto un fascicolo su Mariano Amici già lo scorso anno – dice Antonio Magi, presidente dell’ente ordinistico capitolino – la sua procedura ha subito un rallentamento anche a causa delle recenti dichiarazioni che ha rilasciato in tv e bisognerà valutare anche quelle. Certamente il Consiglio dell’Ordine analizzerà quei filmati e valuterà se ci sono le condizioni per inviarlo in commissione disciplina…”.
Secca e ferma la replica del medico di Ardea a cui si associano decine di colleghi in tutta Italia e nel mondo: “…Non sono contro i vaccini e non sono un negazionista – conclude Mariano Amici – anche perché sono 40 anni che li faccio… Dico solo che non c’è stata una sperimentazione adeguata, il tempo a disposizione non è stato sufficiente per testare l’efficacia e per testarne l’immunità…”.
Intanto le Regioni richiedono milioni e milioni di siero che non ci sono. Le scorte sono in esaurimento mentre Draghi ha preso l’impegno di riempire i magazzini entro la prima metà di Aprile. Staremo a vedere.
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