Blitz notturno dei carabinieri nell’ospedale di Lavagna: prelevato il sangue a cinque pazienti per verificare la presenza di calmanti in dosi eccessive.
Lavagna (Genova) – Bufera sull’ospedale di Lavagna, in provincia di Genova, dove due infermiere del reparto di Osservazione Breve Intensiva (OBI) sono indagate per aver somministrato dosi eccessive di tranquillanti a base di benzodiazepine a pazienti, con l’intento di farli dormire durante i turni notturni per poter riposare. Le accuse, gravissime, includono sequestro di persona, abbandono di persona incapace, esercizio abusivo della professione e peculato.
Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Giuseppe Longo e condotte dai Carabinieri del NAS e dall’aliquota della Procura di Genova, hanno portato a perquisizioni domiciliari e a un blitz notturno in ospedale, con prelievi di sangue su cinque pazienti per verificare la presenza di farmaci non prescritti. Trovati medicinali e materiali ospedalieri nelle case delle indagate, mentre medici e direzione sanitaria risultano estranei alla vicenda.
L’indagine è partita alcune settimane fa, a seguito di segnalazioni da parte di colleghi delle due infermiere e familiari di pazienti, che hanno riferito di torpori anomali nei ricoverati e di comportamenti sospetti delle operatrici durante i turni notturni. Le due donne, entrambe trentenni e in servizio presso l’OBI dell’Ospedale di Lavagna, avrebbero somministrato benzodiazepine in dosi superiori a quelle prescritte, o senza alcuna autorizzazione medica, ai pazienti ritenuti “problematici”. L’obiettivo, secondo l’ipotesi accusatoria, era indurre un sonno artificiale nei malati per ridurre gli interventi necessari durante la notte, permettendo alle infermiere di riposare.
Le benzodiazepine, farmaci sedativi comunemente usati per trattare ansia, insonnia o crisi convulsive, richiedono una prescrizione medica e un monitoraggio attento per i loro effetti collaterali, che possono includere depressione respiratoria e sedazione eccessiva, specialmente in pazienti fragili. La somministrazione non autorizzata, come ipotizzato dagli inquirenti, rappresenta una grave violazione etica e professionale, con rischi potenzialmente letali per i pazienti.
La notte scorsa i carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità (NAS) hanno effettuato un sopralluogo a sorpresa nell’OBI dell’Ospedale di Lavagna, accompagnati da due medici legali incaricati dalla Procura. L’operazione, iniziata alle 2, ha avuto come obiettivo la verifica immediata delle condizioni dei pazienti. Cinque di loro sono stati sottoposti a prelievi di sangue per accertare la presenza di benzodiazepine non prescritte, con risultati attesi entro mercoledì prossimo.
Parallelamente, i carabinieri hanno perquisito le abitazioni delle due infermiere, trovando scatole di medicinali contenenti benzodiazepine e materiali ospedalieri, come garze e aghi, non giustificati dalla loro attività professionale. Questi ritrovamenti hanno fatto scattare l’accusa di peculato, poiché si sospetta che le donne abbiano sottratto farmaci e attrezzature dalle scorte dell’ospedale per uso personale o non autorizzato. Le perquisizioni domiciliari hanno rafforzato il quadro probatorio, evidenziando una gestione impropria di risorse sanitarie.