Storia del vitigno più famoso del mondo e… del canto di un gallo
E’ certamente un vino amato in tutto il mondo e uno dei più conosciuti; per dirla con l’enologo e giornalista Burton Anderson: “Se la Toscana merita di essere descritta come la più caratteristica delle regioni d’Italia, il Chianti s’impone di gran lunga come il più italiano dei vini”.
Riconoscibile dal celebre Gallo Nero posto sulla sua etichetta, è ottenuto con vinificazione in purezza di uve nere di tipo Sangiovese e in versioni blend, in cui si aggiungono basse quantità di uve Colorino, Canaiolo o Merlot.
Il Chianti Classico DOCG ha colore rubino brillante, tendente al granato e odore profondamente vinoso, floreale e fruttato. Il gusto è asciutto, sapido e vellutato.
Vino rosso versatile che si abbina a meraviglia con primi e secondi dal gusto deciso, come quelli a base di carne rossa, di tartufo, di selvaggina e di arrosti e sa esaltare la sapidità dei formaggi stagionati e dei salumi ma anche andare d’accordo con piatti un po’ elaborati a base di pesce.
Il territorio in cui, da secoli, si produce è situato in una parte di Toscana delimitata a nord dai dintorni di Firenze, a est dai Monti del Chianti, a Sud dalla città di Siena e a ovest dalle vallate della Pesa e dell’Elsa.
La vite, arrivata in Toscana con gli Etruschi, proseguì durante l’Impero Romano e sopravvisse anche dopo le devastazioni barbariche, grazie all’impegno dei monaci benedettini che, insieme alla cura dello spirito, si occupavano anche delle campagne coltivate a vite e olivo, spingendo le popolazioni a prendersi cura dei campi e della produzione di olio e vino.
A partire dall’anno Mille, si diffuse ovunque, sia nelle terre dei monaci sia in quelle del clero secolare e dei signori laici, la coltura “specializzata” della vite, che veniva allevata in forme basse a filari.
Che il vino fosse un prodotto importante lo testimonia, ad esempio, la fondazione a Firenze verso la seconda metà del Duecento, dell’Arte dei Vinattieri, la più importante delle Arti Minori, accompagnata dall’apertura di osterie e celle vinarie.
L’abitudine al consumo del vino, in quell’epoca, si diffuse velocemente e da prodotto di lusso, appannaggio delle tavole nobili, il vino divenne presto una bevanda di consumo popolare: era presente in tutte le case, da quelle dei ricchi a quelle dei contadini, che il più delle volte lo utilizzavano per miscelare un’acqua malsana.
Il Gallo Nero è lo storico simbolo del Chianti adottato come marchio per il vino Chianti Classico dal Consorzio che raggruppa i produttori e che ne tutela l’immagine.
La scelta del Gallo Nero come simbolo rappresentativo del Consorzio dei produttori ha origini antichissime, come attesta la tradizione, e vale la pena ricordare l’antica storia della nascita di tale stemma.
La tradizione vuole che nel Medioevo le città di Firenze e Siena rivendicassero, ricorrendo spesso alle armi, il controllo su questo preziosissimo angolo di Toscana, ma entrambe, stanche di battaglie, decisero di regolare la questione con un singolare e pacifico arbitrato.
Infatti, le due città si accordarono di affidare la delimitazione dei loro confini contesi a una sfida pacifica tra due cavalieri, uno in rappresentanza di Firenze e l’altro di Siena. La prova cavalleresca prevedeva che il confine sarebbe stato fissato nel punto dove i due cavalieri si fossero incontrati partendo al canto del gallo dalle rispettive città.
I senesi scelsero un gallo bianco e lo nutrirono con cibo prelibato, convinti che all’alba avrebbe cantato più forte, invece, i fiorentini, scelsero un gallo nero che tennero volutamente a digiuno.
Il giorno della prova il gallo nero fiorentino, affamato, iniziò a cantare molto prima dell’alba, mentre quello bianco senese, sazio, dormiva tranquillo.
Così, il cavaliere fiorentino al canto del gallo iniziò la sua corsa al galoppo, mentre quello senese dovette aspettare ancora prima che il gallo bianco cantasse: il risultato fu che i due cavalieri si incontrarono a soli 12 km dalle mura di Siena e così la Repubblica fiorentina potè annettere la quasi totalità dei territori del Chianti, area geografica di 70 mila ettari di superficie dove si produce il vino Chianti Classico che ha caratterizzato l’economia e anche il paesaggio della zona.
Oggi, le città di Firenze e Siena sono considerate le “capitali” del Chianti Classico e le terre che si estendono tra le due province coprono circa 70.000 ettari che comprendono per intero i comuni di Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti, Radda in Chianti e in parte quelli di Barberino Val d’Elsa, Castelnuovo Berardenga, Poggibonsi, San Casciano in Val di Pesa e Tavarnelle Val di Pesa.