ROMA CAPOCCIA? SE NON STAI ATTENTO TE LA ROMPI!

I cittadini del quartiere Prati raccontano a POP la loro odissea quotidiana nell’Urbe sempre più invivibile e deturpata

Senza alcuna faziosità politica, abbiamo preso un quartiere campione, Prati, nella triangolo turistico di pregio, che va da Castel Sant’Angelo a San Pietro, incluso piazza Risorgimento e piazza Cavour. Tutto fotografato: ogni incrocio, segnaletica vintage e storta, strisce pedonali mai ridipinte da cinquant’anni, immondizia, buche e rattoppi, indicazioni stradali fantasmatiche e semafori coperti da piante, innovazioni come gli “scivoli” per aiutare i pedoni, che sono state costruite con materiale sdrucciolevole e si sono fratturati parecchi abitanti imbufaliti. La signora Rosanna Bernardi, mentre effettuiamo le foto, dice: “Li vede gli scivoli moderni per attraversare le strade? Ci sono caduti quasi tutti e meno male che dovevano essere un aiuto al cittadino. Una gimcana e se non cammini occhi a terra rischi l’invalidità.

Altra persona in Via Crescenzio, Elisabetta Guerrisi, che fa capannello con Rosanna Bernardi e si scambiano esperienze. Dice la Guerrisi: “Noi siamo stati lasciati soli quando il Comune ha autorizzato la discoteca dentro i palazzi umbertini, con musica a 200 decibel. Dopo quasi un decennio, i colpevoli, ammanicati e con grosse protezioni, che hanno distrutto la vita notturna di tante famiglie, ancora devono pagare i risarcimenti, mentre fanno affari con altre licenze commerciali e con ristoranti per turisti in posizioni esclusive.”

Il parcheggio nel triangolo indicato è impossibile da trovare anche per i residenti, con una media di 40 minuti per scorgere un buco.

Il sindaco illuminato Nathan di Roma, passò alla storia per la sua capacità predittiva, tagliando le spese per le frattaglie nel bilancio comunale del 1907, con la celebre frase “non c’è trippa pe’ gatti”, e con la motivazione che “se i gatti avranno fame, cacceranno meglio”. Dalle foto raccolte e dalle interviste ai cittadini emerge che solo le vie principali di facciata, come via Cola di Rienzo, hanno le strisce verniciate e la linea di mezzeria, tutto il resto del quartiere no. Fatti documentati.

Si inciampa anche nei sampietrini liberi di danneggiare piedi e ruote. I vigili urbani, poveretti, sono sopraffatti, tra alberi che cadono per un po’ di vento, senza manutenzione da mezzo secolo. L’Atac festeggia con gli ausiliari che sfornano multe, senza valutare che le strisce blu non si vedono o che, peggio ancora, si tratta di strisce bianche e sono anch’esse sparite, e gli stessi residenti devono contestare le multe che non potrebbero essere fatte in parcheggi senza obbligo di parcometro. E il sindaco Raggi, come gli altri, si protegge dalla magistratura chiudendo le scuole per un po’ di vento, come se tutti i cittadini romani avessero la baby sitter per poter andare a lavorare, lasciando i figli a casa e non a scuola. Nelle altre città si va a scuola con la neve. A Roma mai.

Roma, la città sede di tutti i poteri, legislativo, giudiziario, governativo e religioso, sede di Confindustria e della Lega delle Cooperative, di associazioni lobbistiche dei settori economici e di tutte le categorie professionali e anche delle Casse, arricchitesi con gli affari immobiliari con Ligresti, (infatti si chiama ora Unipol SAI). Roma senza i servizi e le regole degli altri Comuni italiani. Roma sede di tutti i sindacati (ricordiamo oltre duemila sindacalisti ai vertici degli Enti come INPS o CNEL) e di ricchissimi enti di ricerca. Roma dei direttori generali della Fnomceo, travolta dagli scandali e dai ricatti interni, di manager senza esperienza pagati per non vedere e fare nulla, inventati anche dalla Lega delle Cooperative per la direzione generale delle ASL, nell’occupazione sfrenata del potere.

A Roma nel 2000 apre sfrontatamente QChannel SpA, poi chiusa nel 2001 con diverse volanti, nella quale il sindacato dei medici di famiglia FIMMG, con Enel.it, Banca Popolare Commercio Industria e Tribunale dei Diritti del Malato, mette in piedi un canale satellitare sulla prevenzione posizionato nello studio del medico di famiglia e finanziato dalle case farmaceutiche, sotto la voce ricerche. I benefit per i primi 8mila medici in rete su 54 mila sono tanti e di dubbia legalità. Il Presidente risiede in una villa faraonica vicino all’Ordine dei Medici di Roma ed è colui che ha patteggiato con i giudici la condanna per le tangenti del budget AIDS. Stipendi da favola, i sindacati medici che attraverso Assomedico che li raccoglie entrano, come il Sumai di Lala, sempre in competizione di potere con la Fimmg. Poi la fanno grossa, mettono le mani sul budget da 30 miliardi di lire sulla farmacovigilanza con l’accordo presunto nella guerra tra bande di sinistra e destra, che sarebbe stato autorizzato dal Ministero se non ci fosse stato il voto contrario dell’allora segretario dello Snami (sindacato dei medici di famiglia di Milano, persona incorruttibile, poi dimenticato dalla nuova dirigenza rampante pronta a ogni mediazione utile).

A Roma sono state giocate tutte le partite più socialmente tossiche. Una zona franca, mai scoperta davvero dalla magistratura. La Rai romana, dopo i manager veri, dagli anni ottanta diventa un suk di appalti, dove i fiduciari dei segretari di partito, senza chiederti chi sei, se presumono sommariamente che hai potere, ti offrono alla luce del sole appalti da capogiro, senza paura di parlare per errore con un commissario o con un dirigente investigativo. I responsabili delle trasmissioni storiche non si vergognavano a chiedere soldi privati per le trasmissioni RAI o, peggio ancora, si vendevano l’accesso alle notizie dei TG.

Il Far West dei poteri forti. Deboli con i forti, forti con i deboli. Solo bacino di voti in cambio di assunzioni al Comune o alle municipalizzate, come Atac, Acea, Ama, insanabili a differenza del resto dell’Italia, per il patto scellerato tra partiti e sindacati. I Commissari, da Tronca agli altri per specifiche aziende (vedi Assicurazioni di Roma), non hanno potuto fare nulla: clima di minacce e “se vuoi la parcella stai fermo, non muovere un dito”. I distacchi sindacali sono moltiplicati rispetto agli accordi nazionali, un terzo dei netturbini non può sollevare i bidoni della spazzatura perché soffre di un’epidemia di tendinite. Se lavori in un ministero o in una municipalizzata, a Roma (e solo a Roma) i colleghi ti fanno la guerra, ti emarginano esercitando stalking, per paura di perdere quei privilegi che oggi sono reato nel resto d’Italia.

Ci si stupisce dei morti di Corso Francia, siamo in pieno duello tra il grande penalista Coppi e l’avvocata Bongiorno, che lavorava nel suo studio e salì sul treno del processo Andreotti, facendo una bella carriera politica. Ogni incrocio a Roma è Corso Francia, solo che le automobili non vanno a cento all’ora perché non si può neanche volendo nella Roma dei vicoli. Come ci insegna l’Inghilterra che rese obbligatorie le cinture nei primi anni ottanta, gli incidenti mortali sono più nelle strade comunali che in autostrada. A cinquanta chilometri senza cinture si riceve un colpo alla testa o allo sterno di tre tonnellate in caso di impatto frontale. E dalla parte del pedone?

Fine prima parte.

continua…

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