Le zone terremotate potranno sperare nella ricostruzione a breve e medio termine ma non sarà cosi facile. Questo, però, potrebbe essere un buon inizio per sperare in un futuro più roseo. Mattarella ha avuto da ridire sul codice della strada.
Roma – Diventa legge il Decreto Semplificazioni. Le principali novità riguardano la rigenerazione urbana, gli appalti, gli interventi nelle zone terremotate e gli stadi, nonché alcune modifiche al codice della strada. Così dopo il via libera della Camera il decreto, approvato anche dal Senato, è stato convertito in norma.
Le normative che avrebbero dovuto accelerare e facilitare gli interventi di edilizia privata e di ricostruzione nelle città hanno subito una battuta d’arresto, a causa di un emendamento della senatrice Loredana De Petris. Infatti soprattutto nei centri storici delle città sono state inserite varianti che di fatto escludono, in particolare, interventi nelle “zone A” dei piani regolatori, così come in tutte quelle zone classificate come “omogenee A“.
Permane invece l’allungamento del termine, dal 31 luglio al 31 dicembre 2021, per consentire le procedure veloci per le opere pubbliche. Così come l’obbligo di pubblicità anche per le procedure negoziate e l’accesso per le “Ati” alle procedure negoziate. Poi è stata disposta la diminuzione, da 150 a 75mila euro, per gli affidamenti diretti dei servizi di progettazione. Una serie di norme tecniche, insomma, che hanno una consistenza economica e burocratica non indifferente.
Sarà più facile ricostruire nelle zone terremotate, come nelle aree soggette a vincolo. Gli interventi su edifici privati, in parte o totalmente danneggiati, oppure crollati, ma comunque soggetti ad ordinanza di demolizione, potranno essere in ogni caso realizzati senza obbligo di speciali autorizzazioni. Necessario solamente la “Scia edilizia“, cioè quel documento rilasciato da un tecnico abilitato che certifica i lavori che non rientrano né in edilizia libera, né in quella soggetta a permesso di costruire.
Accontentato anche Matteo Renzi, che ha sostenuto l’emendamento relativo agli stadi. Così grazie al sostegno decisivo del centrodestra, si consentirà di accelerare anche gli interventi di ristrutturazione o rifacimento, ex novo, degli impianti sportivi italiani. Superando, in tal modo, alcune prescrizioni paesaggistiche e culturali che richiedono il nulla osta della sovrintendenza ai beni ambientali.
La legge “Semplificazioni” prevede una serie di norme per quel che riguarda il web. Le novità introdotte al testo riguardano l’obbligo di rendere accessibili ai disabili i siti internet, così come ogni modalità di sviluppo, dei progetti digitali delle amministrazioni pubbliche, deve rispettare “il principio di non discriminazione dei diritti e delle libertà fondamentali”. Importanti novità anche per il codice della strada.
Infatti viene previsto che nella strada urbana ciclabile si deve osservare il limite tassativo di velocità di 30 km orari. La priorità, inoltre, nella circolazione spetta ai ciclisti. Non solo, vengono anche introdotte le “corsie ciclabili a doppio senso ciclabile” almeno nelle strade a senso unico. È prevista infine la realizzazione di uno spazio, riservato e dedicato esclusivamente alle biciclette in posizione avanzata, rispetto alla linea di arresto per tutti gli altri veicoli, ai semafori o agli incroci, per garantire maggior sicurezza a chi è in sella alle due ruote.
Nella conversione in legge del Decreto Semplificazioni (Dl 76/2020) spunta ciò che non si riusciva a fare da due legislature, cioè una mini-riforma del Codice della strada. Infatti cade dopo 18 anni il tabù dei controlli automatici di velocità sulle strade urbane e regala ai Comuni campo libero sulle multe per i divieti di sosta.
Sino a qui tutto bene ma l’ultima parola è stata quella del presidente della Repubblica. Sergio Mattarella, in una lettera ai presidenti del Senato, della Camera e del Consiglio, evidenzia un particolare non di poco conto:
“…Il testo a me presentato, con le modifiche apportate in sede parlamentare, contiene tuttavia diverse disposizioni, tra cui segnatamente quelle contenute all’articolo 49, recante la modifica di quindici articoli del Codice della strada, che non risultano riconducibili alle finalità del testo e non attengono a materia originariamente disciplinata dal provvedimento… Invito il governo a vigilare affinché nel corso dell’esame parlamentare dei decreti legge non vengano inserite norme palesemente eterogenee rispetto all’oggetto e alle finalità dei provvedimenti d’urgenza...”. Come dire per stavolta passi, ma la prossima…
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