La sostenibilità sembra stia a cuore, almeno a livello normativo, all’Unione Europea. E’ il caso del regolamento europeo sulla deforestazione per le aziende, per i prodotti, per i consumatori e per lo sviluppo sostenibile, entrato in vigore il 29 giugno scorso. A che punto stiamo?
Roma – La deforestazione è importante per gli “Obiettivi di sviluppo sostenibile”. Un fondamentale e riconosciuto ruolo a livello mondiale, per l’individuazione di soluzioni a favore della gestione sostenibile delle risorse tropicali è svolto dall’Associazione Tecnica Internazionale per i Legnami tropicali. Ebbene, secondo questo autorevole ente, il regolamento ha dei benefici effetti sulla disponibilità del mercato dentro e fuori l’UE di alcuni prodotti legati alla deforestazione e al degrado forestale.
Grazie a questo testo l’UE mira a ridurre il suo apporto alla deforestazione per garantire ai consumatori prodotti con impatto quasi vicino allo zero sulle foreste. Non bisogna dimenticare che quest’ultime sono importanti per l’assorbimento dell’anidride carbonica (CO2) e nella regolazione del clima, mentre la deforestazione produce emissioni di gas serra con ripercussioni sul clima. Inoltre, per la protezione della biodiversità, che verrebbe soppressa con la deforestazione. Infine, il voto del Parlamento europeo può essere un monito alle imprese per adottare, lungo la catena di approvvigionamento, metodi sostenibili e responsabili.
Un altro aspetto meritevole di segnalazione è che il regolamento europeo prevede un sistema di certificazione per le imprese. I criteri sono molto severi ed esigenti. Bon si bada soltanto a questioni come la tracciabilità e la gestione forestale. Ma, anche il rispetto delle comunità, i diritti e la sicurezza dei lavoratori, il rispetto dell’ambiente e la protezione della biodiversità. I commercianti vengono certificati come pilastri della conservazione. A questo punto sorge una questione delicata: come si sviluppano i meccanismi di finanziamento innovativi e la conservazione della biodiversità?
La certificazione è basata su standard dibattuti da tutti gli attori in gioco. Il finanziamento è importante in quanto il mercato di per sé non ricompensa abbastanza le imprese che vogliono certificarsi. Una volta terminato il processo di certificazione, le aziende riescono ad ottenere redditività economica e benefici ambientali. Va bene la normativa europea sulla deforestazione. Ma non bisogna esaltarsi più di tanto. I problemi sono tanti e vari. Basta citare la guerra civile che sta devastando la Repubblica Democratica del Congo, in Africa centrale. Non solo per le ingenti risorse finanziarie finora investire a scopi umanitari, ma anche per il ruolo strategico che lo Stato africano gioca per la produzione di cobalto, pari ad oltre il 50% di quella globale, utilizzato soprattutto per le batterie di litio e leghe magnetiche.
Parlare di deforestazione, certificazione e rispetto dell’ambiente in contesti del genere è qualcosa di improponibile, per l’oggettiva irrealizzabilità del progetto e, ovviamente, per l’impossibilità di applicare la normativa europea. Per tacere dei tanti conflitti armati sparsi per il mondo, compreso quello nella vicina Ucraina. Se non c’è pacificazione su scala mondiale, qualunque tentativo di soluzione, seppur lodevole, rischia di infrangersi nell’atavica distruttività umana.