Il cadavere impiccato è di Amar Mahmar, 24enne senegalese già noto alle forze dell’ordine. Sarebbe morto per asfissia ma la scena del ritrovamento è anomala. Indagini in corso sull’altro corpo decapitato.
Roma – Il ritrovamento di un cadavere impiccato nella boscaglia di via Roma, a Rocca di Papa, ha gettato un’ombra inquietante sui Castelli Romani. La vittima è stata identificata come Amar Mahmar, cittadino senegalese nato nel 2001, noto alle forze dell’ordine per piccoli furti e già segnalato per una condizione di estrema indigenza. Il suo corpo è stato scoperto in avanzato stato di decomposizione, con le mani legate e piegate sul petto, in un’area scoscesa e difficile da raggiungere.
Accanto al cadavere, i carabinieri hanno rinvenuto una sacca contenente ossa umane – probabilmente di un secondo individuo – in stato scheletrico e privo di testa. I resti, secondo una prima analisi, risalirebbero a un periodo antecedente e non sarebbero direttamente collegati alla morte di Mahmar, ma il sospetto che nella zona si sia verificata una catena di eventi tragici non è escluso.
Le prime analisi sul corpo Mahmar hanno evidenziato segni compatibili con l’asfissia, ma la scena del ritrovamento – il corpo toccava il suolo nonostante fosse impiccato – e l’anomala posizione delle mani sollevano interrogativi inquietanti. Le ipotesi restano aperte: suicidio, gesto disperato, o omicidio mascherato?
A rendere il quadro ancor più oscuro, una segnalazione di un uomo senegalese avvistato nudo nella stessa boscaglia un mese prima. Dopo quell’episodio, la persona – forse Mahmar – fu ricoverata a Frascati. Si indaga ora per capire se si tratti dello stesso individuo e se vi siano collegamenti con eventuali reti di sfruttamento o degrado sociale. Il bosco di Rocca di Papa, rifugio abituale di senzatetto, si conferma teatro di un mistero dai contorni ancora indefiniti, dove marginalità, solitudine e forse violenza si intrecciano in un dramma tutto da decifrare.