Il raduno dell’ultradestra sul tema dell’immigrazione ha scatenato un’ondata di polemiche e contromanifestazioni.
Milano – Il Teatro Comunale di Gallarate, in provincia di Varese, ha ospitato il Remigration Summit, un controverso raduno dell’ultradestra europea incentrato sul tema dell’immigrazione e della “remigrazione”, ovvero l’espulsione forzata di migranti, anche regolari, ritenuti “non integrati”. L’evento, iniziato alle 9 con un anticipo rispetto all’orario previsto per evitare proteste, ha scatenato un’ondata di polemiche e mobilitazioni, culminate in scontri a Milano tra manifestanti antifascisti e forze dell’ordine. Mentre il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi difende la libertà di espressione, il PD e altre forze di sinistra denunciano un raduno che promuove “odio e intolleranza”, chiamando in causa il governo Meloni e la Lega di Salvini.
Il Remigration Summit, pubblicizzato come il “primo summit europeo” sulla remigrazione, ha riunito circa 200 partecipanti – meno dei 400 attesi – provenienti da Italia, Inghilterra, Polonia e Olanda. L’evento, iniziato alle 9 dopo una comunicazione last-minute via e-mail per motivi di sicurezza, si è svolto sotto stretta sorveglianza delle forze dell’ordine, con ingressi blindati al Teatro Condominio. Il generale Roberto Vannacci, eurodeputato e vicesegretario della Lega, ha inviato un videomessaggio, definendo la remigrazione “non uno slogan, ma una proposta concreta” per “mettere al centro gli italiani e gli europei” in una “battaglia di libertà e civiltà”. La Lega ha mostrato un sostegno significativo: presenti l’eurodeputata Isabella Tovaglieri e il capogruppo in Regione Lombardia Alessandro Corbetta, mentre Davide Quadri, responsabile Esteri della Lega Giovani, ha dichiarato che “la remigrazione è un tema del nostro partito” e non ha escluso sinergie con movimenti europei.
L’evento ha scatenato immediate reazioni. A Gallarate, circa 200 persone hanno partecipato a un flash mob in Piazza Libertà, organizzato dal centrosinistra, al grido di “vergogna.” Il senatore PD Alessandro Alfieri ha accusato la Lega di aver concesso uno spazio pubblico – il Teatro Comunale – a un raduno razzista, definendo il sostegno di Matteo Salvini “inquietante.” “Vogliamo sapere cosa pensa Giorgia Meloni di chi promuove deportazioni di massa sulla base della razza,” ha aggiunto, richiamando l’influenza di figure come Donald Trump. Il consigliere regionale PD Samuele Astuti ha parlato di una “Lombardia sporcata” e ha proposto una mozione di condanna, respinta dalla maggioranza regionale.
A Milano, due contromanifestazioni hanno segnato la giornata. In Piazza San Babila, un presidio di oltre 8.000 persone, organizzato da 70 sigle tra sindacati (Cgil), associazioni (Anpi, Arci) e partiti (PD, Avs, M5S), ha risposto con musica e letture della Costituzione. I Modena City Ramblers hanno aperto con Bella Ciao, mentre uno striscione recitava “Buono come il pane, bello come l’antifascismo.” La segretaria del PD Elly Schlein, presente insieme a Maurizio Landini e Nicola Fratoianni, ha dichiarato: “È grave che nel governo italiano ci sia chi dà sponda a raduni di questo tipo. La Costituzione non accetta concetti discriminatori.”
Il secondo corteo, partito da Piazza Cairoli alle 15, ha visto alcune centinaia di manifestanti, tra cui antagonisti e centri sociali, sotto lo striscione “Make Europe Antifa Again.” L’iniziativa, non preavvisata alla Questura, ha assunto toni più accesi. In Via Carducci, i manifestanti hanno indossato caschi e acceso fumogeni, deviando verso Via Leopardi e Via Boccaccio. Qui si sono verificati scontri con la polizia, che ha risposto con manganelli, idranti e lacrimogeni. La Questura ha riferito di un tentativo di forzare un blocco in Via Leopardi da parte di una cinquantina di persone travisate, ma non ha segnalato fermi o feriti. Il corteo si è sciolto a Pagano verso le 17.30, senza ulteriori tensioni.