Primo aprile contro la vivisezione: vibra la protesta in Emilia

Gli attivisti parmensi hanno organizzato una manifestazione contro la vivisezione riallacciandosi simbolicamente alle falsità della sperimentazione animale. Non serve a nulla, dicono gli animalisti, è solo sofferenza per gli animali.

Parma – Il pesce d’aprile indica una tradizione, seguita in diversi paesi del mondo, che consiste nella realizzazione di scherzi da mettere in atto il 1º aprile. Gli scherzi hanno sostanzialmente lo scopo bonario di prendere un pò in giro le ‘povere vittime’, prevalentemente inventandosi qualche falsità. Meta Parma, organizzatrice dell’evento, commenta: “Dicono che la vivisezione non esiste più, ora si chiama sperimentazione animale. Tante persone in tal modo credono che gli orrori della vivisezione siano terminati, invece continuano, è cambiato il nome ma la sostanza non cambia” fanno sapere dall’associazione.

La vivisezione in realtà esiste ancora, infatti nel dizionario italiano con il termine ‘vivisezione’ è inteso ogni atto operatorio su animali vivi, svegli o in anestesia totale o parziale, privo di finalità terapeutiche; con significato più estensivo, il concetto di vivisezione può essere applicato a tutte quelle modalità di sperimentazione, cruente o non, che inducano lesioni o alterazioni anatomiche e funzionali (ed eventualmente la morte) negli animali di laboratorio. Che la si chiami vivisezione o sperimentazione animale, il risultato per gli animali rinchiusi negli stabulari continua a essere identico: usati come oggetti, come bambole di pezza, utilizzati per ogni tipo di esperimento, sottoposti a operazioni chirurgiche invasive, tagliati, cuciti e ricuciti, infine uccisi” spiega una portavoce di Meta Parma.

“Negli stabulari vengono utilizzati animali di ogni specie, scimmie, conigli, cani e soprattutto piccoli roditori. L’anestesia di cui si parla tanto, non basta a non far sentire il dolore agli animali; quando utilizzata viene usata soltanto durante alcune operazioni chirurgiche, spesso neanche in anestesia generale, poi gli animali si svegliano e sentono tutta la sofferenza di ciò che hanno subito. Credere che siano trattati bene è utopia, non può esistere benessere animale quando siamo davanti al loro sfruttamento e uccisione. Credere che tutto questo possa portare del bene e che sia necessario, è un disvalore che sta causando solo danni nella nostra società. Non possiamo ricavare nessun bene dalla sofferenza degli altri, e a guadagnarci in realtà sono solo gli interessi delle aziende farmaceutiche e dei ricercatori che decidono di sperimentare sugli animali” prosegue una rappresentante di Meta Parma.

La protesta avrà luogo il 1º aprile alle 15.30 in piazza della Pace a Parma.

La sperimentazione animale inoltre non evita la sperimentazione sugli umani, bensì ne è causa diretta poiché i risultati ottenuti sugli animali hanno necessariamente bisogno di essere successivamente testati anche sugli umani. Noi non siamo né contro la scienza né contro la ricerca, siamo a favore di una ricerca etica che non faccia del male né agli umani né agli animali, perché ogni vita è sacra. Gran parte della scienza è contraria alla sperimentazione animale, il progresso sta andando avanti sempre più e rimanere ancorati alla vivisezione è un danno per l’intera umanità. Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l’arte di vivere come fratelli” concludono dall’associazione.

La protesta avrà luogo il 1º aprile alle 15.30 in piazza della Pace nella città di Parma, dove da anni continua una battaglia senza tregua per la liberazione dei macachi Alan e Larry. 

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