Don Pino Puglisi, un prete che seppe affrontare la mafia con la sola forza delle parole, della cultura e della fede. Senza difese e senza garanzie. Senza fuggire quando avrebbe potuto. Palermo ricorda il Beato con estremo affetto e devozione.
Palermo – Don Pino Puglisi era nato a Palermo, nel quartiere di Brancaccio, il 15 settembre 1937 e nel suo quartiere, uno dei più a rischio del capoluogo siciliano, è stato ucciso il 15 settembre 1993, giorno del suo 56mo compleanno. La mafia lo aveva condannato a morte perchè impartiva ai giovani lezioni di legalità con impegno evangelico e sociale straordinario:
“…Qui la vita non è fatta solo di violenza di degrado, di depravazione – diceva don Puglisi – ci sono valori come pace, fraternità e collaborazione. Non sono un biblista, non sono un teologo, né un sociologo, sono soltanto uno che ha cercato di lavorare per il Regno di Dio…”.
Padre Puglisi sapeva di essere ormai nel mirino della mafia per la sua opera di proselitismo contro la criminalità organizzata. Parlava ai giovani di Dio e della Fede facendo in modo che rimanessero sordi alle lusinghe di cosa nostra. E c’era riuscito quel prete di frontiera a cui tutti volevano bene:
“…Quando morì nel giorno del suo compleanno, coronò la sua vittoria col sorriso – raccontava Papa Francesco due anni fa – con quel sorriso che non fece dormire di notte il suo uccisore, il quale disse: c’era una specie di luce in quel sorriso. Padre Pino era inerme ma il suo sorriso trasmetteva la forza di Dio: non un bagliore accecante ma una luce gentile che scava dentro e rischiara il cuore. È la luce dell’amore, del dono, del servizio…”.
Dopo 27 anni dalla sua morte l’amore di don Pino per i suoi parrocchiani è diventato immenso e al grande prete di Brancaccio sono stati intitolati una scuola, un campo di calcetto, la prossima realizzazione dell’asilo “I piccoli di Padre Puglisi” e il santuario dedicato al Beato in via di ultimazione. Palermo è le sue istituzioni lo hanno ricordato ieri come sempre e il suo insegnamento è più che mai attuale e rivolto a tutti: “…Se c’è qualcuno che fa qualcosa…”. E’ già un buon inizio, basta volerlo.
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