Tempi moderni: primo laureato col Metaverso.

La vertiginosa ascesa della tecnologia ci ha permesso di assistere al primo laureato con il Metaverso. Ci si chiede ormai quanto impatto sociale avrà realmente l’universo dominato da Zuckerberg?

Roma – Lo sapevamo che era solo questione di tempo. Prima o poi sarebbe successo qualcosa di simile al famoso film del 1982: Blade Runner di Ridley Scott, in cui il replicante Roy Batty pronunciò l’incipit passato alla storia del cinema: Io ne ho visto di cose che voi umani non potreste immaginarvi, navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione… Ebbene, dopo tanto parlare di Metaverso, una sorta di internet che si sovrappone al mondo fisico, permettendo agli utenti di interagire in modo più diretto e meno artificioso e partecipare a eventi pianificati e spontanei, grazie alla presenza degli avatar, una specie di replicanti, ecco che la fantasia si materializza.

Roy Batty

L’interprete di questa lieta novella è uno studente: Edoardo Di Pietro di anni 25, che il 1° luglio scorso ha conseguito la laurea magistrale all’Università di Torino in Comunicazione, Ict e Media. Fin qui, nulla di eccezionale: è la classica storia di un fuorisede –il ragazzo è originario della provincia di Siena- che con sacrifici riesce a portare a termine il proprio percorso di studi. Ma, ecco la grande sorpresa, Edoardo è il primo che si laurea col Metaverso. Il ragazzo ha atteso la fine della seduta di laurea, per esprimere le sue sensazioni ai tanti cronisti sopraggiunti da ogni angolo d’Italia. Ed eccola quella che è stata definita la notizia regina dell’anno.

Edoardo Di Pietro

Dopo la discussione della tesi, i convenuti hanno potuto assistere alla spiegazione del suo lavoro, grazie alla piattaforma Spatial.io, in cui il suo avatar ha eseguito gli stessi suoi gesti e ha detto le stesse parole che la commissione di laurea ha ascoltato in aula. C’è da sottolineare una curiosità. E’ molto probabile che il suo avatar non soffrisse il caldo, in quanto ha indossato una felpa, non tanto credibile con quel caldo torrido. A parte questo, la concretizzazione di uno spazio virtuale in cui si è replicato l’evento che ha avuto come protagonista Edoardo è stato utile ad amici, parenti e altri soggetti, che non hanno potuto essere presenti in aula. Lo stesso studente ha dichiarato tutta la sua felicità, perché è stato visto e seguito anche da chi era impossibilitato ad essere presente per le restrizioni.

Tra questi spettatori ce ne era una particolare, la sua dolce metà, che è in Giappone per motivi di studio. Il primo docente relatore della tesi Michele Cornetto, sarà senza dubbio ricordato come il primo nel percorso ancora tutto da percorrere e scoprire che è il Metaverso. Non poteva essere altrimenti, sia per lo studente che per il relatore, visto il titolo della tesi: Tra presente e futuro: l’impatto del Metaverso sulla società. Il prof, alla fine ha dichiarato: La laurea e lo studio sono funzionali per cercare di capire cosa ci aspetta.

Stralcio della discussione sul Metaverso

Non è una apologia del Metaverso. E’ stato divertente discuterla in presenza e nel contempo dare la possibilità a chi voleva fruirne dall’esterno di entrare in questo ambiente. Gli esperti del settore ed i futurologhi ne discutono come di un processo inevitabile della convergenza digitale intrapresa l’ultimo decennio del secolo scorso e che affonda le sue origini profondamente nel pensiero moderno. E’ il futuro di internet, un passo avanti rispetto alla realtà virtuale. La nuova dimensione: verso (verso cosa, non si sa) evidenzia un tema fondamentale dello sviluppo umano, l’identità.

Non solo quella digitale, ma quella globale. Dei veri e propri stati di coscienza in divenire, dei veri cambiamenti in profondità, ovunque esiste una: rappresentazione. Gli esperti, a volte, si fanno prendere dall’entusiasmo e forniscono un’immagine edulcorata del fenomeno. Non si può non rabbrividire, però, al pensiero che possano essere replicate le gesta (si fa per dire) di tanti personaggi politici e maître à penser del panorama italico. Già si fa fatica a sopportarne gli originali. Le repliche, per favore, proprio no!

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